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Food Republic, la nuova piattaforma web per l’acquisto di cibo umbro a km0

Usare la tecnologia più moderna per tornare alle origini, e far arrivare sulle nostre tavole prodotti autoctoni, sempre freschi, di qualità e rigorosamente Made in Umbria. Si è tenuta questa mattina, mercoledì 10 giugno, nella Sala della Vaccara del Comune di Perugia, la conferenza stampa di presentazione della nuova piattaforma web www.food-republic.it, la “Repubblica del Buon Cibo”, un moderno sistema a sostegno delle piccole produzioni agricole locali e un aiuto anche per l’ambiente. La garanzia di un carrello a km0, riempito comodamente sul divano davanti al computer, o a portata di smartphone durante la pausa pranzo, vuol dire infatti anche meno trasporti, meno carburante consumato, meno danni all’ambiente.

Presenti all’incontro di oggi i due ideatori del progetto Fabio Artuso e Barbara Orlandini, coppia nella vita e nel lavoro che, dopo anni di impegno all’estero (in particolare in Asia) nella cooperazione allo sviluppo, ha deciso di mettere radici proprio qui, nella regione più verde d’Italia, e dare vita a un nuovo progetto culturale e sociale, prima ancora che commerciale; l’ecologista nonché scrittore, attore, regista, fumettista e blogger Jacopo Fo, ispiratore dell’“Ecovillaggio Solare di Alcatraz” (dove Fabio e Barbara vivono con i loro figli), realizzato nel 2011 in Umbria, a cavallo tra Gubbio e Perugia; l’assessore al Commercio e Artigianato del Comune di Perugia Cristiana Casaioli, la presidente del Cral del Comune di Perugia (partner del progetto Food Republic) Daniela Mecocci e il presidente della Cooperativa sociale Fattoria Capanne Michelangelo Menna. Concetto principale che ha ispirato Food Republic è la connessione tra i piccoli produttori e la biodiversità, un valore da tutelare, fatto di tradizioni, cultura e integrità ambientale.

“In 70 anni ovvero nell’epoca dell’agricoltura industriale, nata negli anni Cinquanta,  – hanno detto Barbara e Fabio mostrando alcune slide ai giornalisti in sala – abbiamo perso il 75% delle varietà vegetali che erano state domesticate e selezionate dai contadini nei precedenti diecimila anni. La Fao stima che i tre quarti dell’alimentazione mondiale dipendano ora da appena 12 specie vegetali e 5 animali. Le cause principali della perdita di biodiversità sono l’aumento demografico, la distruzione e frammentazione degli habitat naturali, l’agricoltura intensiva, l’inquinamento, il cambiamento climatico globale, l’introduzione di specie invasive”. Perché tutelare la biodiversità regionale? “Le varietà locali  – dicono recenti studi – sono più adatte al clima e al terreno ed esprimono il meglio delle loro potenzialità nel territorio in cui si sono acclimatate nel corso dei secoli grazie all’opera dell’uomo. Per questo sono più resistenti e richiedono meno interventi esterni. Lo stesso vale per le razze autoctone”.

Da qui il concetto di giusto prezzo ad ogni prodotto. I piccoli produttori sono i custodi dell’agrobiodiversità e la sostenibilità economica del loro lavoro è condizione sine qua non per la loro sopravvivenza e passa attraverso la giusta remunerazione. L’”Osservatorio Ortofrutta” istituito dal Governo, ha registrato aumenti medi dei prezzi al consumo dieci volte superiori rispetto a quelli pagati all’origine. Come possiamo aiutare i nostri produttori a non soccombere? Comprando i loro prodotti in modo diretto. Food Republic nasce per sviluppare e rendere oggettivamente possibile, anche a chi non ha mai il giusto  tempo per fare la spesa in modo sostenibile.

Ecco come funziona. Sul sito www.food-republic.it vengono selezionati i produttori ed elencati in un listino on line suddiviso in 8 categorie (Frutta e Verdura, Carni e Salumi, Formaggi, Pasta fresca e secca, Legumi e Farine, Uova, Spalmabili e Specialità, Vino e Birra). I prodotti sono corredati da una breve spiegazione, dal prezzo e dalla scheda multimediale riguardante il produttore che ne garantisce tracciabilità totale. Entro ogni venerdì della settimana è possibile ordinare la propria lista della spesa allo 075. 992.02.09, o all’indirizzo mail info@food-republic.it, e riceverla con consegna a domicilio.

Basteranno pochi clic e la spesa è fatta. Priorità al km0 e alla qualità del cibo, con un occhio al risparmio. I prezzi vengono stabiliti dallo stesso produttore, a cui Food Republic applica una piccola maggiorazione per coprire i costi logistici e di consegna (dopo un periodo sperimentale in cui gli ordini si potranno fare solo via telefono o mail, l’acquisto si potrà fare on line attraverso la piattaforma e-commerce). Il pagamento avviene alla consegna, ma in breve tempo sarà attivata anche la modalità elettronica.

Acquistando su Food Republic si diventerà Co-produttori, aiutando le aziende locali a sopravvivere in un mercato sempre più caratterizzato da “offerte speciali” e dalla disponibilità di cibo low cost di scarsa qualità. Inoltre, minimizzando l’impatto dei trasporti, si darà una mano all’ambiente, oltre a contribuire alla conservazione del territorio e delle sue tradizioni agricole e culinarie.

Così si creano delle ‘Food Communities’, gruppi di persone che si alleano con i produttori locali per promuovere e sostenere il consumo del cibo umbro proteggendo al tempo stesso l’ambiente. Non solo un’operazione di economia territoriale, quindi, ma un cambio di mentalità, per non essere l’ultimo anello passivo della catena alimentare.

“Io sostengo questa iniziativa perché la trovo meravigliosa“, ha detto Jacopo Fo durante la presentazione. “Da sempre credo sia importante che i consumatori si uniscano in gruppi d’acquisto, perché così facendo si abbassano i costi per il consumatore e si sostengono le aziende locali. In Umbria ci sono tantissime aziende che producono alimenti di altissima qualità, ma non riuscendo ad organizzare la distribuzione finiscono per conferire il prodotto ai grossisti, con l’effetto di disperdere i profitti. La crisi ci ha insegnato invece che consociarsi e ‘fare rete’ è l’unico sistema per resistere e promuovere un’economia sostenibile”. “Il mio sogno – ha poi aggiunto – è quello di contribuire allo sviluppo di un sistema globale che cambi i termini della distribuzione, in cui i consumatori prendano una parte del lavoro che oggi fa la grande distribuzione. Se il consumatore mette un po’ del lavoro per quello che consuma, può garantirsi una spesa di qualità, far crollare i prezzi e al tempo stesso tutelare il lavoro delle aziende produttrici”.