Fipe-Confcommercio della provincia di Perugia plaude alla decisione presa dalla I e X Commissione del Parlamento di ripristinare i requisiti morali riguardo alla somministrazione di alimenti e bevande per chi organizza sagre, feste religiose o di partito. L’articolo 41 del decreto legge semplificazioni, infatti, aboliva tali requisiti, morali e professionali, col rischio – a detta di Romano Cardinali, presidente Fipe della provincia di Perugia – di una concorrenza sleale “creata dai circoli a danno delle attività commerciali propriamente inquadrate e soggette a obblighi di legge più complessi e articolati. Non è un caso che alcuni circoli nascano proprio con l’obiettivo di effettuare in maniera impropria, ma paradossalmente consentita dalla legge, un’attività da esercente”.
Non solo. Il pericolo, secondo l’associazione dei commercianti, sta anche nel fatto che, senza alcun obbligo morale e professionale, si favorirebbero comportamenti illegali, come per esempio la somministrazione di alcolici a persone di qualsiasi età e a qualsiasi ora. Cosa chiaramente vietata ai pubblici esercizi, ma non ai circoli privati, alle sagre e alle feste religiose e di partito. Aver tolto, in un’ottica di semplificazione, l’autorizzazione di pubblica sicurezza ai circoli privati che somministrano alimenti e bevande, infatti, impedisce l’intervento preventivo da parte delle forze dell’ordine in caso venisse ravvisata una situazione di pericolo per i cittadini. In altri termini questo significa che polizia e carabinieri non potrebbero accedere immediatamente al luogo dove si somministrano cibi e bevande, ma dovrebbero attendere il mandato del magistrato.
A rischio, secondo la Confcommercio, sarebbe la stessa salute dei cittadini: “le situazioni di pericolo – si legge nel comunicato – vanno da quelle più gravi (dalla rissa al riciclaggio di denaro sporco passando per lo spaccio di sostanze tossiche) a quelle apparentemente meno gravi, come per esempio il consumo di alcolici a persone di qualsiasi età e a qualsiasi ora. I circoli continuerebbero infatti ad essere soggetti al divieto di somministrazione di alcolici oltre le 3 del mattino, ma senza l’autorizzazione di pubblica sicurezza diventano luoghi esenti dai blitz”. Insomma, si garantirebbe impunità totale ai gestori dei circoli privati mettendoli di fatto al riparo dai blitz che Nas, Asl, Polizia o Guardia di finanza effettuano invece con sempre più efficienza nel resto dei pubblici esercizi.
Il parere contrario, espresso ieri dalla I e X Commissione, fa ben sperare. Ora tocca all’Aula di Montecitorio esprimersi sulla vicenda.
Car. Gaz.