Siamo alle strette per l’estenuante crisi di maggioranza che si trascina da mesi, tenendo l’attività amministrativa bloccata per mancanza del numero legale.
La quadratura del cerchio sembra ormai vicina: discusso il documento programmatico che prevede alcune nuove priorità per la seconda metà della legislatura. Un atto sul quale sarebbe arrivato il sostanziale via libera da parte del Partito Democratico, del Psi, della lista civica Foligno Soprattutto e della lista civica centrista-ronconiana Movimento per Foligno. Una svolta l’adesione di quest’utlima considerando che il suo consigliere Lorenzo Schiarea è uno dei ‘dissidenti’ più caparbi. Ma è ancora presto per dire che lo scoglio è superato, anche perchè in politica mai dire mai, ed in una sola notte tutto può succedere.
Il Partito Democratico ad esempio, ha definitivamente perso per strada Lorella Trombettoni passata al Gruppo Misto ed Elio Graziosi sempre nel Gruppo Misto ma particolarmente attento alle evoluzioni di Sinistra Italiana. Graziosi ha più volte ‘salvato’ dal naufragio la barca della maggioranza, ma ora intende dettare le sue condizioni.
E poi c’è Moreno Finamonti, considerabile un ex piddino – almeno per ora – considerando che non avrebbe nemmeno rinnovato la tessera del partito.
Nodo da decifrare anche quello dei socialisti: vero che l’assessore Emiliano Belmonte resta fedelissimo al sindaco Mismetti e che tutte le segreterie, da quelle locali a quelle nazionali, si sbracciano a difenderlo e ad assicurare sostegno alla giunta folignate, ma di fatto Roberto Ciancaleoni resta capogruppo dei Socialisti Riformisti in Consiglio comunale e non intende affatto sostenere Mismetti e la sua squadra.
Come se ne uscirà? Ammesso che se ne uscirà… Sono aperti diversi scenari, dal rimpasto al mini rimpasto di giunta con una redistribuzione delle deleghe. Il Movimento per Foligno vorrebbe una poltrona da assessore ma il resto del centrosinistra non vorrebbe il ribelle Schiarea e si fa quindi il nome di Marta Baldan, prima dei non eletti della lista ronconiana.
Anche il socialista Ciancaleoni reclama spazio in giunta ma per adesso Belmonte resterebbe blindato per evitare ripercussioni nelle amministrazioni di Provincia e Regione. A rischiare la testa sarebbe quindi un assessore piddino, ma toccare le ‘quote rosa’ per Mismetti potrebbe essere rischioso.
Al sindaco resta sempre la carta delle dimissioni – come fece il sindaco di Roma Ignazio Marino – per presentare poi una sorta di ‘Mismetti bis’.
Unica cosa certa: i tempi, sempre più ristretti.