Consiglio comunale di Città di Castello di fuoco, quello odierno (lunedì 10 febbraio), che ha visto traballare per la prima volta le certezze della maggioranza tifernate, con un’elezione del nuovo presidente davvero turbolenta.
Temporaneamente retta dal vicepresidente Marco Gasperi (M5S) l’assise, che doveva procedere alla surroga del consigliere comunale Pd Vincenzo Tofanelli, ormai anche ex presidente del Consiglio, nominato nuovo assessore a Cultura e Finanze, ha dapprima consegnato lo scranno vacante del Pd a Letizia Guerri (prima dei non eletti), che ha ringraziato “le persone che nel 2016 mi hanno votato”.
Il Consiglio ha poi eletto il nuovo presidente dell’assemblea Francesca Mencagli (Pd) alla terza votazione per il criterio dell’età, avendo questa ottenuto 12 voti, pari a quelli di Filippo Schiattelli (Psi), che aveva proposto anche la sua candidatura.
Prima votazione, la candidatura di Schiattelli
La prima votazione, con 11 bianche, 13 per Mencagli e 1 per Gasperi, è stata infruttuosa essendo necessaria la maggioranza qualificata. A questo punto Filippo Schiattelli (Psi) ha proposto la sua candidatura: “Da qualche tempo constato che in questa maggioranza le scelte non seguono i principi di sana e doverosa riflessione ma logiche di palazzo e principi autoreferenziali che generano un risultato che non posso condividere e che alcuni tentano di nascondere. Se il ruolo del presidente deve essere una figura di garanzia per tutto il Consiglio mi propongo come presidente di tutti, forte anche del consenso che i cittadini mi hanno riconosciuto: sono stato il più votato. Scegliete se seguire le logiche di palazzo o l’indicazione dei cittadini”.
Seconda e terza votazione (con 2 sospensioni)
La proposta ha indotto Bucci (Castello Cambia) a chiedere una sospensione. La seconda votazione, in cui per l’elezione era necessaria la maggioranza assoluta (13 voti) ha dato come esito: 11 voti per Mencagli, 12 per Schiattelli e 2 schede bianche. Dopo un’ulteriore sospensione proposta dal sindaco Luciano Bacchetta, il Consiglio è quindi andato ad una terza votazione, in cui per l’elezione era sufficiente la maggioranza relativa: la votazione ha dato come esito 12 pari ed è stato eletto il più anziano di età, Francesca Mencagli.
Ringrazio tutto il Consiglio per la fiducia accordata, mi inorgoglisce sul piano personale e su quello politico istituzionale. Svolgerò con profonda responsabilità e massima responsabilità questo incarico, perché i lavori del Consiglio siano improntati al rispetto e al confronto democratico. Faciliterò il confronto perché il Consiglio cammini in modo più efficace ed efficiente, avrò bisogno del supporto di tutti
Francesca Mencagli
Il dibattito, minoranze “Crisi di maggioranza”
Nelle comunicazioni complimenti al neo presidente e attestazioni di apprezzamento per il coraggio a Filippo Schiattelli. Gasperi (M5S): “Mencagli è la persona adatta a svolgere questo ruolo, con il presidente Tofanelli abbiamo lavorato molto bene, anche con lei sarà così”. Pescari (Pd): “Il nuovo presidente ha tutte le caratteristiche per svolgere questo ruolo. Rimane l’amarezza personale per la seduta di oggi ma sono convinto che avremmo la lucidità e la forza per capire quanto è accaduto. Per questo le chiedo al termine delle comunicazioni di interrompere il Consiglio”. Bucci (Castello Cambia): “Abbiamo più volte chiesto una conversione democratica dei lavori del Consiglio. Tutti gli atti all’unanimità che abbiamo votato non hanno avuto un seguito. Abbiamo sostenuto Schiattelli anche per questi motivi. C’è una crisi politica della maggioranza, spaccata”.
Sassolini (FI): “Sono accadute cose epocali: mai accaduta un’elezione sofferta per la presidenza del Consiglio, andata in porto solo per un’astensione. Onore al merito a chi ha avuto il coraggio di ribellarsi (riferito a Schiattelli, ndr). C’è arroganza nel Pd che risponde solo alle segrete stanze e non ai cittadini”. Il sindaco Luciano Bacchetta ha detto: “La votazione sorprendente deve aprire alcune riflessioni. Io ho votato sempre Mencagli e ai miei compagni di partito ho detto di mantenere fede ai propri impegni. Io sono stato eletto con una certa maggioranza. Non sapevo della candidatura di Schiattelli, persona degnissima. Se fosse stato eletto mi sarei dimesso, perché la maggioranza di quest’aula sarebbe cambiata. Chi non ha votato Francesca nella maggioranza non l’ha fatto per lei ma per altri motivi. Se volevano mettere in difficoltà il sindaco bastava dirlo. Ho il potere di sciogliere il Consiglio comunale e l’avrei fatto”.
Castellari (Lega): “Oggi è emerso che non c’è maggioranza, il presidente è stato eletto per l’età. E’ grave che nella maggioranza non siano emersi questi problemi. Come può governare. Faccio gli auguri anche al sindaco perché la maggioranza non c’è”. Calagreti (Psi): “Ho sempre votato Mencagli, la ritengo corretta, competente, leale e con la maggiore onestà intellettuale”. Lignani Marchesani (Fd’I): “Lei (a Mencagli, ndr) è il primo presidente di minoranza di questo Consiglio comunale, perché con 12 voti non ha la maggioranza dei consiglieri assegnati. La dovrebbe far riflettere che oggi si è celebrata una grande pagina politica in cui il Consiglio ha ripreso una centralità che non aveva da tempo. Ringrazio per il coraggio Schiattelli”.
Zucchini (Gruppo Misto): “Mencagli ha dimostrato in questi anni coerenza e coraggio. Non è un presidente di minoranza. Non ho percepito il disagio della maggioranza. La candidatura di Schiattelli è nata contro scelte di palazzo ma in questi anni è stato un membro di maggioranza”. Morini (Tiferno Insieme): “La partita è stata tutta interna alla maggioranza. Le parole di Schiattelli sarebbero normali in bocca alla minoranza. I 12 voti della Mencagli non sono la maggioranza. Minimo quattro consiglieri di maggioranza hanno condiviso Schiattelli. La crisi della maggioranza non è il bene della minoranza ma il male della città. La richiesta di sospendere per due volte il Consiglio è il riconoscimento di questa crisi”.