Il miglior bilancio di esercizio degli ultimi 5 anni, quello del 2021, per la Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia. Quasi 3 milioni in più rispetto al 2020. Il patrimonio netto sale a quota 446 milioni; il totale dell’attivo patrimoniale è pari a 514 milioni, in crescita di 14 milioni rispetto ai 500 del 2020.
Centrato l’obiettivo del rendimento annuo, peraltro fissato al 4% rispetto al 3% su cui era stata costruita la precedente Asset Allocation Strategica, la pianificazione finanziaria approvata nel 2019: la performance annuale del portafoglio finanziario è infatti del 4,45%, con un accrescimento del valore del patrimonio di 14,8 milioni di euro. I proventi totali sono di 25 milioni.
Questi i dati salienti del Bilancio di missione e di esercizio 2021 approvato dal Comitato di Indirizzo nell’ultima seduta. Nell’anno del suo trentennale la Fondazione fa registrare tutti i numeri in crescita, con l’ottimo risultato di gestione che ne rafforza ulteriormente la solidità e l’operato. Creando i presupposti per mettere a disposizione 11,8 milioni per l’attività erogativa 2022, ai quali si aggiungono ulteriori 1,8 milioni grazie alla riduzione al 50% dell’imponibile dei dividendi prevista dalla Legge di Bilancio 2021.
La Fondazione ha ribadito, come da tradizione, l’approccio prudenziale e l’attenzione al futuro, in un periodo storico caratterizzato da una grande instabilità sui mercati: oltre ad accantonare il 20% dell’avanzo di bilancio (pari a 3,5 milioni) per la riserva obbligatoria, ha destinato un importo di 1,8 milioni alla riserva rivalutazione e plusvalenze, mentre 492mila euro sono destinati al Fondo nazionale per il volontariato.
Nel documento sono indicati anche gli oltre 8,7 milioni di erogazioni che hanno reso possibile la realizzazione di 232 progetti nei sette diversi ambiti di intervento previsti nel Documento Programmatico Previsionale 2021 – di cui cinque rilevanti e due ammessi – consentendo in molti casi di amplificare l’impatto degli interventi, grazie al rafforzamento delle partnership territoriali pubbliche e private che ha permesso di attrarre ulteriori risorse. E’, questo, uno degli effetti più rilevanti della tendenza che negli anni ha visto la Fondazione trasformarsi da semplice ente erogatore a catalizzatore di idee e progetti innovativi, per rispondere con prontezza ed efficacia ai cambiamenti e ai crescenti bisogni del tessuto socio-economico e culturale accentuati dallo scenario generato dalla pandemia, che ha reso ancor più evidente la necessità di identificare le priorità su cui convergere insieme ad altri.
Analizzando le risorse destinate ai settori rilevanti, dopo un periodo in cui ha subito una restrizione a causa delle priorità imposte dall’emergenza sanitaria, nel 2021 il settore dell’Arte, attività e beni culturali riceve la quota più alta, pari ad oltre 2,7 milioni (circa il 31%), seguito da Sviluppo locale con oltre 2,2 milioni (25%), Educazione, istruzione e formazione con circa 1,7 milioni (19,9%), Ricerca scientifica e tecnologica con 1 milione (12%), Volontariato, Filantropia e Beneficenza con 912mila euro (10,4%).