Anche Foligno riparte dopo l’ordinanza regionale che da ieri, lunedì 25, consente anche a palestre, piscine, mercatini, agriturismi, musei e biblioteche la riapertura.
Un altro passo importante verso il ritorno alla “normalità” anche se alle difficoltà che i gestori devono affrontare per garantire la sicurezza, si aggiungo le incertezze legate a comprendere come si comporterà la clientela.
Un primo bilancio, tutto sommato positivo, lo si può tracciare guardando alle imprese che sono partite proprio una settimana fa come parrucchieri, estetiste e ristoratori. Se le prime due categorie hanno tutte riaperto i propri centri, tra i gestori della ristorazione non tutti se la sono sentita di riapparecchiare i tavoli.
Ma andiamo per ordine con un piccolo tour per la città della quintana.
Cutini parrucchieri “bello ritrovarsi”
Tullia Cutini, titolare della omonimo salone Cutini Parrucchieri, si dice soddisfatta della riapertura e di come la clientela ha risposto alle misure di prevenzione.
Il salone si trova in Via Mesastris, subito a ridosso del centro storico, a poche decine di metri da Porta romana. “Questi primi giorni sono stati un po’ duri” dice Tullia a TO “sia perché restiamo aperti fino alle 22, sia perché la clientela chiede servizi che prevedono più tempo. D’altra parte per chi è abituato a curarsi ritrovarsi di fronte ad uno stop lungo più di due mesi, comporta un forte disagio. Così abbiamo previsto dei pacchetti completi per la cura del capello”.
La clientela cerca qualcosa di nuovo? “Assolutamente sì, la maggior parte chiede di stravolgere il taglio, per cambiare look, quasi a lasciarsi alle spalle questo periodo nero”.
Non poche le attenzioni da seguire per la sicurezza: “la ripartenza ha comportato non poche spese per la sanificazione dei locali del salone come per l’acquisto dei dpi, tutti monouso. Ad ogni cliente forniamo mascherina, guanti, gel per le mani, schermi protettivi, kimono, asciugamano e dalle due alle tre mantelline a seconda del tipo di intervento da effettuare sul cliente. Io e i miei collaboratori invece dobbiamo indossare guanti in nitrile, mascherina e visiera”.
Il peggio quindi sembra passato e in qualche modo le parole della Cutini sembrano confermarlo. “E’ stato un periodo difficile, io poi avevo interrotto l’attività già prima del decreto di chiusura perché avvertivo la preoccupazione delle clienti; non sapevo se stavo facendo la cosa giusta, ma non volevo rischiare la salute di nessuno”.
Con il personale in cassa integrazione, “ho dovuto intaccare i risparmi per far fronte comunque alle spese per le utenze e tasse; sono comunque ottimista, voglio essere ottimista quindi guardo al domani con fiducia” conclude Tullia.
Una cliente paga. “E’ stato bello rivederti” le dice la titolare del salone; “Non puoi sapere quanto lo desideravo io” risponde la cliente indubbiamente soddisfatta per il nuovo taglio.
Iris estetica “Prenotazioni lunghe”
Ci spostiamo in Via Manin, presso il Parco commerciale San Magno dove ad attenerci ci sono Elisa Balani e Margherita Orlandi, titolari del centro Iris estetica.
Fino a poche prima di lunedì scorso non sapevano ancora se avrebbero potuto riaprire. “Eravamo tra i settori più critici insieme a palestre e piscine” ricorda Elisa “il via libera alla riapertura ci è arrivato sabato sera e abbiamo cominciato una corsa contro il tempo per poter aprire lunedì 18”.
La sanificazione dei locali, l’igienizzazione dell’impianto di climatizzazione e, ancor più, l’acquisto dei dispositivi di protezione, che ancora scarseggiano, sono stati ostacoli che le due socie sono riuscite a superare a tempo di record.
“Abbiamo una lista di prenotazioni molto lunga” commenta Margherita “e anche perdere un giorno avrebbe significato un problema per la clientela. E’ vero che facciamo un orario continuato ma i tempi per i servizi si sono prolungati di molto”.
Abbiamo tre postazioni, gli appuntamenti vengono dati con almeno 10’ di differenza tra un cliente e l’altro a cui si aggiungono 20’ per la sanificazione completa della postazione”. Uno svantaggio che si ribalta inevitabilmente sui costi dell’attività, anche se alla Iris hanno preferito non ritoccare i costi se non per una quota simbolica (2 euro) per fronteggiare le spese dei dpi. “Ai clienti forniamo mascherina, guanti e gel per le mani; noi indossiamo divise o kimono, guanti e visiere per proteggere il viso”.
Il servizio più richiesto, anche dei clienti uomini che sono tornati a farsi vedere, è quello della epilazioni. A seguire manicure, pedicure e la ricostruzione unghie.
“E’ stato un periodo che abbiamo vissuto con ansia” conclude Elisa “ma siamo contente di averlo superato e di poter ricominciare la nostra attività con più volontà e passione di prima”.
Il ristoratore “Clienti entusiasti e responsabili”
Quello della ristorazione è invece una attività che si muove a passi un po’ lenti. Non tutti infatti hanno alzato le saracinesche delle proprie sale, magari in attesa di vedere come risponderà il pubblico. Più facile riprendere il servizio di ristorazione per coloro che durante il lockdown hanno reinventato la propria cucina per il food delivery e il take away.
Tra questi c’è il re della ristorazione folignate, Paolo Berti, titolare di tre locali (due in centro, il “Me te magno” e la “Enoteca del gusto”, mentre il “Mente locale” si trova a Piazza umbra) capaci di incontrare ogni gusto della clientela.
Lo raggiungiamo a Piazza Don Minzoni dove si trova il noto ‘Me te magno’, ritrovo della Foligno chic e di chi ai buoni manicaretti non disdegna un servizio impeccabile.
“La ripresa è stata buona in tutti i locali” ammette Berti “mi ha colpito l’entusiasmo della gente e il rispetto delle regole di sicurezza, a partire dal distanziamento sociale. La clientela è variegata, non solo adulti ma anche famiglie con bambini e questo ci ha fatto molto piacere”.
Le difficoltà sono state soprattutto quelle legate alla cassa integrazione dei dipendenti che però Paolo è riuscito già dalla scorsa settimana a riassumere tutti in servizio. “Da una cassa integrazione al 100%, siamo passati al 10-15%” commenta con soddisfazione “confido di abbattere nel giro di poco anche questa minima percentuale”.
Il lockdown però ha portato il locale a guardare al futuro: “non potendo portare il menù al tavolo, per ovvi motivi legati alla igienizzazione di questo, abbiamo potenziato il sito internet così da poter facilitare la prenotazione e avviato il Qr code menù. Grazie poi ad alcuni nostri fornitori abbiamo ampliato l’offerta dei menù della cucina come della selezione dei vini, il tutto senza necessità di ritoccare i prezzi”.
Durante lo ‘stop’ Paolo si è ingegnato a creare anche una nuova linea di cocktail da asporto che è stato un vero successo, tanto che la sua produzione ha fatto nascere un ramo d’azienda.
La linea si chiama “CocktElia” (in onore del figlioletto Elia, così come per la figlioletta Mia Paolo ha creato la linea “Miaceescake”) ed è realizzata artigianalmente: basta aggiungere tanto ghiaccio e il cocktail è servito.
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