Tra Frottage artistico e Frottage bisessuale, è tutto un gran "sfrichicchiare". Una polemica proibita, mentre a casa si rubano l'argenteria
Insomma più che un frottage (in senso artistico) si è trattato di uno “sfrichicchiamento”, per dirla alla spoletina. Quello che è accaduto alla Casa Romana è il classico caso di frottage (il feticismo bisessuale questa volta – controllare Wikipedia) in cui i protagonisti della faccenda si gonfiano e si sgonfiano in men che non si dica. Mentre artisticamente il caso non si pone, in quanto l’arte è libera di fare come gli pare da secoli.
Di che parliamo? Accade che un artista contemporaneo – o moderno chissà – Jacopo Martinotti, decide di creare un’opera d’arte utilizzando una tecnica antichissima, il frottage per l’appunto, che noi giovani delinquenti degli anni ’70 usavamo per ricopiare i disegni tecnici al liceo senza sapere che si chiamasse in questo modo.
Frottage liceale
“Per un perfetto frottage… poggiare un foglio o una tela su qualcosa che abbia un rilievo”, avrebbe spiegato Ugo Fantozzi. Nel caso specifico il pavimento della Casa Romana di Spoleto (vale la pena ricordare che trattasi del monumento più visitato di Spoleto, dopo la casa di Don Matteo che viene invece cercata a più non posso, ma non esiste), cospargendo di grafite i rilievi e creando così una sorta di negativo dell’oggetto da riprodurre.
In verità al liceo eravamo più evoluti. Ci si metteva su un tavolo di vetro (per i fortunati possessori) e con una luce-proiettore messo sotto al foglio con il disegno buono fatto dal capiscione della classe, si poggiava il foglio bianco sopra e si “arcopiava” a brutto muso.
Frottolatori armati
Ma la Casa Romana è un patrimonio intoccabile, da non frottagiare, tanto che la Lega Spoleto di recente si è prontamente imbizzarrita nella denuncia del proditorio atto di “arsumijo” (copia ndr.) messo in atto da Martinotti, vergando una nota di fuoco e spiritosità, come vanno tanto di moda oggi. Di seguito la nota integrale dei rappresentanti locali del partito di Matteo Salvini.
“Frottage alla romana! Sembra un piatto di alta cucina, ma così non è, perché si tratta invece di arte contemporanea. Apprendiamo infatti dalla pagina Facebook del Palazzo Collicola di Spoleto che una delle opere ora in mostra è stata realizzata da Jacopo Martinotti attraverso la tecnica del Frottage sul mosaico della Casa Romana. Stiamo dunque parlando di un mosaico del I sec. DC replicato graficamente attraverso la tecnica dello sfregamento. Nelle immagini mostrate da Palazzo Collicola si percepiscono le dimensioni del disegno realizzato, molto grande, il che fa presupporre un lavoro e quindi un impatto importante sia sugli spazi che sul mosaico della casa romana.
Chiaramente il bene Casa Romana rientra nella casistica dei siti per i quali ogni tipo di intervento deve essere autorizzato dalla soprintendenza dei beni culturali, ed è evidente che questo è e avvenire sempre e a prescindere, dalla complessità dell’intervento. È evidente che l’imprevisto è sempre dietro l’angolo e che un eventuale cantiere di lavoro alla casa romana deve essere autorizzato previa valutazione di fattibilità. Ma a questo punto sarebbe importante avere delle risposte. Ad esempio.
Chi ha autorizzato questo intervento? È stato dato parere favorevole all’apertura del cantiere e alle relative tecniche e metodi? Chi era autorizzato ad essere presente e in quali orari? Che materiali sono stati utilizzati, direttamente sul mosaico o in ogni caso introdotti all’interno della casa romana?
Nell’ordine: Direttore Verini, Assessore Chiodetti, Sindaco Sisti e sopratutto Sovrintendente ai beni culturali che ruolo hanno avuto e chi era a conoscenza del fatto?
Il Comune di Spoleto sembra non aver emesso alcuna ordinanza in merito nell’ultimo periodo. Nessun provvedimento. E sul sito del Comune non sembra esserci alcun avviso sulla chiusura della Casa Romana per lavori relativi all’opera in corso. Nessuna traccia. In attesa di fare accesso atti alla Soprintendenza umbra, attendiamo risposte, confidando e sperando che il tutto si sia svolto a regola… d’arte”
Messa così, per chi legge distrattamente, può sembrare che l’oltraggio alla dimora appartenuta a Vespasia Polla sia stato talmente sfacciato che si poteva respirare e vedere il rigonfiamento dirompente del prezioso pavimento dopo lo sfrichicchiamento e il massaggio impudico con grafite.
Mo lo dico a papà…
Datosi poi che la risposta ufficiale alle numerose domande delle camicie verdi di Alberto da Giussano tardava ad arrivare, come nelle migliori tradizioni familiari (mo lo dico a papà), è dovuto persino intervenire l’ex senatore Stefano Lucidi a rafforzare il concetto: “Il silenzio e l’assenza di repliche al nostro intervento di alcuni giorni fa avevano già messo in dubbio la posizione del Sindaco Sisti e del Direttore Verini, ma la risposta che abbiamo ricevuto dalla sovrintendenza ai beni culturali non lascia più dubbi. Il frottage che è stato eseguito sui mosaici della casa romana non era autorizzato, e l’intervento è stato fatto senza seguire la norma in vigore: il Codice dei beni culturali. Una Legge dello Stato che dedica alcuni articoli proprio ad interventi quali quello in questione. Un Sindaco dovrebbe conoscerla, e un Direttore museale averla almeno studiata all’università. Superficialità? Pressappochismo? Dilettanti allo sbaraglio?
Certo il fatto è estremamente grave a nostro giudizio. Uno dei più importanti se non il più importante bene culturale della nostra città è stato di fatto usato senza le dovute procedure. Non stiamo parlando solo dell’azione di sfregamento sui mosaici, ma anche dell’apertura di un cantiere non autorizzato dalla sovrintendenza, ma invece autorizzato non si sa da chi. Nella risposta ricevuta la sovrintendente comunica che a seguito della nostra segnalazione è già incorso la richiesta chiarimenti al Comune di Spoleto. Resta da chiarire quale sia stata la catena autorizzativa dell’intervento, ad esempio se l’autore Jacopo Martinotti abbia effettivamente o meno chiesto l’autorizzazione, se il direttore Verini sia in qualche modo intervenuto, o l’assessore Chiodetti oppure il Sindaco Sisti. Di certo qualcuno dovrà aver avvertito il personale all’ingresso della casa romana, dando il nulla osta per questo frottage. Per chiarire questi aspetti faremo ulteriori accessi agli atti in comune, ma in attesa di dichiarazioni pubbliche non resta che dire che questi avrebbero dovuto dimostrare più cura e responsabilità per un museo di inestimabile valore“.
Il sopralluogo della Soprintendenza
E infine, nel dipanarsi vorticoso del Frottolage (un po’ come il perlage nello champagne) venne il tempo del sopralluogo della Soprintendenza che come il gattaccio famoso Alla Fiera dell’Est, “si mangiò il topo, che al mercato mio padre comprò…”!
Eccovi dunque una nota del Comune di Spoleto, ad arte e artificio lubrificato, post sopralluogo della Soprintendenza, che dice più o meno “Non abbiamo fatto niente e se c’eravamo dormivamo e comunque eravamo anche usciti di casa”.
“In merito all’opera dell’artista Jacopo Martinotti esposta a Palazzo Collicola, il Comune di Spoleto precisa che per la realizzazione della stessa non è stata prevista la creazione di un cantiere, né la chiusura al pubblico del sito o variazione di orari. In occasione del sopralluogo è stato appurato che il disegno realizzato su carta, attraverso la tecnica del frottage, non ha comportato un’alterazione allo stato della Casa Romana che sia riconducibile direttamente all’utilizzo della tecnica di riproduzione effettuata.
L’artista ha operato nel massimo rispetto del luogo, utilizzando protezioni e una grafite morbida su una carta di spessore elevato che ha impedito il contatto diretto con la pavimentazione. L’opera rappresenta l’omaggio rispettoso da parte di un artista alla storia di Spoleto e di uno dei suoi luoghi più affascinanti, la cui tutela è priorità dell’Amministrazione, come di tutte le forze politiche e le istituzioni della città”.
Sfrega tu, che sfrego io…
Ohh, ecco! E ora a forza di sfrichicchiare cosa ne verrà fuori da una simile discussione che riempie le caselle di posta delle redazioni con il fantastico ping pong delle posizioni contrapposte?
E poi, insomma, chi se lo ricorda Christo, l’impacchettatore di monumenti spoletini degli anni ’60? Quello sì che “invase” il monumento in maniera preoccupante, vista la dimensione dell’intervento. Ma noi non ce li ricordiamo tutti questi manipoli di incazzatori professionisti, all’epoca. Cogli l’attimo, tempus fugit… del resto!
Vuoi vedere che davvero trattasi di Frottage bisex? Sfrego io e sfreghi tu, e tutti sfrangono i cabbasisi di questa città che continua a guardarsi l’ombelico, mentre qualcuno si sta fregando l’argenteria di casa!
In limine litis …
E siccome la sappiamo lunga sul ping pong, ecco a voi una ultim’ora fin troppo prevedibile emessa in chiusura di articolo dai leghisti congiunti (Paolo Imbriani e Stefano Lucidi) con la quale si riciccia sul “danno”.
“Attraverso una frettolosa quanto ingenua nota stampa, il Comune di Spoleto intende mettere fine alla vicenda degli interventi fatti da un giovane artista sui mosaici della Casa Romana. Essendo la nota del Comune senza firma non sappiamo chi tra Verini, Chiodetti, Sisti abbia scritto o approvato questo comunicato, quindi ci rivolgiamo a tutti e tre. Il sopralluogo chiarificatore della Soprintendenza ai beni culturali di Perugia, è stato eseguito solo e soltanto perché la Lega di Spoleto ha richiesto un accesso atti presso la Soprintendenza stessa, la quale tempestivamente ci ha informato di non essere stata preventivamente informata, non potendo quindi rilasciare nessuna autorizzazione. L’intervento dunque non era autorizzato, come avrebbe dovuto essere da Legge statale. Il codice dei beni culturali parla chiaro. Gli articoli 20, 21, 30 e 107 recitano chiaramente che: deve essere garantita l’integrità dei beni culturali, l’accesso e uso. L’autorizzazione è data dal soprintendente su progetto o descrizione tecnica dell’intervento. E in ogni caso è vietato ogni calco dall’originale del bene culturale. A seguito di un ulteriore accesso atti, inoltrato al Comune di Spoleto, è noto ora che l’autorizzazione all’ingresso dell’artista presso la Casa Romana è stata data da una impiegata del Comune, la quale con email del 22 maggio 2023 scrive al gestore degli ingressi Sistema Museo, informando che verrà effettuato un frottage con rotoli di carta dal 25 al 29 maggio 2023 e che l’artista è autorizzato ad operare. ‘L’artista è autorizzato ad operare’ dicono. In data 2 agosto, il Comune di Spoleto, attraverso la dirigente, ci informa che il 28 luglio la soprintendenza ha effettuato il sopralluogo, verificando gli effetti del frottage non autorizzato precedentemente effettuato però sotto la supervisione del direttore Verini. La dirigente allega anche un progetto dell’intervento, non datato, non firmato e non protocollato dal Comune.
Ora è evidente che questa vicenda è stata gestita dal Comune di Spoleto in maniera davvero superficiale, non essendo stata informata la Soprintendenza, come necessario, perché le competenze per stabilire chi e cosa può essere o meno fatto sopra i mosaici della Casa Romana è responsabilità della Soprintendenza. Grazie ai nostri due accessi atti ora sappiamo che la catena autorizzativa, che non è mai arrivata alla Soprintendenza, si è interrotta all’interno del Comune di Spoleto, e che i soggetti e gli uffici coinvolti sono il giovane artista (così lo definisce il Comune) Martinotti, il Direttore Verini, il Dipartimento Valorizzazione delle Culture, della Qualità e della Bellezza della Città e del Territorio, e infine i gestori di Sistema Museo. Al momento nessuna voce è arrivata né dal Sindaco Sisti né dall’Assessore Chiodetti che al momento sul fatto hanno fatto scena muta, pur essendo però, in quanto amministratori della Città, i proprietari della Casa Romana e quindi soggetti responsabili della tutela di questo bene culturale, della nostra città dal valore storico inestimabile”.
Come previsto, nel frattempo del ping pong, sono spariti i candelieri pregiati da casa! “Verrà un giorno il giudizio di Dio…”, diceva San Giovanni Paolo II