Tra gerontocrazia e affari di famiglia. Il Comune di Spoleto ha ufficializzato le due terne di nomi che si contenderanno i 2 posti da ricoprire all’interno del Consiglio di indirizzo della potente Fondazione CaRiSpo, l’ente presieduto dall’avvocato Sergio Zinni e che rimane il principale faro nelle iniziative sociali, culturali e artistiche del comprensorio.
Ad annunciarle è stato il sindaco Umberto de Augustinis che, in una nota, ha svelato i 6 nomi, 3 in quota alla maggioranza (o quella che era al momento delle elezioni del 2018, vista la crisi politica attuale) e 3 indicati dalla minoranza.
Così con decreto sindacale n. 10 di ieri, 29 gennaio 2021, De Augustinis ha designato i componenti della prima terna, quella della minoranza, che sono Diamante Bececco, Patrizia Bocchini e Daniela Tosti.
E quelli della maggioranza, Claudio Hellmann Pratillo, Maria Margherita Lezi e Miriam Carletti (i primi due, a quanto trapela, indicati dopo la rinuncia formale del funzionario di banca Michele Sabatini e del direttore della Bonifica Umbra Candia Marcucci).
“La designazione” specifica la nota municipale “può essere revocata qualora vengano meno i requisiti di rappresentatività e compatibilità ambientale che ne avevano determinato la nomina, nonché le condizioni di eleggibilità ed incompatibilità alla carica prevista dalla normativa. Il rappresentante è tenuto a comunicare il sopravvenire di condizioni che comportano l’ineleggibilità e l’incompatibilità alla carica e a presentare i reports sulla attività svolta”.
A far da mediatore nella ricerca dei nominativi è stato il Presidente del consiglio Sandro Cretoni che nell’ultima Conferenza capigruppo ha chiesto a tutte le forze politiche di indicare un nominativo da sottoporre al primo cittadino. “Per la verità ho ricevuto le indicazioni solo da Stefano Lisci del Partito democratico (che ha indicato la Tosti, n.d.r.), Gianmarco Profili di Alleanza civica (Bocchini, n.d.r.) e Maria Elena Bececco di Spoleto popolare (Bececco, n.d.r.). Presumo che quella della Carletti provenga da Laboratorio ma, come per gli altri due nomi della lista n. 2, dovete chiedere al Sindaco” dice a Tuttoggi.
Quindi nessuna indicazione, almeno ufficialmente, dal centrodestra (Lega, Fd’I e F.I.).
Ora spetta al saggio presidente Zinni e al CdA valutare e decidere i due meritevoli di entrare nel Consiglio di indirizzo.
La notizia, anticipata da alcuni quotidiani della carta stampata locale, ha innescato una serie di critiche in città.
Non tanto per i nominativi, tutti più o meno di spessore e conosciuti a Spoleto per le loro professioni, quanto per questa preponderanza alla gerontocrazia (recente caratteristica, tutta spoletina, di cui Tuttoggi ha già scritto).
La lista n. 2, quella del sindaco, vanta infatti un giudice del calibro di Pratillo Hellmann (il magistrato che assolse Amanda Knox e Raffaele Sollecito con una sentenza che fece scalpore ma che venne confermata dalla Suprema Corte di Cassazione) di anni 78, e la professoressa Miriam Carletti, candidata non eletta nella lista civica Laboratorio del Sindaco, di anni 72. Ad abbassare la media anagrafica è Margherita Lezi, direttrice ammnistrativa scolastica, già segretaria de La Margherita, dirigente del Pd in quota all’ala dei fedeli all’ex potente Giampiero Bocci (fronda che tradì i dem di Camilla Laureti per sostenere la lista di De Augustinis e il centrodestra), che di anni ne ha 58.
Ma è nello stile del sindaco quello di ‘premiare’ la categoria dei pensionati, ne sono prova i vari consulenti che si sono avvicendati in Comune, persino metà della Giunta è composta da ultrasettantenni (il sindaco ne compirà 70 ad agosto prossimo).
Insomma la generazione dai 30 ai 50 anni sembra non riuscire a trovare molti spazi.
Neanche l’opposizione per la verità si è particolarmente distinta sotto questo aspetto, anche se le due candidate sono ancora attive nel mondo del lavoro.
Alleanza civica si distingue dagli altri puntando sulla 52enne Patrizia Bocchini, impiegata nel settore turistico, una laurea economica e attiva nel volontariato.
Il Pd ha indicato Daniela Tosti, 66 anni, già consigliera comunale con i Ds, responsabile del controllo di gestione di una importante società multiservizi.
Una pioggia di critiche si registra invece sul nome di Diamante Bececco, già medico del Pronto soccorso cittadino, non tanto per l’età (77 anni) quanto per essere stato nominato dalla figlia, la capogruppo di Spoleto popolare Maria Elena. Una indicazione che suona un po’ come un affare di famiglia visto che la consigliera, sul tema della nomina, non avrebbe sentito neanche la collega di gruppo Ilaria Frascarelli. Una sorta di nepotismo al contrario.
Che la Bececco sia molto attaccata alla famiglia lo si era intuito già all’indomani della sua nomina a sindaco facente funzioni (dovendo sostituire il compianto Cardarelli) quando, al Concerto del Festival dei 2 Mondi per la Pasqua 2018, fece accomandare nel palco d’onore del Teatro Menotti i parenti più stretti: ai più in platea venne il torcicollo per una immagine che sembrava richiamare altri tempi, come quando le famiglia reali vanno tutte insieme a teatro.
Ma da qui a indicare il babbo in un Consiglio di una fondazione bancaria ce ne corre. Impossibile pensare che Spoleto popolare, forte del 10,16% alle ultime elezioni per 1.751 preferenze, non abbia un altro nome da indicare.
Di certo la decisione è destinata a inficiare la statistica dell’Istat che in Italia i giovani vanno avanti grazie a genitori e nonni: a Spoleto può succedere l’esatto contrario.
(modificato alle 09.42 del 31 gen)
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