C’è anche un imprenditore magionese coinvolto nell’indagine della Procura di Milano sulla frode al fisco della ‘ndrangheta per i fondi legati all’emergenza Covid.
Ieri, mentre in Lombardia scattava il blitz della Guardia di finanza con l’arresto di 8 persone, perquisizioni sono state effettuate anche nell’abitazione di un imprenditore a Magione. Secondo quanto rivela il Corriere dell’Umbria, all’imprenditore, comunque non collegata alla ‘ndrangheta, viene contestata l’operazione relativa alla richiesta di un prestito da 150mila euro con causale Coronavirus.
Secondo le carte della Direzione distrettuale antimafia di Milano (le indagini sono coordinate dal procuratore aggiunto Alessandra Dolci e dal pm Bruna Albertini) persone affiliate ad alcune ‘ndrine avrebbero operato, attraverso fatture false e prestanome, per ottenere i contributi a fondo perduto per l’emergenza Coronavirus del dl 34/2020. Facendo anche richiesta per i finanziamenti per il sostegno alle imprese dovute alla crisi del Covid in base al dl 23/2020.
Sulla base delle indagini svolte, il Nucleo di polizia economico tributaria della Guardia di Finanza di Milano ha sequestrato beni per 7,5 milioni di euro.