Elisabetta Piccolotti, capogruppo di Sinistra Ecologia e Libertà fa sapere di aver proposto due atti in Consiglio comunale: il primo – sottolinea – è simbolico e mira ad intitolare una via o una sala a Stefano Cucchi, morto in carcere “mentre era nella custodia dello Stato, a cui è stata negata verità e giustizia dai tribunali italiani. Quella via – scrive – sarebbe un monito a riformare in senso garantista il sistema detentivo italiano e a mettere la parola fine sugli abusi. In memoria di Stefano, ma per il futuro di tutti noi”.
Il secondo atto chiede di inserire la clausola di salvaguardia dei lavoratori in tutti i bandi di gara che interessano servizi pubblici esternalizzati del Comune di Foligno o delle società da esso partecipate.
Le esternalizzazioni infatti hanno favorito una dinamica di riduzione dei salari e delle tutele, generando una grave disparità tra i lavoratori diretti dell’Ente e coloro che sono impiegati in società o cooperative esterne. Il frequente cambio appalto – fa notare la Piccolotti – produce un aumento della precarietà dei lavoratori e delle lavoratrici, i quali non solo non hanno certezze rispetto alla riassunzione presso il nuovo affidatario, ma molto spesso vedono azzerarsi anche gli scatti di anzianità e altre parti del salario accessorio precedentemente contrattate.
Dopo la vicenda del licenziamento del 50% dei letturisti della Vus nel 2011 a seguito del cambio appalto – prosegue – pensavamo che il Comune avesse imparato la lezione.
Invece ho scoperto con sbigottimento che nel nuovo bando, aggiudicato poche settimane fa per lo stesso servizio, ancora una volta non c’era clausola di salvaguardia.