di Christian Napolitano (*)
Anche per il bimestre novembre-dicembre 2012 l’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Foligno ha erogato una quantità significativa di risorse a sostegno di tutte quelle famiglie colpite dalla crisi economica ed in situazione di grave disagio sociale, assistendo 215 nuclei familiari con uno stanziamento di € 50.148,10.
Si registra, pertanto, un ulteriore peggioramento delle condizioni di vita dei cittadini e dei lavoratori folignati rispetto ai due mesi precedenti, nei quali erano stati assistiti circa 200 nuclei familiari con una spesa di € 42.882,45.
Complessivamente, dall’inizio dell’anno, per gli interventi di lotta alla povertà e di contrasto alla crisi il Comune ha erogato € 271.981,05 assistendo, in media, circa 220 famiglie al mese. A questa somma vanno ad aggiungersi altri € 30mila stanziati per i “contributi per la locazione” a sostegno delle famiglie disagiate che, unitamente alle risorse appositamente trasferite dalla Regione, verranno erogati con uno specifico bando, nonché € 25mila erogati alla Caritas Diocesana per i servizi di mensa e di accoglienza.
Nell’insieme, quindi, le risorse stanziate in questo settore ammontano ad oltre € 326mila: una cifra decisamente importante, che dà il senso dell’attenzione e dell’impegno con cui l’Assessorato alle Politiche Sociali sta cercando di fronteggiare la crescente povertà nel territorio folignate, ma, purtroppo, anche il segno che la crisi è tutt’altro che finita.
La stragrande maggioranza delle persone assistite dagli Uffici della Cittadinanza e dagli assistenti sociali, infatti, al di là del contributo che viene loro dato per far fronte ai bisogni primari (e che, nella generalità dei casi, li aiuta a non cadere nella disperazione), chiede essenzialmente un lavoro: su questo terreno, però, il Comune non ha gli né strumenti né le competenze per poter intervenire, specie in una situazione in cui il governo Monti non ha messo in campo, in alcun modo, una seria politica per il lavoro.
Già nei mesi precedenti, come assessore alle Politiche Sociali, ho pubblicamente denunciato come l’azione portata avanti dall’esecutivo nazionale finisse per scaricare tutto il peso della crisi sulle spalle dei lavoratori e sulle fasce sociali più deboli. E, contestualmente, ho lamentato come nella lotta alla povertà gli Enti Locali fossero stati lasciati soli, con le loro poche risorse, spesso insufficienti per far fronte alle drammatiche esigenze dei cittadini. Oggi che Monti si è dimesso, che le Camere sono state sciolte e che si tornerà (finalmente!) a votare, il giudizio sull’operato del governo e sulle forze parlamentari che l’hanno sostenuto è ancora più duro.
Allo stesso tempo, forte di un ordine del giorno approvato dal Consiglio Comunale, in questi mesi ho sostenuto la necessità di istituire (se non a livello nazionale almeno a livello regionale) una sorta di “reddito sociale”, a favore di soggetti disoccupati, inoccupati o precariamente occupati, con un reddito inferiore a € 7mila annui, quale ammortizzatore sociale universale a sostegno dei lavoratori colpiti dalla crisi economica, siano essi lavoratori subordinati, lavoratori autonomi, commercianti, artigiani, professionisti ecc.
Per il futuro, infatti, le amministrazioni comunali, compresa quella di Foligno, senza una vera politica nazionale per il lavoro e senza un riordino dell’attuale sistema degli ammortizzatori sociali, avranno sempre più difficoltà nel contrastare la crescente povertà nei propri territori e nel far fronte alle inevitabili tensioni sociali che ne scaturiranno.
(*) Assessore alle politiche sociali, edilizia residenziale pubblica, servizi generali