Continua a tenere banco, anche a livello nazionale, la nuova uscita del sindaco di Terni durante il consiglio comunale di ieri, 22 gennaio. Nell’ambito della discussione di un atto inerente la parità di genere il sindaco si è inoltrato in una delle sue solite esternazioni provocatorie: “Un uomo normale guarda il bel culo di un’altra donna e forse ci prova anche. Poi se ci riesce, se la tromba anche. Se poi non ci riesce, invece torna a casa. Ora, offendetevi quanto cazzo volete, ma questa è la mia idea”. Le opposizioni abbandonano l’aula per protesta, ma ormai l’ennesima ‘bandecchiata’ è servita e Terni è balzata nuovamente all’onore delle cronache nazionali. Il tutto a pochi giorni di distanza dallo scontro Bandecchi-Orrico durante la trasmissione Agorà.
L’uscita di Bandecchi è stata ripresa da tutta la stampa nazionale, e anche internazionale, e non è sfuggita neanche a Fiorello e alla trasmissione di “Viva Rai2!” (dal minuto 41). “In confronto, il Generale Vannacci è Vladimir Luxuria” – scherza Fiorello, che subito rincara la dose – “Se la Rai stava cercando qualcuno per la famosa educazione sentimentale, lo ha finalmente trovato. Pensate che Paola Cortellesi farà il prossimo film su di lui”.
“Le parole e i toni utilizzati nel dibattito del Consiglio Comunale di Terni non corrispondono alla cultura della collettività Umbra tutta, laddove negli anni – con un costante lavoro di rete – sono state portate avanti campagne di sensibilizzazione, convegni, formazione, istituzioni di numeri di telefono di pronto intervento e aiuto, case rifugio, centri antiviolenza: tutte azioni mirate a ridurre il fenomeno della violenza di genere intesa in tutte le sue forme ( stalking, violenza sessuale, violenza psicologica, abusi, mobbing, e abusi sui posti di lavoro …)”. È quanto afferma la presidente del Centro regionale per le Pari opportunità (CPO) della Regione Umbria, Caterina Grechi, intervenendo a nome del CPO.
“In particolare – prosegue – occorre ribadire un concetto cruciale: la violenza sulle donne nasce e cresce su radici culturali e sociali precise, sulla pervasiva persistenza di stereotipi di genere che vanno prima di tutto riconosciuti per poi essere eradicati; stereotipi che serpeggiano nel nostro senso comune, nel nostro linguaggio e nelle nuove forme di comunicazione. In questo senso – conclude – le recenti considerazioni del Primo Cittadino di Terni rappresentano -nella forma e nella sostanza- un luminoso esempio di ciò che si auspica possa cadere in disuso nei costumi, nella sensibilità e nel linguaggio – tanto più quello all’interno delle Istituzioni”.
Nella mattina di oggi, 23 gennaio, il consigliere del M5S Claudio Fiorelli, tramite una nota, è intervenuto ancora sulla ‘bandecchiata’: “Il sindaco di Terni non distingue il suo ruolo istituzionale dalla mera chiacchiera da bar, dove pure le sue dichiarazioni sarebbero ritenute inaccettabili. Quanto successo ieri nel consiglio comunale è l’ennesimo episodio inqualificabile. La normale dialettica politica ha ormai lasciato posto a una questione che sta diventando sociale. E allora mi chiedo dov’è il Prefetto di Terni che ancora non si è fatto sentire? Non è accettabile il silenzio dello Stato mentre tanti giovani assistono agli sproloqui del primo cittadino pensando che questa sia la normalità. E cosa la dice la Chiesa di questo continuo turpiloquio che incide pesantemente sulla vita della nostra comunità? Il punto non è cosa pensa Stefano Bandecchi, ma la dicitura “sindaco di Terni” che lo accompagna nelle ospitate televisive così come sugli articoli di stampa, nazionali e non solo. La misura è colma. Quello che dice Stefano Bandecchi riguarda tutti i ternani, quando parla da sindaco deve imparare a darsi un contegno ed esprimersi in modo istituzionale“.