Venerdì a Terni la riunione dell'Ordine: danno erariale non imputabile ai professionisti | In ballo 25mila multe
I postini continuano a recapitare multe nella Asl 2 dell’Umbria ai proprietari di animali a cui è stato apposto il microchip in ritardo rispetto ai tempi di legge. L’obbligo scatta infatti entro 60 giorni dalla nascita degli animali (e comunque prima che il cucciolo venga venduto) ed entro 10 giorni nel caso di animali provenienti da fuori Umbria.
Sanzioni arretrate (in alcuni casi vengono contestati anche ritardi relativi al 2018), che per i proprietari di molti cani – ad esempio cacciatori, ma non solo – arrivano a diverse migliaia di euro. La sanzione è infatti di 200 euro a testa.
Contestazioni che però, secondo un’interpretazione, andavano fatte entro 90 giorni dalla registrazione all’anagrafe canina. E che quindi sarebbero illegittime. Con il rischio che questa gigantesca macchina della riscossione tardiva che si è messa in moto alla Asl 2 – sono circa 25mila le sanzioni complessive stimate – produca un ulteriore danno erariale, oltre a quello sul quale ha già acceso la lente la Corte dei conti.
Una situazione che potrebbe chiamare in causa anche i veterinari liberi professionisti. Che non hanno potere sanzionatorio, ma che, secondo la legge 689/81, avrebbero dovuto obbligatoriamente comunicare alle autorità la tardiva microchippatura degli animali. E sempre sulla base di questa legge, c’è poi tempo 5 anni per la riscossione di una sanzione che però deve essere contestata entro 90 giorni.
Per fare il punto su questa ingarbugliata situazione, venerdì pomeriggio si è svolta una riunione organizzata dall’Ordine dei veterinari di Terni. Il cui presidente, Danilo Serva, è anche direttore Dipartimento di prevenzione della Asl2 a cui afferiscono anche i servizi veterinari. Nella riunione è stato acquisito un parere legale secondo cui i liberi professionisti non sarebbero imputabili per l’eventuale danno erariale.
Restano, però, i problemi con i proprietari dei cani, loro clienti, che comunque imputano al veterinario la mancata comunicazione di una regola, quella sui tempi entro i quali deve essere inserito il microchip, che in pochi conoscevano. E che pochissimi hanno rispettato, anche a causa di un errore nel sistema, che consentiva l’inserimento anche oltre i termini, senza segnalare automaticamente il ritardo.