E’ stato scongiurato il pericolo di morte per una grande quantità di pesci in evidente difficoltà nelle acque del fiume Tevere, in prossimità del ponte di legno di Ponte San Giovanni (Perugia), esattamente all’altezza dell’invaso a monte della centralina idroelettrica. L’allarme è stato dato da un pescatore che, alla vista dei pesci che boccheggiavano a pelo d’acqua all’apparente ricerca di ossigeno, ha immediatamente chiamato l’ittiologo Mauro Natali dell’Ufficio Gestione Fauna Ittica della Provincia di Perugia il quale, oltre a recarsi personalmente sul posto, ha allertato la Polizia Provinciale. Gli agenti, avendo verificato la criticità della situazione, hanno chiesto l’intervento dell’ARPA – Agenzia Regionale per l’Ambiente e, contemporaneamente, hanno dato il via ad una serie di controlli per cercare di individuare la possibile causa del fenomeno.
E’ intervenuto anche il Servizio Gestione Idraulica della Provincia di Perugia. I tecnici dell’Ente hanno immediatamente deciso di aprire lo sbarramento della centralina per abbassare il livello dell’acqua, permettendo il ricambio necessario a ridare la giusta quantità di ossigeno e venire tempestivamente in aiuto della fauna ittica in difficoltà. L’ARPA sta effettuando le analisi delle acque per poter definire la causa della vicenda, ma da un primo esame sembra possibile ipotizzare un abbassamento del livello di ossigeno non riconducibile a fenomeni naturali e lo dimostrerebbe il fatto che, a valle dello sbarramento, i pesci, prevalentemente delle specie cavedani, alborelle, rovelle e lasche, si rivitalizzavano immediatamente.
Il presidente della Provincia di Perugia Marco Vinicio Guasticchi e il consigliere provinciale delegato alla caccia e pesca Franco Granocchia ritengono molto opportuno il tempestivo intervento dell’Ente che ha permesso di salvare una grandissima quantità di pesci, limitandone la moria a pochissimi esemplari. C’è l’impegno da parte dell’Ente a fare chiarezza su questi fenomeni e sulle cause che li determinano