Assisi

Fonderie Tacconi, i cittadini di nuovo all’attacco per la delocalizzazione

Alla Fonderie Tacconi è stato cambiato il nome, ma rimangono i problemi. E anche il nome è un problema, visto che “Fonderie di Assisi” è una contraddizione in termini, visto che “Assisi è la città di San Francesco, patrono dell’ecologia, mentre le Fonderie sono industria insalubre di prima classe (così riconosciuta con una delibera della Giunta comunale dal 1996) per il tipo di lavorazioni svolte”. Per questo il Comitato di cittadini di via Protomartiri Francescani che da tempo si batte per la delocalizzazione e che evidentemente non contento del protocollo ambientale firmato nei mesi scorsi torna a ricordare come, vista la dichiarata insalubrità, “per legge l’azienda deve essere isolata nella campagna e non può stare nel centro dell’abitato di Santa Maria degli Angeli”.

Contestata anche la ricostruzione del sindaco Stefania Proietti, secondo cui il sindaco “non avrebbe poteri sanitari aldilà di intervenire in caso di trattamento sanitario obbligatorio e ove ci fosse obbligo di tutela sancito da Arpa”. Per il comitato, invece, “Il sindaco ha poteri regolamentari igienico-sanitari e anche poteri contingibili e urgenti, nei casi di pericolo per la salute” e quindi “deve imporre al produttore di rischio, attraverso il supporto tecnico di Arpa ed Asl, di evitare tale disagio nel centro abitato”.

Per i cittadini infatti, visti i “disagi e danni ascrivibili ad emissioni d’industrie insalubri, quali fastidi alla gola e alla respirazione e odori nauseabondi, come sono costretti a sopportare gli abitanti di via Protomartiri Francescani (e non solo), peraltro dimostrati dalla polvere che si deposita perfino all’interno delle abitazioni”, significano che il sindaco “deve imporre al produttore di rischio, attraverso il supporto tecnico di Arpa ed Asl, di evitare tale disagio nel centro abitato”.

Sempre sulle Fonderie Tacconi, è da interpellare anche la Soprintendenza, visto che “lo stabilimento insiste sul cono panoramico di Assisi”. Insomma, per il comitato, “Sia i funzionari dello Stato che gli amministratori devono rispettare le leggi. Attendiamo provvedimenti delocalizzativi delle Fonderie Tacconi in un’area che non crei altri disagi”.