Perugia

Foto del buffet al Creo con Figliuolo scattate da una dipendente arrivate alla Lucarelli, polemica sulla stampa nazionale

Buffet al Creo con il generale Figliuolo, la polemica è… servita. Le foto del pranzo al termine dell’inaugurazione delle nuove terapie intensive – sembra scattate da una dipendente dell’Azienda ospedaliera – e fatte arrivare a Selvaggia Lucarelli hanno scatenato il dibattito sulla stampa nazionale. Tra coloro (Tpi e Il Fatto quotidiano) che hanno stigmatizzato la deroga alla regola che obbliga gran parte degli italiani ancora a mangiare solo all’aperto) e altri (Il Secolo d’Italia) che hanno parlato di “scoop ridicolo” della Lucarelli, valendo le regole delle mense aziendali. In realtà il pasto è stato preparato dal servizio mensa dell’ospedale, ma allestito nel corridoio del Creo, per l’eccezionalità della situazione.

Inaugurazione e buffet

Dopo l’inaugurazione del modulo con la nuova terapia intensiva, il generale Figliuolo, la governatrice Tesei e il sindaco di Perugia Romizi, accompagnati dal padrone di casa Giannico (il direttore generale dell’Azienda ospedaliera) hanno raggiunto la palazzina del Creo, che ospita anche la Direzione generale. Misurazione della febbre all’ingresso, poi tutti nella Sala conferenze, per un breve incontro.

E poi il buffet, fatto allestire dall’Azienda ospedaliera appunto nel corridoio della palazzina. Al quale, alla fine, hanno partecipato una quarantina di persone (da quanto si vede nelle foto) tra medici, militari e rappresentanti delle forze dell’ordine, cariche istituzionali. Persone in gran parte vaccinate, presumibilmente, per il lavoro che svolgono.

Lucarelli bacchetta Figliuolo per il “cattivo esempio”

Qualcuno – sembra una dipendente dell’Azienda ospedaliera – dai piani alti si è affacciata ed ha fotografato in giù. Le foto del buffet vietato sono state poi inviate ad alcuni giornalisti. A Selvaggia Lucarelli, per prima, che ha scritto: “Possibile che non ci fossero un luogo e una modalità più consoni per pranzare?“. Stigmatizzando il fatto che il commissario straordinario per l’emergenza Covid abbia dato “il cattivo esempio“. Tanto più che anche i pranzi di nozze, ancora per un po’, sono vietati.

Caccia a chi ha scattato le foto e la relazione interna

L’ingresso del Creo è uno spazio chiuso, anche se molto alto, perché su di esso si affacciano i ballatoi dei piani della struttura. Da dove, appunto, sono state scattate le foto (pare che si sia a caccia della dipendente “infedele”).

L’Azienda ospedaliera, viste le polemiche scoppiate, ha subito prodotto una relazione interna. Nella quale si evidenzia come il pranzo sia durato tre quarti d’ora, per ospiti invitati (60 gli inviti, meno i presenti) a cui era stata misurata la temperatura all’ingresso. In un luogo scelto perché tale da garantire un’adeguata areazione naturale, in uno spazio comunque molto ampio. I pasti, poi, sono stati preparati dalla mensa dell’ospedale e serviti nel rispetto dei protocolli.

Un buffet comunque poco opportuno, sicuramente. Le alternative? Trovare uno spazio all’aperto. Che sarebbe stato a ridosso, comunque, dell’ospedale. Nella zona dove ha operato l’Esercito c’è ancora l’ospedale da campo, ormai privo di pazienti. Insomma, difficile trovare un luogo consono per un buffet, dal punto di vista della sicurezza sanitaria e dell’opportunità, restando nella zona dell’ospedale. Raggiungere un ristorante prima della visita a Solomeo? Difficile, visti i tempi contingentati e le persone invitate.

Oppure, meglio ancora, non organizzare alcun buffet di accoglienza per il generale Figliuolo. Solo un panino, dopo gli applausi.