Non poteva restare inascoltata l’accusa sulle responsabilità dell’inquinamento delle falde acquifere, che l’Arpa aveva inserito tra le righe della relazione risalente al 14 febbraio scorso. “La presenza di tali composti è riconducibile a varie sorgenti di contaminazione, per lo più ubicate nella parte occidentale dell'area urbana, laddove è nota la storica presenza di una pluralità di attività antropiche che hanno fatto o possono aver fatto uso di tali sostanze per vari decenni”, questo quanto riportava la relazione dell’Arpa. Sulla scia di questo rapporto, il Corpo Forestale dello Stato, ha sottoposto a sequestro gli impianti di un’azienda chimica sita a Sant’Eraclio, frazione folignate . L’azienda rea di aver ignorato i criteri riguardanti sia lo smaltimento rifiuti che le emissioni, produceva e commercializzava solventi e vernici. Pertanto, con l’accusa di deposito incontrollato di rifiuti pericolosi, sono state poste sotto sequestro 25 cisterne interrate da 15 tonnellate, oltre, naturalmente, l’impianto dell'azienda.