Nel mirino le parole sui casi di pedofilia nella Chiesa | Il Carroccio a Perugia rivendica la mancata concessione del patrocinio, in Regione attacca il Pd
“Foto e atteggiamenti osceni e blasfemi”. La Lega attacca il Pride Umbria, con il capogruppo in Regione, Stefano Pastorelli, e con il gruppo consiliare comunale di Perugia.
Quest’ultimo difende la scelta del sindaco Romizi e della maggioranza di centrodestra di non concedere il patrocinio alla manifestazione Lgbtquia+ che si è svolta sabato e domenica nel capoluogo.
“Quelle che ci arrivano dal corteo dell’Umbria Pride Caos svoltosi a Perugia – scrivono i leghisti perugini – sono immagini e dichiarazioni dalle quali si evince in modo chiaro ed univoco che la richiesta di patrocinio presso una qualunque istituzione pubblica era e sarà irricevibile”.
E ancora: “Le fotografie di esibizioni oscene ci creano imbarazzo, soprattutto – proseguono i consiglieri del Carroccio – per tutti quei bambini che, loro malgrado, avranno avuto modo di vederle. Ci domandiamo come si possa giustificare ai loro occhi, che quelle sceneggiate esibizioniste abbiano a che fare con il rispetto dei diritti, forse non ne hanno nemmeno coloro che tali
cortei hanno la pretesa di difendere”.
La Lega, poi, prende le distanze dalle affermazioni con le quali sono stati accostati “con inaccettabile spregiudicatezza” casi di pedofilia con la Chiesa cattolica e le associazioni che ne condividono i valori. “Ci complimentiamo con tutte le istituzioni che, preventivamente – scrive pertanto il gruppo consiliare comunale della Lega – hanno preso le dovute distanze da questo evento e confermiamo il nostro
impegno all’interno delle stesse a contrastare il caos voluto da taluni con le certezze identitarie della nostra cultura. Crediamo che per resistere alle sfide del terzo millennio, oggi non abbiamo bisogno di
generare confusione, ma al contrario, recuperare centralità e sicurezza delle figure fondanti dello Stato e della famiglia. Continueremo a vigilare per questo ad ogni livello”.
Pride Umbria: la sfilata, gli slogan, i messaggi dal palco
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In Regione, invece, dopo il “caos” legato al patrocinio concesso dalla presidente Tesei, che ha fatto infuriare i leghisti, Pastorelli si rivolge alla capogruppo del Pd, Simona Meloni, che alla vigilia del Pride aveva invitato al rispetto dei diritti, compreso quello di manifestare.
“Chi chiede rispetto – attacca Pastorelli – deve imparare a rispettare. Invece, come temevamo, il corteo Umbria Pride si è rivelato palcoscenico di insulti gratuiti e oscenità”.
Anche Pastorelli parla dei bambini, “costretti a guardare spettacoli indecorosi di gente in pose oscene, insulti gratuiti nei confronti dei rappresentanti delle istituzioni, blasfemie lanciate dal palco contro la religione cristiana e vergognosi attacchi contro i parroci dell’Umbria trattati tutti da pedofili ‘con le mani nelle mutande dei bambini’”.
“È questo – conclude Pastorelli – quello che pensa il Partito Democratico? È questo il progressismo e la democrazia in cui si rispecchia anche il Partito Democratico che tanto ha difeso questa manifestazione?”.
da qui l’invito di Pastorelli affinché il Partito Democratico “prenda le distanze dagli atteggiamenti blasfemi contro la Chiesa e contro la religione che si sono verificati nel corso dell’Umbria Pride a Perugia”.