Foligno

Foligno “Covid Hospital”, il centrosinistra: “Scelta obbligata ma tardiva”

Scelte obbligate, ma tardive. L’opposizione di centrosinistra, interna ed esterna al consiglio comunale di Foligno parla così della trasformazione dell’ospedale di Foligno in “Covid-Hospital”.

Il primo piano elaborato dalla Giunta Tesei, che prevedeva gli “Ospedali COVID-19” di Pantalla e Città di Castello, con una fugace apparizione di quello di Branca, da subito non è sembrato adeguato per le emergenze del momento, ma soprattutto per affrontare il potenziale allargamento del contagio. L’emergenza in atto va affrontata con rapidità e determinazione, senza dimenticare la sicurezza dei pazienti e degli operatori sanitari, nonché le “ordinarie” esigenze dei cittadini umbri, e non solo. Ora la Presidente è corsa ai ripari prevedendo – con il consenso della Giunta Zuccarini – la riconversione “parziale e temporanea” dell’Ospedale di Foligno per fronteggiare l’emergenza Coronavirus“, dicono Pd, Patto per Foligno, Foligno 2030, Foligno in Comune, Foligno Soprattutto ed i gruppi consiliari di centrosinistra.

In primis appare evidente come la creazione di poli “misti”, in luogo di “poli interamente dedicati all’emergenza COVID-19”, che trattano pazienti affetti da Coronavirus e non, seppur dotati di percorsi differenziati e dedicati, non garantisce la piena sicurezza dei degenti e del personale sanitario – spiegano – con il rischio che le strutture ospedaliere possano diventare potenziali “incubatori” con effetti devastanti in termini di contagio. È purtroppo vero che al momento continuano a moltiplicarsi appelli a favore dell’Ospedale di Foligno per reperire mascherine, guanti e camici, cioè le basilari dotazioni di protezione per il personale sanitario. Un segnale molto preoccupante, in considerazione della decisione di rendere la struttura mista “Covid – no Covid”, dove il personale tutto deve essere assolutamente protetto per garantirne l’incolumità e per non permettere ulteriori contagi“.

L’aspetto dell’assoluta protezione del personale sanitario e le necessarie forniture di dispositivi di protezione doveva essere affrontato contestualmente alla decisione di rendere l’Ospedale di Foligno misto “Covid – no Covid”. Inoltre la scelta di gestire l’emergenza COVID-19 avvalendosi degli unici ospedali umbri, Perugia-Foligno-Terni, dotati di emodinamica e chirurgie specialistiche, rischia di minare alle fondamenta la stabilità e la sicurezza del sistema sanitario umbro.
Coinvolgere tutte e tre tali strutture ospedaliere significa compromettere l’offerta di assistenza specialistica qualificata a pazienti affetti da gravi patologie, che oggi rappresentano le principali cause di morte nella società occidentale. Per quanto riguarda l’Ospedale di Foligno in particolare, il personale sanitario ha bisogno di precise istruzioni ed indicazioni per quanto attiene l’organizzazione e la gestione dell’attività post-ordinanza.
Non è chiaro quanti saranno i posti letto della Rianimazione dedicati all’attività “NON-COVID-19” e le ripercussioni sull’andamento delle specialità chirurgiche, dell’emodinamica e della “Stroke Unit” neurologica.
Le forze politiche ed i gruppi consiliari di centrosinistra esprimono vicinanza al personale sanitario ed ai pazienti, che subiranno disagi vista la delocalizzazione di numerose attività in altre strutture ospedaliere umbre, con alcune che rischiano addirittura l’interruzione, basti pensare alla radiologia interventistica e la radioterapia intraoperatoria che non possono essere eseguite nell’ospedale di Spoleto.

Visto il percorso intrapreso dalla Giunta Regionale, chiediamo alla Presidente Tesei l’immediato potenziamento dell’Ospedale di Foligno sia per quanto riguarda l’organico di medici ed infermieri, che la dotazione di attrezzature per garantire la sicurezza dell’intero presidio ospedaliero nella gestione del sistema misto “Covid – no Covid”.
Le forze politiche ed i gruppi consiliari di centrosinistra chiedono un impegno pubblico da parte della Presidente Donatella Tesei, che al termine dell’emergenza la struttura folignate non solo a riprenda per intero le sue funzioni, ma che le attività specialistiche vengano potenziate per rispondere alle esigenze di un bacino di popolazione che ormai ha valicato i confini regionali, favorendo altresì la possibilità di assistenza anche attraverso visite da remoto, avvalendosi di nuove modalità come la telemedicina e l’interazione a distanza, rese possibili da tecnologie di possibile immediata implementazione.
Infine si ritiene che il Sindaco e la Giunta Comunale debbano fare la loro parte anche assicurando che si investa con urgenza sulla rete dei servizi assistenziali socio-sanitari e sulla componente, in questa fase determinante, dei medici di famiglia e delle strutture presenti sul territorio per i cittadini.”