Conferenza choc, ieri pomeriggio (giovedì 24 novembre), da parte degli esponenti “storici” di Forza Italia Città di Castello (alcuni dei quali aderenti fin dal lontano 1994). Tra questi, a presiedere l’appuntamento, c’erano Tina Bacchi, Franco Campagni, Enzo Cesari, Roberto Cuccolini, Francesco Grilli, Davide Pazzaglia e Ivano Rampi, che hanno espresso un “disagio”, non solo interno al Partito, emerso definitivamente dopo le dimissioni del Coordinatore Comunale tifernate Lorenzo Pellegrini.
“A Città di Castello (e non solo) – fanno sapere gli iscritti storici – è evidente il processo di “AN-nizzazione” del Partito, che, dispiace dirlo, induce disorientamento e insoddisfazione negli iscritti e simpatizzanti (diaspora in atto da tempo) e, d’altro canto, alimenta la generale indifferenza dei cittadini. Nel territorio altotiberino (e non solo) il Partito è completamente isolato, diventando di fatto una mera categoria astratta”.
Chiediamo di essere messi nelle condizioni di recuperare strumenti, voglia e idee idonei per uscire da un isolamento politico preoccupante e mortificante, e poter finalmente mostrare alla propria città, che Forza Italia esiste ancora, e non soltanto come cadavere politico, ma come entità di cittadini e lavoratori vivi e desiderosi di tornare a essere protagonisti della dialettica politica
Con l’addio del giovanissimo Pellegrini, i forzisti hanno comunicato l’intenzione di ripartire da una vecchia bandiera come Francesco Grilli “per guidare e traghettare il Partito, anche se, sulla questione, la Dirigenza regionale e provinciale, consacrando un ‘consiglino di amici’ s’è inchiodata su posizioni politicamente eterodosse e, secondo noi, devianti”. “Il rafforzamento di tale sistema – continuano – è inversamente proporzionale ai risultati conseguiti in termini politici: più il gruppo dirigente fiduciario si rafforza, più il Partito s’impoverisce e perde pezzi, voti e aderenti. Se il (malcelato) obiettivo dei “fiduciari” fosse quello di far scomparire il Partito, facendo fare bottino pieno a concorrenti liste di destra, dobbiamo ammettere che ci stanno riuscendo. Ma così non si va da nessuna parte. Presto non rimarrà nessuno. La prevalenza e predominio di elementi ex Alleanza Nazionale, appare, del resto, manifesta, oltre che infeconda. E qui è l’autentico snodo della vicenda”.
L’amara , perché reale, constatazione di tutto ciò ha determinato in noi, dopo tante riflessioni, la ferma volontà di abbandonare l’attività politica attiva, pur consapevoli dei riflessi negativi sull’opinione pubblica del comprensorio che potrebbero derivare da una tale spaccatura
I forzisti storici, infine concludono: “Resteremo aperti e disponibili al confronto serio se se ne verificheranno le condizioni con le attuali dirigenze regionali e provinciali, che, ribadiamo, non riscuotono della nostra fiducia“.