Mercoledì 13 dicembre, come da tradizione secolare, si celebra a Foligno la tradzionale Festa di Santa Lucia: una giornata particolarmente attesa e sentita dai folignati di tutte le età, che per l’occasione affolleranno lo storico Monastero di Santa Lucia, per rendere omaggio alla protettrice della vista.
Un culto, quello folignate, del tutto particolare, ed in qualche modo unico in Italia: proprio perche strettamente legato anche all’aspetto cultural gastronomico, grazie alle tipiche ‘cialde’ vendute esclusivamente il 13 dicembre, nelle apposite bancarelle allestite di fronte la chiesa.
Le celebrazioni religiose cominciano alle 7 ed alle 8 è prevista la Santa Messa presieduta da Monsignor Gualtiero Sigismondi Vescovo di Foligno. In programma una messa ogni ora sino alle 12 e poi dalle 16 alle 19 con la possibilità di accostarsi al Sacramento della Riconciliazione. Altra tradizione devozionale consistente nel ‘baciare il piede’ alla statua lignea della Santa, esposta al pubblico soltanto un giorno all’anno.
Si ricorda inoltre il divieto di sosta e transito nella zona a ridosso il monastero e l’ex ospedale, per consentire l’allestimento delle bancarelle, l’afflusso di fedeli e lo smontaggio delle strutture.
“Santa Lucia: lu jornu più curtu che ce sia” con questo detto in vernacolo folignate, si indica la vittoria della luce sulle tenebre, riprendendo indirettamente rituali addirittura precristiani, poi collegati – non a caso – alla festività della Santa della Luce. Seppur con qualche giorno d’anticipo rispetto al solstizio d’inverno, fissato a dire il vero per il 21 dicembre.
.Stando ad alcuni esperti di storia locale, la cialde sarebbe da ricollegarsi a Santa Lucia, in quanto la forma stessa sarebbe un richiamo diretto agli occhi della martire, ritratta infatti nell’iconografia cristiana sempre coi suoi occhi in mano. L’uso di preparare questi tipici dolci risale alla fine del XV secolo, precedentemente infatti i ‘ferri da cialda’ venivano utilizzati solo per la produzione di ostie consacrate. Nella metà del ‘400 si sviluppa in città una speciale quanto ricca produzione di ferri da cialda, particolarmente ambiti quelli dell’incisore Francesco detto il ‘Roscetto’. Nel quartiere de ‘Le Puelle’ – attuale zona di via Mentana – molte famiglie ne conservano ancora di originali e funzionanti.