Città di Castello

Frode nelle pubbliche forniture, 3 tifernati patteggiano la pena

Tre tifernati, il legale rappresentante ed i soci di due diverse imprese che si occupano di riparazioni meccaniche di autoveicoli, condannati – a seguito di patteggiamento – per frode nelle pubbliche forniture.

Il Tribunale di Perugia ha infatti accolto la richiesta di applicazione della pena, ex art. 444 codice di procedura penale, a seguito di accordo la Procura della Repubblica di Perugia ed i legali di fiducia dei tre responsabili di due imprese in questione, con sede a Citta di Castello. Le investigazioni – condotte dalle fiamme gialle del Comando Provinciale di Perugia – avevano consentito di individuare plurimi e diversificati episodi di frode nelle pubbliche forniture che sarebbero stati posti in essere, tra il 2016 e il 2021, in danno di una società a totale partecipazione pubblica, operante nel settore della raccolta rifiuti nell’alto Tevere.

Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, più nel dettaglio, le predette società: operavano riparazioni fatturando l’avvenuta installazione di pezzi di ricambio originali ma in realtà istallavano pezzi di ricambio compatibili; fatturavano pezzi di ricambio che non venivano effettivamente installati; installavano pezzi di ricambio fatturandoli ad un prezzo maggiorato rispetto al prezzo di listino; operavano riparazioni fatturando l’avvenuta installazione di pezzi di ricambio nuovi ma in realtà installavano pezzi di ricambio revisionati/rigenerati o usati; installavano pezzi di ricambio fatturandoli ad un prezzo maggiorato rispetto al prezzo di listino ed addebitavano pezzi non installati; affidavano riparazioni in subappalto senza preventiva autorizzazione della stazione appaltante e fatturavano pezzi di ricambio non installati ovvero ad un prezzo superiore al prezzo di listino in violazione delle previsioni contrattuali.

Durante le indagini condotte dal Gruppo della Guardia di Finanza di Perugia è stata sottoposta a disamina copiosa documentazione, rinvenuta nel corso di perquisizioni, e sono state effettuate articolate intercettazioni telefoniche e ambientali che hanno consentito di individuare significativi elementi probatori.

È ora intervenuta la sentenza di condanna nei confronti dei tre tifernati: un soggetto è stato condannato a 1 anno e 6 mesi di reclusione ed euro 1.534,00 di multa mentre per altri due hanno patteggiato la pena ad 1 anno e 2 mesi di reclusione ed euro 1.200,00 di multa. E’ stata, inoltre, disposta la confisca del profitto del reato, per un importo di circa 42.000 euro.