Due donne, ultrasessantenni, raggirate sui social da finti spasimanti, al fine di spillare loro dei soldi. Entrambe hanno denunciato le rispettive truffe subite ai carabinieri di San Gemini.
Il finto “attore turco”
Il primo caso ha portato alla denuncia in stato di libertà, da parte dei militari, per truffa aggravata e sostituzione di persona, un 72enne residente nel Nord Italia. Nello scorso mese di gennaio, una donna ultrasessantenne di San Gemini ha denunciato presso la locale Stazione Carabinieri di esser stata vittima di un raggiro sentimentale, noto anche come “romance scam”, con il quale è stata artificiosamente indotta a versare ripetute somme di denaro mediante ricariche su carta prepagata per un totale di circa 1.500 euro In particolare la querelante ha riferito che, nell’estate del 2024,
Navigando su un noto social network, un anno fa, aveva iniziato a seguire la pagina di un attore turco, mettendo svariati “like” e commentando più volte i post pubblicati. Dopo qualche mese l’ultrasessantenne, residente a San Gemini, era stata contattata, tramite altra piattaforma di messaggistica istantanea, da un soggetto qualificatosi come responsabile della pagina social dell’attore, che la informava di essere stata estratta tra i vari followers e di essere vincitrice di un telefono cellulare.
Per procedere alla spedizione, il presunto agente aveva richiesto copia dei documenti d’identità della donna ed il pagamento di 500 euro per le spese di spedizione, da effettuare tramite bonifico bancario.
Vista l’anomala richiesta, la donna, dopo aver raccontato tutto ai propri familiari, aveva compreso di essere vittima di un tentativo di truffa, per cui aveva bloccato la pagina “sospetta”. A settembre, tuttavia, la donna aveva iniziato a seguire un’altra pagina riconducibile al medesimo attore, commentando e mettendo like ai relativi post. Vista la frequenza dei commenti, la donna era stata contattata mediante la solita piattaforma di messaggistica da una persona che, stavolta, si era presentata come agente dell’attore, comunicandole che quest’ultimo era intenzionato a contattarla personalmente.
Da quel momento è iniziata un’intensa attività di contatti con il sedicente attore, con continui messaggi finalizzati alla reciproca conoscenza, al punto che il rapporto è divenuto via via più assiduo sino ad essere confidenziale.
Si è così instaurata una relazione “amorosa” virtuale, nel corso della quale l’abile truffatore, adottando modalità manipolative particolarmente sottili ovvero concedendo attenzioni e cure e dichiarando il desiderio di incontrarla, nel mese di dicembre ha preannunciato che sarebbe presto venuto in Italia per incontrarla.
Ma, ormai, carpita in toto la fiducia dell’interlocutrice, il romantico spasimante ha iniziato a richiedere l’invio di piccole somme di denaro per fronteggiare improvvise esigenze personali, quali problemi di sdoganamento del bagaglio personale prima di intraprendere il fatidico viaggio o la necessità di dover effettuare il saldo di un pregresso debito nei confronti di una persona residente nel Nord Italia. L’invio del denaro è avvenuto mediante ricariche effettuate su carta prepagata sotto forma di “gift card”.
Ma dopo l’ultima richiesta, risalente a gennaio di quest’anno, grazie all’intervento di alcuni suoi congiunti, la donna ha capito il raggiro, decidendo, così, di denunciare il tutto presso la Stazione carabinieri di San Gemini.
L’altro caso di “romance scam” ha invece portato al deferimento per riciclaggio 5 persone, 2 donne italiane e 3 stranieri di origini africane, di età compresa tra i 26 ed i 72 anni, residenti in diverse regioni d’Italia.
L’attività di indagine è scaturita dalla denuncia presentata, alla fine di marzo dello scorso anno, da una donna ultrasessantenne della provincia di Terni, che ha raccontato di esser stata vittima di un raggiro sentimentale, mediante il quale è stata artificiosamente indotta a versare ripetute somme di denaro attraverso ricariche di carte prepagate, per un totale di circa 25mila euro.
La donna aveva conosciuto, nell’autunno del 2023, su un social network, un uomo, apparentemente più giovane, almeno per quanto desumibile dalle immagini del suo profilo, che aveva affermato di vivere all’estero: tra i due era iniziato uno scambio di messaggi finalizzati alla reciproca conoscenza, rapporto divenuto sempre più assiduo sino ad essere così confidenziale che l’uomo le aveva dichiarato sentimenti d’amore, prospettando una futura vita insieme. L’abile truffatore adottava modalità manipolative particolarmente sottili, inviando continuamente all’ignara vittima fotografie, concedendo attenzioni e cure e dichiarando il desiderio di incontrarla, salvo tirarsi indietro ogni volta in prossimità dell’incontro per sopravvenuti impedimenti. Carpita la piena fiducia dell’interlocutrice, lo “spasimante” aveva iniziato a richiedere l’invio di piccole somme di denaro per fronteggiare improvvise esigenze personali: nel tempo le richieste erano divenute sempre più insistenti e sostanziose e la donna aveva aderito nella speranza di poter finalmente coronare con un incontro questa storia virtuale.
L’invio del denaro avveniva mediante ricariche effettuate su carte prepagate con intestatari sempre diversi, che l’ignoto truffatore forniva di volta in volta affermando che fossero persone a lui vicine. Solo dopo l’ultima richiesta, risalente a marzo del 2024, con l’ennesima promessa d’incontro rivelatasi fasulla, la donna realizzava il raggiro, decidendo, così, di denunciare il tutto presso la Stazione carabinieri di San Gemini.
Nel corso delle indagini avviate immediatamente dai militari è emerso che le foto utilizzate dal finto innamorato erano state acquisite in rete ed appartenevano ad una persona realmente esistente, risultata all’oscuro dei fatti ed erano state già utilizzate per altre truffe dello stesso tenore perpetrate in altre zone d’Italia. Il nominativo utilizzato nel profilo era del tutto inventato, così come l’utenza telefonica ad esso agganciata è risultata intestata ad una persona extracomunitaria di fatto inesistente. Seguendo i movimenti di denaro, invece, i carabinieri sono risaliti agli intestatari delle carte prepagate sulle quali erano stati effettuati i versamenti, persone fisiche realmente esistenti, alcune delle quali già gravate da precedenti specifici per reati analoghi.
Per i cinque identificati è scattata così la denuncia per riciclaggio, atteso che il denaro versato di volta in volta sulle loro carte era stato immediatamente girato su conti correnti domiciliati in diversi paesi esteri, trattenendo una piccola somma verosimilmente quale saldo per il servizio reso, anch’essa successivamente girata su altre carte prepagate o conti correnti intestati ai medesimi.