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Finanziaria, liberalizzate le aperture dei negozi. Il commento di Ada Urbani (Pdl)

di Ada Spadoni Urbani (*)
La liberalizzazione degli orari e delle aperture dei negozi nei comuni turistici e nelle città d’arte diventa una realtà.
Questa disposizione che annuncio con grande soddisfazione ricordando quanto lavorai sul problema da consigliere regionale, è frutto di quanto contenuto all’articolo 35 (commi 6 e7) della recente manovra di luglio di riequilibrio della finanza pubblica, provvedimento che ho fortemente difeso in commissione da attacchi lobbistici del PD che voleva lasciare alla Regioni la facoltà di decidere. Sono convinta che in tanti comuni umbri, in particolare per quelli piccoli come Norcia, Cascia, quelli del Trasimeno o i borghi artistici sparsi un po’ ovunque, sia una opportunità importante per l’economia locale che risente fortemente di eventi specifici o è legata ad un turismo la cui stagione è, purtroppo, troppo breve. Spetta ora alle regioni recepire la normativa al più presto; tempo massimo loro concesso è il 1 gennaio 2012.
I comuni non sono più limitati dalla volontà delle Regioni e la liberalizzazione è valida ovunque. Una filosofia non in linea con la linea politica/sindacale della Giunta Regionale Umbra che costrinse in passato i Sindaci di alcuni comuni ad emettere ordinanze opposte alla volontà regionale, per tutelare gli interessi economici del territorio da loro amministrato. Contro questa impostazione politica della Regione Umbria, che portò alla denuncia dei Sindaci considerati disubbidienti sono stata sempre fortemente opposta.
Ora siamo di fronte ad una possibilità, non ad un obbligo, sia chiaro, che non costringerà ad aperture non volute, ma neppure a chiusure assurde, magari in periodi ristretti dell’anno nei quali, in certe zone, si concentra il 90% del fatturato di chi ha una attività di commercio al minuto. Chiudere i negozi in presenza di un intenso movimento turistico e di visitatori, spesso indispettisce gli stessi ospiti e comunque deprime l’impatto attrattivo delle iniziative culturali, sportive o religiose connesse.
Si incrementa un giro di affari che non viene incontro solo ai titolari dei negozi,ma anche al ripopolamento dei centri storici e a tutto il sistema turistico locale,che si implementa se tutti i segmenti partecipano a fornire servizi ed opportunità sia ai cittadini che ai turisti, e ne trae giovamento anche chi produce quanto di tipico ricercano i visitatori oltre che dare fruibilità di servizi a cittadini residenti in giornate non lavorative..
Questa liberalizzazione certo non risolverà tutti i problemi di un turismo umbro che soffre di diverse problematiche, ma sono certa che va nella direzione giusta che la Giunta regionale dovrebbe recepire da subito,cominciando a sburocratizzare tutto il sistema produttivo regionale.

(*) Senatrice Pdl