“Francesco Magnanelli, un capitano esempio di sport e di vita per i nostri giovani”. C’è scritto così nello striscione che ieri mattina (4 giugno) campeggiava in mezzo al terreno di gioco dello stadio “Achille Baldinelli” di Città di Castello, dove la bandiera del Sassuolo ha iniziato a tirare i primi calci al pallone oltre 30 anni fa. Una sorpresa di dirigenti e allenatori della ex Tiferno ’90, oggi Junior Castello Calcio, che il “Puma” ha gradito così tanto fino a commuoversi, prima di partecipare alla breve ma sentita cerimonia di consegna di premi ed attestati alla carriera.
“Qui c’è il mio cuore, la famiglia, gli amici, la mia gente. E’ straordinario vedere e toccare con mano oggi, ma sempre, tanto affetto e considerazione nei miei confronti. Questa società è stata per me una seconda famiglia, una palestra di vita, l’università del calcio come la chiamavamo noi con il nostro allenatore Dante Selvi, persona eccezionale. Qui sono cresciuto fra gioie e qualche difficoltà come tutti, superate grazie ai genitori e all’ambiente sano e amichevole. Ogni estate ci vediamo per la partitella insieme, abbiamo un gruppo WhatsApp dove ci sentiamo spesso”, ha precisato Magnanelli ringraziando il sindaco di Città di Castello, l’assessore allo Sport, e la società Junior Castello Calcio per la bellissima sorpresa, che “mi dà la forza di proseguire con maggiore determinazione ed orgoglio verso nuovi obiettivi dopo l’addio alla carriera di calciatore”. “
All’’iniziativa, schierati in mezzo al campo, c’erano i vertici della A.s.d. Junior Castello Calcio con in testa il presidente Lorenzo Pieracci, affiancato da alcuni dirigenti che alla fine degli anni ‘80 fondarono la Polisportiva Tiferno ’90 società. Della società di allora, quella della prima maglia “gialloverde” del “Puma”, sono intervenuti per un breve saluto e qualche ricordo anche Franco Campagni e Bruno Migliorati (già presidenti), Giancarlo Biagioni, factotum e “padre sportivo” della squadra del “Puma” e Dante Selvi, vecchia gloria biancorossa (del Città di Castello calcio) e primo allenatore di Francesco Magnanelli: “Aveva le idee chiare già da ragazzino, grande cuore e tanta voglia di arrivare in alto – ha ricordato il mister – Umile ma determinato sempre rispettoso degli avversari e dei valori umani ed etici che stanno alla base dello sport. E’ ancora viva nella mia mente la sua voglia di giocare da ‘punta’ per segnare gol e il suo iniziale disappunto quando decisi di spostarlo a centrocampo poi trasformatosi in consapevolezza della bontà di quella scelta, rivelatasi vincente”.
Una bella favola che ha resistito nel tempo quella di Francesco Magnanelli, l’ultima grande bandiera del calcio italiano che andando verso il compimento dei 38 anni ha deciso di ritirarsi dopo 521 partite con la maglia del Sassuolo, in 17 anni passati sulla via Emilia scalando dalla C2 alla Serie A fino all’Europa League. Nel suo percorso ci sono stati tanti allenatori importanti, da Massimiliano Allegri che l’ha portato in B con gli emiliani a Eusebio Di Francesco che l’ha spinto in A, passando per Andrea Mandorlini, Stefano Pioli, Daniele Arrigoni, Cristian Bucchi, Beppe Iachini, Roberto De Zerbi e Alessio Dionisi, con il quale ha salutato il calcio giocato.
Un legame così forte con Sassuolo che, nel 2015, è stato scandito dalla consegna delle chiavi della città, un riconoscimento affettivo che l’ha sempre inorgoglito facendogli apprezzare ancora di più il luogo dove vive e dove sono nati i suoi figli. La sua maglia numero 4 potrebbe essere ritirata, ma lo storico capitano lascia ad altri la decisione perché nel profondo del cuore è già solo sua. Al termine della cerimonia il Presidente dello Junior Castello Calcio Lorenzo Pieracci, che ha definito Magnanelli, “un simbolo, orgoglio di una intera comunità per i valori sani che ha saputo trasmettere in particolare ai giovani”, gli ha consegnato a nome della società una targa ricordo.