Archiviata dal giudice, come chiesto dalla stessa Procura di Perugia, anche perché il reato non esiste più, l’indagine che irrompe nella campagna elettorale per le elezioni regionali del 17 e 18 novembre ed è destinata a far discutere comunque. Sotto la lente degli inquirenti erano finite la presidente della Giunta regionale Donatella Tesei e l’assessore con delega alla programmazione europea, bilancio e turismo Paola Agabiti.
In seguito ad un esposto, sono state iscritte nel registro degli indagati per abuso d’ufficio, reato che di recente è stato abrogato, relativamente a dei fondi europei per lo sviluppo rurale. Sotto la lente, secondo quanto rivelato dal Tgr dell’Umbria, alcuni fondi stanziati attraverso un bando pubblico sulla filiera del tartufo che avrebbe visto tra i beneficiari la Urbani Tartufi. Azienda di cui, come noto, è amministratore delegato Giammarco Urbani, marito di Paola Agabiti, e dove lavora uno dei figli di Donatella Tesei.
I fondi a 5 aziende umbre della filiera del tartufo – tra cui la Urbani – erano stati assegnati come detto attraverso un apposito bando regolarmente espletato. Ma l’approvazione di quel bando da parte della Giunta regionale, secondo gli inquirenti, avrebbe dovuto vedere l’astensione di Tesei e Agabiti, interessate appunto direttamente dal tema. Da qui l’inchiesta per abuso d’ufficio, su cui però la Procura della Repubblica ha chiesto e al gip l’archiviazione, poi ottenuta come ha fatto sapere l’avvocato Nicola Di Mario, legale dell’assessore Agabiti. Nonostante il proscioglimento, la notizia dell’inchiesta, che finora era rimasta top secret, ha acceso ulteriormente la campagna elettorale di questi giorni.
Le opposizioni vanno all’attacco. Il capogruppo regionale del M5s, Thomas De Luca, ha già chiesto che la Tesei faccia chiarezza in merito: “Avanzerò la richiesta formalmente al prossimo consiglio che sarà convocato il 5 novembre, in regime di prorogatio, per l’approvazione del bilancio consolidato”. “La notizia dell’indagine svolta dalla procura di Perugia che ha visto indagate la Presidente della Regione Donatella Tesei e l’Assessore Paola Agabiti Urbani, svela con tutta evidenza un sistema consolidato che si è servito delle istituzioni per finanziare aziende di famiglia” afferma invece il consigliere regionale e candidato del Pd Tommaso Bori.
Anche l’ex governatrice del Pd, Catiuscia Marini, che si era dimessa dopo l’inchiesta sulla Sanitopoli per la quale è ancora a processo, ha commentato sui social: “Ora dopo che ci avete fatto la morale per cinque anni raccontateci la verità anche se giudiziariamente salvata ma politicamente importante “La vicenda riguarda finanziamenti ricevuti dalla Regione da parte di una azienda nella quale lavorerebbe il figlio della governatrice e di proprietà del marito dell’assessora”.
Il centrodestra difende Tesei. “La macchina del fango della sinistra come al solito entra in azione a ridosso degli impegni elettorali” accusa il portavoce nazionale di Forza Italia, il parlamentare ternano Raffaele Nevi. Evidenzia che l’indagine su Tesei “si è chiusa ancora prima di essere incardinata” e consiglia alla sinistra umbra di “restare in silenzio, visti i precedenti giudiziari che hanno coinvolto lo stato maggiore del Pd umbro“.
“A pochi giorni dal voto in Umbria si scatena il solito fango a orologeria, una strategia che non stupisce, tipica di chi non ha contenuti e paura di perdere” attacca il segretario della Lega Umbria, l’on. Riccardo Augusto Marchetti. Che aggiunge: “Ci hanno provato in Liguria e gli è andata male, ora tentano di replicare anche in Umbria, ma il risultato sarà lo stesso. Donatella Tesei è un esempio di onestà, serietà, rigore, integrità e concretezza. È inaccettabile peraltro che la nostra Governatrice abbia appreso a mezzo stampa di essere stata indagata e che l’indagine sia stata archiviata. Un tentativo squallido di demonizzare Donatella Tesei messo in atto da chi non riesce a confrontarsi su temi concreti. Ma gli umbri sono consapevoli del lavoro fatto in questi cinque anni dalla Presidente, dalla Lega e dal centrodestra, e di certo non si lasceranno condizionare da una sinistra mistificatrice e priva di qualsiasi contenuto. Quanto accaduto è una conferma dell’assoluta urgenza di riformare la giustizia, e come Lega siamo già al lavoro per garantire agli italiani una giustizia finalmente giusta: non è più ammissibile che certa magistratura si intrometta nella politica”.
Così il senatore di FdI, Franco Zaffini: “Niente di nuovo, dopo Report che sparge fango sulla Liguria ad urne aperte, questi fatti di oggi, cara Donatella, non tengono il confronto. Ormai gli italiani hanno capito, la sinistra non ha più argomenti e non gli funziona più neanche il “soccorso rosso” di certa magistratura… non vinceranno nemmeno questa volta!”.
(articolo in aggiornamento)