Free Wor(l)d Festival, la prima edizione coglie nel segno - Tuttoggi.info

Free Wor(l)d Festival, la prima edizione coglie nel segno

Redazione

Free Wor(l)d Festival, la prima edizione coglie nel segno

Successo per la prima edizione del festival itinerante dedicato alla libertà di espressione
Mar, 22/10/2019 - 14:30

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Spoleto è una città viva. Si è conclusa domenica la prima edizione itinerante del Festival Free Wor(l)d per la Libertà di Espressione il cui obiettivo è stato quello di rimettere al centro le persone e la cultura.

Per tre giornate, dal venerdì alla domenica, precedute da alcune date fuori festival, un ricco programma è stato presentato alla cittadinanza che con entusiasmo e interesse vi ha partecipato attivamente. Presenti tra il pubblico, piacevolmente sorpresi dall’iniziativa messa a punto anche il sindaco Umberto de Augustinis e la vice e assessore alla scuola Beatrice Montioni.

Dalle mostre inaugurate il venerdì, una fotografica “Saudade” prodotta da otto studentesse dai 17 ai 19 anni e dedicata alle emozioni, ad una d’arte intitolata a figure iconiche femminili le “Visionarie” di Maura Coltorti, si è passato ai laboratori esperienziali e ad una proiezione cinematografica, “A mano disarmata”. Il film tratto dalla storia della giornalista di Repubblica Federica Angeli serviva da preludio e lente di ingrandimento per il convegno che sabato mattina avrebbe aperto la serie di approfondimenti, tutti moderati come forza propulsiva dell’intero Festival dai ragazze e dalle ragazze che hanno o che frequenteranno il Corso di giornalismo propedeutico “Walter Tobagi”, in collaborazione con le professoresse, in particolare Luigina Renzi, Paola Salvatori, Emanuela Valentini, Tiziana Santoni che per i ragazzi sono state il supporto e il punto di riferimento e per il Festival sostegno e rete.

All’Archivio di Stato il sipario si è alzato di fronte alle scuole e a numerosi giornalisti che, anche da Roma, sono accorsi per parlare di libertà di informazione, di colleghi costretti sotto regime di tutela, di censura, del peso che hanno le querele temerarie – Stefano Corradino con cui hanno moderato le studentesse Chiara Patricolo ed Olimpia Tempesti; Riccardo Noury, Graziella Di Mambro, Giuseppe Federico Mennella, Carlo Ceraso, Riccardo Regi e Claudio Bianconi, e l’archivista Maria Paola Bianchi – contro quella “informazione come bene comune” più spesso negata da una legge che, essa stessa, consente questo tipo di intimidazione e che andrebbe dunque modificata come molte associazioni da tempo chiedono al Parlamento di fare.

Il focus sull’informazione scinde diversi punti di vista: nel secondo convegno si è parlato di ambiente e di mafie con Francesco De Augustinis e d Elisabetta Proietti. Interessante e inedito il docu-film presentato sui beni confiscati in Umbria e la presentazione del libro “Tuttofumo” di e con Eugenio Raspi, a moderare insieme a Franco Salcuni lo studente Federico Petrignani. Il terzo convegno, nella serata di sabato, si è incentrato sulla disobbedienza civile e su quel “romanticismo della violenza” che fa del giornalismo una narrazione sbagliata, i casi in cui i media amplificano gli stereotipi e con le loro parole, contrarie al Manifesto di Venezia, ledono doppiamente la dignità della vittima di femminicidio, a moderare con Matteo Papini lo studente Samuele Miraggio.

L’ambizione di arricchire il dibattito pubblico e di lanciare agli spettatori opinioni diverse a cui pensare, è stata ampiamente confermata dalla presenza e dall’interesse profuse nelle sale.

Con la musica del sabato, grazie al Quintetto degli Ottoni “Girolamo Fantini”, la giornata di ieri è iniziata con la riflessione dei diritti, dei doveri e delle libertà a partire da Simone Veil al Caffè Filosofico, per poi proseguire nel pomeriggio con una grande festa curata dalla comunità romena: la musica che unisce i popoli e che ha reso l’idea del Festival ancora più inclusiva.

Ma è con il racconto della cronaca minuziosamente dettagliata della vita e della morte di Marilyn Monroe, di e con Marina Antonini, e della conferenza multimediale a cura di Antonella C. Manni dedicata alle tele e alle donne Visionarie che il Festival ha chiuso domenicasera i battenti rimandando il pubblico ad una serie di appuntamenti Off/Fuori Festival che dovrebbero riprendere a breve e ad una seconda edizione che a quanto sembra gli organizzatori non si sentono affatto di escludere.

Alla narrazione distorta, percepita in declino dai giovani, il Festival ideato dalla giornalista freelance Valentina Tatti Tonni e coordinato insieme a cittadini e 15 tra associazioni, un centro culturale e una libreria, ha voluto fornire un’opzione al futuro, nella possibilità il riscatto.

“In conferenza stampa – ha ricordato proprio Tatti Tonni nel discorso di chiusura – avevo citato una frase a cui tengo molto, cioè che le persone sono importanti. Credo che in questo Festival ne abbiamo dato prova”.

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