Nel 2021 la Fondazione Carit erogherà 10 milioni di euro in favore di interventi istituzionali per il territorio. È questo, in sintesi, il dato che emerge dal Documento Programmatico Previsionale, approvato dal Comitato di indirizzo nella serata di venerdì 30 ottobre dopo aver ricevuto il parere unanime favorevole dell’Assemblea dei Soci riunitasi in videoconferenza nel primo pomeriggio della stessa giornata.
Nel 2021 il trend erogativo della Fondazione rimarrà invariato rispetto al 2020, malgrado le presumibili conseguenze negative sull’economia prodotte dalla pandemia in atto. Ciò grazie all’attenta e positiva politica di investimenti finanziari adottata dal Consiglio di Amministrazione della Fondazione, che ha permesso peraltro di effettuare nelle misure massime tutti gli accantonamenti obbligatori e facoltativi previsti per legge.
L’importo di 10 milioni sarà ripartito tra i cinque settori rilevanti e quello statutario ammesso, tutti da tempo solida base di intervento e al momento ritenuti inamovibili, in quanto confermati anche all’interno del Programma pluriennale di attività 2021-2023.
SETTORI RILEVANTI | |
RICERCA SCIENTIFICA E TECNOLOGICA | 900.000,00 |
ARTE, ATTIVITA’ E BENI CULTURALI | 2.300.000,00 |
SALUTE PUBBLICA MEDICINA PREVENTIVA E RIABILITATIVA | 3.000.000,00 |
EDUCAZIONE, ISTRUZIONE E FORMAZIONE | 900.000,00 |
VOLONTARIATO FILANTROPIA E BENEFICENZA | 1.000.000,00 |
SETTORE STATUTARIO AMMESSO | |
SVILUPPO LOCALE | 1.900.000,00 |
TOTALE | 10.000.000,00 |
La Fondazione Carit continuerà a svolgere la propria attività istituzionale attraverso la realizzazione di iniziative proprie e l’erogazione di contributi indirizzati a progetti predisposti da terzi attraverso i bandi, pubblicati periodicamente.
I temi su cui si fonderanno i bandi potranno essere presumibilmente i seguenti:
Tenuto conto dell’attuale crisi e delle difficoltà socio-economiche conseguenti alla diffusione della pandemia da SARS-Cov-2, la Fondazione sta anche valutando l’individuazione di iniziative proprie a livello locale, che possano investire vari settori di intervento, alle quali assegnare ulteriori risorse