Valnerina

Fioritura a Castelluccio, contingentare gli accessi e programmare il futuro

La Fioritura a Castelluccio di Norcia è ormai da anni un appuntamento imperdibile e, vuoi il passa parola, vuoi che in questo mese e poco più dopo la fine della quarantena ci spostiamo perlopiù in territorio nazionale e all’aria aperta, il Pian Grande quest’anno è stato letteralmente preso d’assalto dai visitatori.

Per questo si ripresenta ancora una volta l’annoso problema della viabilità e dei parcheggi in questo luogo di natura incontaminata che per qualche settimana regala una meraviglia di colori ed emozioni.

Nelle intenzioni tutti sembrano essere d’accordo: rispetto per il paesaggio. Il buon senso richiama infatti a trovare soluzioni come la limitazione dell’accesso all’area della Fioritura, la protezione dei campi che vengono invasi dai turisti, parcheggi adeguati e magari servizi navetta per ridurre l’afflusso diretto delle auto.

Questo è quello che anche il nostro sondaggio ha rilevato con una netta prevalenza di chi è a favore per la tutela del territorio (75%).

Nella pratica invece anche quest’anno si è ripresentato lo stesso identico problema di quelli precedenti, se non addirittura aumentato. E anche quest’anno se ne parlerà l’anno prossimo.

Legambiente “Regolare gli accessi”

Su questo tema torna a intervenire anche Legambiente che ribadisce la necessità di regolamentare il flusso turistico verso le bellezze naturali della Valnerina e dei Sibillini.

“Un evento come quello della fioritura e un paesaggio di così straordinaria bellezza come quello del Pian Grande, del Vettore e dei Monti Sibillini giustamente attirano turisti da tutt’Italia, ma senza una regolamentazione chiara degli accessi diventa insostenibile la pressione turistica che tra giugno e luglio si riversa sugli altipiani di Castelluccio per godere della fioritura.

Anche quest’anno si è arrivati colpevolmente all’emergenza senza che il Comune di Norcia, la Comunanza Agraria di Castelluccio e il Parco Nazionale dei Monti Sibillini abbiano trovato il modo di gestire e contingentare gli accessi, prevedendo anche servizi di bus navetta, così da ridurre la pressione di migliaia di autoveicoli, all’interno di un quadro di regole certe e condivise in grado di accompagnare lo sviluppo del territorio per rinascere dalle macerie del terremoto, degno di un paesaggio così straordinario, connubio profondo e ancestrale tra uomo e natura.”

Così commentano – Maurizio Zara presidente di Legambiente Umbria e Antonio Nicoletti responsabile nazionale aree protette e biodiversità di Legambiente “I prossimi fine settimana di luglio ci attende sicuramente una situazione ben peggiore per questa ragione ci appelliamo alle istituzioni che hanno abbandonato qualsiasi idea di programmare per tempo il flusso turistico, che per fortuna continua a prediligere questo territorio, che va però accompagnato a scelte di mobilità sostenibile per garantire la conservazione di in uno degli altipiani più vasti dell’Italia centrale e al tempo stesso una delle zone più singolari e di qualità paesistica dell’Appennino dell’Italia Centrale.

E senza pensare a proposte costose e inutili come gli impianti a cremagliera, una soluzione semplice e di poco impatto ci sarebbe ed è un Regolamento degli accessi e per lo stazionamento automezzi proposto già nel 2018 dal Parco Nazionale dei Monti Sibillini e mai applicato, che garantirebbe l’interesse degli abitanti e delle attività economiche e la salvaguardia dei luoghi evitando il parcheggio sui prati e la sicurezza delle persone”.

La proposta del Parco

La proposta del Parco del 2018 – evidentemente dimenticato in qualche cassetto – prevede un piano modulare con aree di sosta con chiusura fino ad esaurimento dei posti, cominciando da quelle più prossime al Centro abitato, come l’anello stradale intorno a Castelluccio, altre successive aree di sosta per auto e per pullman a Forca di Presta, Forca di Gualdo e Scentelle, fino a quelle previste al Bivio Norcia-Arquata e dal Bivio da Arquata-Montegallo da attivare dopo il completamento delle prime.

Un piano che richiede ovviamente l’organizzazione di un servizio di navette tra Norcia e Scentinelle e tra Arquata e Forca di Presta, l’utilizzo di sistemi semaforici e il presidio di personale autorizzato a regolare gli accessi e controllare che tutto avvenga secondo le regole. Determinante per il buon funzionamento del regolamento anche un’adeguata e capillare informazione, attraverso la stampa e gli altri media tra cui anche i social network, ma anche adeguata segnaletica lungo le strade di avvicinamento. Insomma uno strumento che viene applicato normalmente in qualsiasi area protetta, e al quale tranquillamente si adeguano i turisti che vogliono fruire di patrimoni naturali unici.

“Certamente questo afflusso turistico – continuano Maurizio Zara e Antonio Nicoletti – è una boccata d’ossigeno per il territorio dopo la crisi causata dal terremoto e il lockdown, ma non si può sostenere un modello di turismo che non fa i conti con le fragilità di un contesto ambientale che ha bisogno di attenzione e di una programmazione per consolidare la sua rinascita nell’ottica della sostenibilità ambientale in cui deve emergere in maniera autorevole il ruolo del Parco per le soluzioni più adeguate e innovative per mitigare e ridurre le pressioni sugli ecosistemi che propone e non quelle che subisce. Per questa ragione – concludono – la problematica della fruizione compatibile del bacino di Castelluccio deve essere affrontata e risolta in un confronto fra Ministero dell’Ambiente, Parco Nazionale dei Monti Sibillini, Regione Umbria, Comune di Norcia, comunità locali e associazioni ambientaliste.”