I sindacati Fiom, Film e Uilm rispondono con una loro nota a quanto affermato dal consigliere regionale del Pd Andrea Smacchi, il quale aveva inviato un suo comunicato agli organi di informazione, riguardante la vertenza dello stabilimento Faber di Fossato di Vico, con la quale si chiedeva “una verifica urgente” in relazione a presunte novità.
“Le scriventi OO.SS. volendo chiarire ad oggi lo stato della vertenza ricordano che: i lavoratori nel mese di gennaio scorso hanno attuato una durissima lotta con 18 giorni di presidio dell’azienda e sciopero ad oltranza per contrastare la volontà dell’azienda che intendeva chiudere il sito di Fossato di Vico e licenziare circa 150 lavoratori dei circa 190 occupati, lotta sostenuta dall’intero territorio e che ha avuto come obiettivo principale la salvaguardia più estesa possibile dell’occupazione. La mobilitazione dei lavoratori nel mese di febbraio ha portato alla definizione di un accordo sindacale che ha fortemente ridotto l’impatto derivante dalla volontà dell’azienda e che ha determinato la sottoscrizione dell’accordo quadro con cui si prevedeva già l’uso della cassa integrazione, gli incentivi all’esodo e un cospicuo recupero occupazionale nel sito Faber di Sassoferrato, oltre ad altri inserimenti nell’indotto. In fasi successive, venendo meno l’ipotesi della ricollocazione di personale nell’indotto, attraverso ulteriori confronti sindacali, che in questi mesi sono proseguiti, anche per gestire la difficile fase di transizione, si è arrivati a concordare che la Faber si sarebbe assunta l’impegno a garantire l’occupazione anche di quei lavoratori, innalzando il numero di lavoratori (circa 100) che in questi mesi e nei prossimi verranno impegnati e trasferiti nello stabilimento di Sassoferrato
Alla luce di quanto sopra – continuano i sindacati – ci sorprende che solo oggi si evidenzi (come cosa inaspettata, da parte di un rappresentante delle istituzioni, che vive in quel territorio) la concreta possibilità che circa 100 lavoratori della Faber possano essere trasferiti da Fossato di Vico a Sassoferrato.
Per quanto riguarda l’accordo ministeriale sulla Cassa Integrazione Straordinaria non si fa cenno a tutto questo, perché solo a consuntivo sulla base di quanti lavoratori saranno stati ricollocati (minimo 30% del totale) si potrà accedere al secondo anno di Cassa.
Infine vogliamo esprimere un nostro giudizio sull’intera vicenda, consapevoli che non si è certamente raggiunto a pieno l’obiettivo della salvaguardia occupazionale, ma che comunque, la lotta, i sacrifici dei lavoratori, la contrattazione sindacale e la solidarietà del territorio hanno permesso di mitigare i danni che la preponderante volontà della multinazionale Franke, così come espressa in un primo momento, avrebbe potuto causare in un territorio già fortemente penalizzato dalla deindustrializzazione”.