Come ogni mattina, un trasportatore, regolarmente impiegato presso una ditta che si occupa di ristorazione e catering, nel corso del suo giro di consegne dei pasti alle varie mense della città, si ferma davanti ad una scuola materna di Ponte della Pietra a Perugia. Ma davanti al cancello della scuola c’è una monovolume in divieto di sosta, pertanto l’autista è costretto a lasciare il proprio furgone dietro l’auto ed a trasportare a mano i vari contenitori contenenti i pasti, facendo maggiore fatica.
Una volta ritornato a riprendere il suo mezzo, trova ad attenderlo il conducente dell’auto lasciata in divieto di sosta il quale, anziché scusarsi per aver ostruito il passaggio, gli chiede conto del perché lui avesse parcheggiato dietro di lui, bloccando a sua volta, e per farsi capire in maniera più esplicita gli dà un violentissimo ceffone che gli provoca delle lesioni, per poi allontanarsi. Singolare il comportamento della donna che accompagna l’aggressore che lo invita ad allontanarsi alla svelta dal luogo del fatto perché, ricordandogli che in quella scuola c’è il figlio, potrebbero essere facilmente riconosciuti.
Dopo alcune ore l’aggressore ha finalmente un’identità: è un cinquantenne incensurato perugino, titolare di un esercizio commerciale di San Sisto. L’uomo viene individuato dagli agenti di polizia, prelevato ed accompagnato in Questura per essere sentito sui fatti contestati, che nega tassativamente riferendo di aver avuto, con la vittima, solo un leggero alterco “verbale”.
Le giustificazioni dell’imprenditore, purtroppo, anche a fronte di un referto medico nel frattempo rilasciato alla persona offesa, non sono servite ad evitargli due conseguenze della sua condotta: una denuncia in stato di libertà per “lesioni personali” ed il ritiro cautelare, a norma dell’art. 39 comma 2 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, delle armi che detiene legittimamente in casa. L’aggressore ha dovuto quindi consegnare una pistola “Browning”, un fucile a pompa “Maverick” e diverse munizioni. Sarà la Prefettura, su segnalazione della Questura, ad assumere determinazioni in merito alla possibilità, per il denunciato, di tornare ad esercitarsi al tiro sportivo per il quale detiene regolare porto d’armi.