Luca Talevi, già commissario della Cisl Fp Umbria, è stato confermato alla guida della categoria della Funzione pubblica, dal consiglio generale, che si è riunito a valle del VI congresso regionale della Cisl FP. Scelti anche i componenti del comitato esecutivo, del collegio dei sindaci revisori e del Comitato esecutivo. Le scelte dei nomi, al termine di una giornata che ha messo a fuoco tutte le novità dei settori della Fp. Comparti strategici, che con la pandemia, negli ultimi due anni, sono stati messi sotto osservazione. Dalla sanità, al pubblico impiego, al Park Hotel è stato celebrato il congresso, alla presenza del segretario nazionale Maurizio Petriccioli, del segretario regionale della Cisl Umbria, Angelo Manzotti e del commissario reggente della Fp, Luca Talevi. “Se c’era chi ci chiamava fannulloni, con il Covid e con la pandemia i lavoratori del pubblico impiego si sono confermati senza alcun dubbio eroi”, ha detto Talevi nella sua relazione che ha toccato molti aspetti della categoria, con una particolare attenzione al rinnovo delle Rsu, previsto ad aprile 2022.
“Nelle pubbliche amministrazioni – ha detto Talevi nella relazione – abbiamo assistito al dolore ed al sacrificio di tutti gli operatori che hanno agito in condizioni estreme, operando all’interno di una “trincea operativa” che ha saputo combattere contro l’aggressività di una pandemia dai tratti ancora indefinibili. Se è vero che coloro che prima del marzo 2020 erano talvolta denominati “fannulloni” sono poi divenuti, a ragion veduta, “eroi”, grazie soprattutto all’immane impegno di infermieri, oos, e personale sanitario tutto, ora dobbiamo disegnare la pubblica amministrazione del post covid, mettendo sempre al primo posto i lavoratori pubblici che sono i veri protagonisti del cambiamento che, come Cisl Fp, abbiamo portato avanti negli ultimi anni, a partire dal livello nazionale”. Per la sanità “i professionisti della sanità umbra sono tornati ad operare in condizioni di stress psicofisico elevatissimo – ha spiegato – Ferie bloccate, turnazioni saltate, carichi di lavoro aumentati, sono solo alcuni degli aspetti che coloro operanti nei reparti stanno ancora vivendo, a causa spesso anche delle mancate sostituzioni di coloro sospesi perché non vaccinati, a cui va aggiunto, il grande lavoro di chi effettua e lavora i tamponi il cui numero è in graduale costante aumento da settimane. Il tutto in un contesto di diffuso “splafonamento” dei fondi di produttività per poter pagare almeno le indennità previste dal CCNL ed incentivi Covid ridotti all’osso”. Sottolineati anche gli accordi con Usl1 e 2: il primo sui tempi di vestizione e svestizione e passaggio di consegne, oggetto di molteplici contenziosi, ed il secondo per il passaggio di fascia attraverso una progressione economica orizzontale. “Per il rilancio del settore serve il massimo confronto: necessitano risorse per riconoscere l’impegno dei lavoratori profuso in questo complicato 2021 ove purtroppo l’emergenza Covid è continuata e investire per costruire la sanita umbra del futuro, per eliminare le infinite liste di attesa, abbattere la mobilità passiva, far si che i nostri professionisti non “emigrino” in regioni vicine economicamente più attrattive. Il Pnrr dovrà servire per la valorizzazione degli ospedali e, contestualmente, del territorio”.
Sul piano sanitario: “Ottanta pagine di cornice su cui lavorare per spostare il fulcro dell’assistenza sul territorio ed individuare la mission degli ospedali per competenza ed adeguatezza, in particolare per l’emergenza -urgenza e le gravi patologie. Chiediamo, in sinergia con la confederazione, la massima unità di intenti per realizzare scelte condivise di indirizzo e programmazione per un nuovo piano socio sanitario regionale veramente partecipato. Necessita un tavolo permanente di confronto con un calendario stringente di convocazioni, contestualmente a tavoli di zona con il coinvolgimento dei Sindaci. In tal senso è stato inviato alla Regione un documento unitario con le proposte unitarie tese anche al mantenimento degli attuali dodici distretti”.
Fondamentale anche il ruolo delle funzioni locali e centrali: “Il reparto locale è soggetto a profonde trasformazioni. Basti pensare alla riforma delle Province il cui giudizio sindacale è critico e che sono e rimangono importante elemento intermedio tra Regione e Comuni previsto all’interno della nostra Costituzione, o ai Centri per l’Impiego confluiti, all’interno dell’Arpal e bisognosi di politiche di sviluppo serie e strutturali in grado di farli divenire importante strumento di raccordo tra domanda ed offerta di lavoro. La nuova Camera di Commercio Umbra, nata dalla fusione delle precedenti ex Camere Perugia e Terni necessita di un lungo lavoro per uniformare i Fondi, rilanciare la politica assunzionale e valorizzare i lavoratori. Positivo il non facile lavoro svolto all’interno dell’Afor in una ottica anche di integrazione con i lavoratori delle ex comunità montane ed uniformità dei Fondi e di valorizzazione delle professionalità presenti”.
Per le funzioni centrali: “Hanno permesso che lo Stato, nelle sue articolazioni, fornisse assistenza a cittadini e lavoratori in difficoltà, per l’emergenza Covid ed il lockdown (basti pensare al pagamento rapido della cassa integrazione, da parte dell’Inps, ai lavoratori in Cassa Integrazione). È stato questo il comparto ove maggiormente si è evinta la valenza dello smart working, grazie all’impegno, dedizione e profssionalità dei lavoratori. Il nuovo CCNL 2019/2021 ha definito un incremento complessivo contrattuale del 4.85% grazie anche alle risorse inserite al fondo per il salario accessorio ed a quelle per la riforma dell’ ordinamento professionale, basato su quattro aree, sviluppando per la prima volta all’interno di un contratto nazionale il tema dello smart working e del lavoro a distanza, prevedendo accanto al lavoro agile senza vincolo di tempo, la forma del rapporto di lavoro da remoto, con vincolo di orario e l’applicazione di tutte le tutele legali e contrattuali previste per il lavoro in presenza. Importante l’azione di Cisl per garantire un piano assunzioni adeguato al Polo Mantenimento armi leggere di Terni stante il fatto che, se non interverranno adeguati interventi, alla fine del 2023 i dipendenti saranno una settantina rispetto agli attuali 384, con il forte rischio di drastico ridimensionamento o addirittura chiusura. Analogo impegno per garantire un adeguato piano assunzionale all’interno dei ministeri maggiormente in difficoltà quali i Beni Culturali, una risorsa fondamentale per una regione come l’Umbria”.
Dopo il dibattito, anche l’intervento del segretario regionale Cisl Angelo Manzotti: “Anche nel pubblico bisogna valorizzare le professionalità, che spesso vengono offuscate. Oggi abbiamo tanti risultati da rivendicare come Cisl. La nostra linea – ha detto Manzotti – resta quella di un sindacato non conflittuale”. Entrando nello specifico dell’Umbria, sul piano sanitario: “è un documento che enuncia una serie di azioni che la giunta regionale vuole portare avanti. Ad oggi chiediamo incontro e partecipazione per portare avanti le esigenze dei nostri cittadini. Di certo, servono assunzioni, serve la firma della Convenzione con l’Università degli studi di Perugia, che rafforzerebbe la sanità pubblica. Servono figure da inserire e serve un raccordo per far tornare attrattiva la nostra sanità. L’Umbria, inoltre, deve fermare lo spopolamento e bloccare l’emergenza lavoro. Negli ultimi anni sono stati persi 15mila posti e un umbro su tre è stato interessato da ammortizzatori sociali. Il lavoro deve essere l’elemento per far ripartire il tessuto della nostra regione. Strategica sarà anche la formazione”. Conclusioni affidate al segretario nazionale Cisl Fp, Maurizio Petriccioli: “’L’impegno nei luoghi di lavoro è un segnale nei confronti di un mondo che utilizza sempre meno la partecipazione – ha detto – perché chi partecipa non decide e chi decide non partecipa. Ma o nel sindacato si partecipa o non c’è sindacato. Altrimenti siamo nell’ambito dei servizi. Con oggi riparte un cambiamento, che può avere gambe e forza nella confederalità. Approfittiamo per cambiare il lavoro pubblico”.