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Filosofia e Umanesimo nel pensiero del Professor Giancarlo Elia Valori / Esclusiva Tuttoggi.info – 1^ parte

Inizia con questa prima parte, la pubblicazione della lunga conversazione avuta in esclusiva da Tuttoggi.info con il professor Giancarlo Elia Valori, a margine della recente presentazione dell'ultima sua fatica letteraria, “Finis Mundi”, tenuta a Perugia alla presenza delle autorità e della presidente della regione Catiuscia Marini. Elia Valori non ha bisogno di molte presentazioni, tanto è conosciuta la sua storia personale di manager e soprattutto di uomo apprezzato e stimato da molti governi stranieri per le sue doti di mediatore internazionale su molti temi economici. Non è un mistero che Elia Valori abbia intrattenuto rapporti con i più conosciuti capi di stato internazionali, molti dei quali non hanno esitato a riconoscergli onorificenze importanti. Con Finis Mundi si può dire che il professor Elia Valori inizia una fase decisamente più riflessiva, come se stesse per tirare le somme di molto del suo lavoro svolto in giro per il mondo. E' in questo contesto e con questa predisposizione mentale che il Professore ha accettato la richiesta di dialogare con Tuttoggi.info su un tema che più di ogni altro gli sta a cuore, ovvero la possibile contaminazione tra metodo esoterico (inteso come applicazione del pensiero filosofico per la ricerca di un equilibrio) e politica.

Professore, quando l'esoterismo può divenire progetto politico?

L'esoterismo politico riguarda il meccanismo che indica i fini, gli strumenti primari e l'idea dell'uomo che hanno i vari sociali. Tramite l'esoterismo e la sua conoscenza sapienziale e occulta si sono, da sempre, selezionate le classi dirigenti dei vari modelli politici, che non arrivano mai ad alti livelli gerarchici solo a partire da una conoscenza visibile e essoterica dell'”ideologia” esplicita di ogni “regime” (tutti i sistemi politici qui sono detti “regimi”) ma, per esercitare l'arte sottile del comando, devono conoscere il paradigma riproduttivo del sistema politico, che è il suo criterio strettamente esoterico. Anche le ideologie più crassamente materialiste hanno avuto un codice esoterico interno.

Cosa succede nel rapporto tra esoterismo e politica, quando l'uno si proietta sull'altra?

Ogni tradizione esoterica tende a creare non necessariamente uno Stato, ma certamente una società affine ai suoi principi, una communitas di fedeli, di cui alcuni conoscono la “prisca philosophia”e gli altri si accontentano dei riti e dei miti che il loro esoterismo genera nel mondo esterno, come un sasso crea i cerchi nell'acqua di uno stagno.
Si tratta qui di discutere una prima ipotesi sul nesso tra polis e sapientia: quella di Renè Guenon che, in vari suoi scritti, ha ipotizzato l'esistenza di una sapienza originaria dalla quale tutte le tradizioni oggi visibili hanno avuto origine, in alcuni casi essendo ancora collegate al loro “nucleo originario” ancora vivo e presente, in altri casi no.
Nel primo gruppo vi sarebbe l'Islam, al quale Guènon alla fine si convertirà, vivendo al Cairo negli ultimi anni della sua vita visibile, in forma di sapienza sufi, con la sua tomba simile al cubo perfetto della Kaaba e a quello dei Templi dell'Origine, o alla Chiesa Ortodossa Greca o Slava, o addirittura alla Massoneria, in certe tradizioni più élitarie e minoritarie, delle quali lo stesso Guénon aveva fatto parte, mentre la Chiesa di Roma viene ritenuta ormai, da Abd Al Walid Yayha, il nuovo nome arabo del maestro francese, prima della comunicazione viva con l'origine sapienziale e occulta di tutte le tradizioni esoteriche, di Occidente come di Oriente, a Nord come a Sud.

Ma funziona questo “modello” di Guénon?

Si e no. In queste osservazioni del maestro sufi di origine francese una freddezza ancora vetero-massonica verso la Chiesa Cattolica che, proprio con l'espansione della Sua predicazione e della Sua lettura del Vangelo, incontra e si fonde le culture più lontane dall'Europa “classica”, come hanno dimostrato secoli di missioni gesuitiche in America del Nord e del Sud, in Africa, in Asia.
Per Guénon, erede della Massoneria esoterica di tradizione occultista, tra i Martinisti e la Blavatsky, che pure fu a Mentana con Garibaldi e operò nel Rito Massonico di Memphis-Misraim, che l'eroe dei Due Mondi rifondò in Italia dopo Cagliostro, il Cattolicesimo è solo politica e quindi non è più in collegamento con la sapienza originaria. Ma è una ipotesi accettabile? Lo vedremo in seguito.
L'evoluzione della sapienza mistica in figure anche recenti dell'Ortodossia slava come Pavel Florenskij, è anch'essa dimostrazione di un collegamento della Chiesa di Oriente e di Occidente con il nucleo fresco e vivo della meditazione mistica. Senza mistica, niente rinnovamento esoterico e quindi politico. Pavel Florenskij, per esempio, fu mistico, matematico, filosofo della scienza nel senso “profano” del termine, tecnico delle trasmissioni elettriche nel Caucaso, poi prigioniero del KGB e fucilato alle Isole Solovki nel dicembre del 1937.
Il mito materialista sovietico organizzava un regime che conosceva il potere della sapienza occulta di rovesciare il visibile, come avrebbe potuto accadere anche alla Sinfonia Mistero di Skrjabin, non può tollerare la manifestazione, anche silente, della Verità Mistica, del collegarsi al nucleo originario della Sapienza che è proprio quello che, con il marxismo-leninismo, si voleva abolire nella nuova Russia dei Sovieti, dedita al “Maestro”, al maligno descritto dal medico Michail Bulgakov.

Ma il male non opera anche in Occidente?

Certamente. E si diffonde attraverso modelli culturali che diremmo “dell'equivalenza” tra male e bene, di rifiuto di ogni introspezione soggettiva e valoriale, di ogni atto che possa rendere l'uomo superiore ad un “attore economico”. Era esattamente quello che voleva il regime sovietico, ma oggi senza il mito impossibile del socialismo.

Allora, Guénon ha ragione o torto?

Ogni Tradizione presente e viva è collegata alla radice unitaria del Sapere Originario, che si rivela e si nasconde proprio tramite l'essoterismo, la “politica”, l'organizzazione visibile del culto e della sua protezione, appunto, politico-militare. Ovvero: senza l'esterno, niente interno.

Quindi la Chiesa Cattolica è ancora legata all'Origine?

Certamente. Per esempio, l'affermazione del Cristo che “il mio Regno non è di questo mondo” (Giov. 18 33b-37) implica sia la correlazione della predicazione di Gesù alla tradizione ebraica, potente nesso con la prisca sapientia, sia la paradossale costruzione di un nuovo Regno, nel cuore di ogni Uomo, che è esso davvero universale. Il potere della Parola che diviene potere universale, cattolico, in una predicazione che diviene inevitabile struttura gerarchica, non solo con San Paolo, ma prima di San Paolo, il fariseo convertito sulla Via di Damasco.

Quindi la Tradizione cattolica si fonda sul Ruolo specifico del Cristo, no?

Gesù Cristo si dichiara spesso, nei Sinottici, “Figlio dell'Uomo”.E' un esplicito riferimento alle visioni del Profeta Daniele che, nei suoi testi, alcuni di recente scoperta tra i rotoli del Mar Morto, distingue un “Antico dei Giorni” il quale siede sul Trono, e un Figlio dell'Uomo, che viene portato davanti all'Anziano dei Giorni che gli conferisce potere, gloria, sapienza, e tutte le nazioni lo adoreranno.Il Regno del Figlio dell'Uomo, nel testo profetico di Daniele, non sarà mai distrutto. In altri termini, il Profeta Daniele non esclude affatto l'azione politica visibile, statuale, essoterica, ma la riconduce alla sua necessaria universalizzazione.

Ogni esoterismo politico ha la sua “copertura” inevitabile, quindi?

Assolutamente. Anche, diremmo perfino, per quelle “invertite” come il bolscevismo o certi filoni, oggi à la page, di liberalismo degli istinti o di destrutturazione del sistema tramite la ossessione della sua assoluta apertura, della sua definitiva trasparenza contro le élites vecchie e nuove dichiarate estranee alla massa liquida della cittadinanza indistinta.

Quindi, ad ogni sapienza originaria un suo “guscio” necessario ma essoterico, eminentemente politico, che la protegge dalle intemperie filosofiche e appunto politiche, e che si collega proprio per la sua funzione protettiva alla prisca sapientia, sia essa comune a tutte le tradizioni, come voleva Guénon, o meno. Il seme è nato sempre con il suo tegumento e la sua parte riproduttiva, all'inizio dei Giorni.
Con l'arrivo di Gesù Cristo, “Figlio dell'Uomo”, l'Ebraismo tenta di divenire universale poiché il Messia, che ora è arrivato, trasforma la Storia e quindi la Politica in una realizzazione progressiva della Voluntas Dei.
Ma quando la Maddalena compre e versa gli ungenti sui piedi del Cristo, Giuda Iscariota (Mc 14, 5) la biasima dicendo che meglio sarebbe destinare quel denaro ai poveri. La rivolta è il contrario dell'esoterismo politico, e l'Iscariota compie lo stesso errore “materialista” che compiranno molti dopo di lui, anche dentro la tradizione cattolica.

Qual'è quindi la rottura esoterica e antropologica che il Cristianesimo inserisce tra la fine del mondo antico e l'”Evo diMezzo”?

Gli dèi “falsi e bugiardi” del Pantheon imperiale hanno un ruolo ben diverso da quello di Cristo: essi si identificano con i loro popoli, ne giustificano l'identità e le tradizioni, ne proteggono la Fortuna visibile. Tutta la loro religione è essoterica.
Ma, dall'editto di Galerio (311 d.C.) e quello, più famoso, di Costantino del 313 d.C il passaggio teologico-politico è semplice: il Cristianesimo è una religione universale che, separando Dio e Cesare, permette l'universalità del comando dello stesso Cesare, a patto che si dichiari Defensor Fidei. Il Cristiano è perfetto cittadino e perfetto alter Christus, se ve ne è la possibilità, e l'Imperator diviene il braccio visibile del potere invisibile che già opera nella storia.
Non a caso, l'esoterismo cristiano delle origini ritraduce i misteri orfici e quelli di Mitra, ampiamente diffusi tra i soldati romani, e vi si sovrappone non perché ne imita o ripete le tematiche esteriori, ma in quanto crea una sostanza salvifica nella Storia a tutti i riti e i miti che hanno preceduto l'apparizione del Cristo. La storia visibile e profana diventa, dopo Cristo, storia della Salvezza e contenuto di infiniti segnali esoterici e iniziatici, che il rito sempre uguale della Chiesa attualizza proprio nella sua ripetizione.

Quindi, che rapporto c'è tra decadenza possibile della Chiesa e esoterismo politico?

Se potessimo definire una legge storica, atto notoriamente pericoloso, potremmo dire che tanto più la Chiesa si è identificata con un Cesare determinato, tanto meno ha avuto potere esoterico di convinzione dei fedeli e di contatto reale con Dio, contatto che si rinnova, come ben sanno tutti gli storici dell'Esoterismo, se e quando il rito è completamente regolare e tradizionale.
Diverso è stato il caso dell'Ebraismo, dove la tradizione esoterica, ai tempi di Gesù Cristo ancora largamente da definire, si è poi concentrata sulla elaborazione della Parola biblica e nell'analisi delle quasi infinite combinazioni dei numeri e delle lettere della Torah.

Da questo punto di vista, qual è la vera differenza tra Ebraismo e Cattolicesimo, a parte il Messia, per gli Ebrei, non ancora venuto?

Sta tutto dentro la Kabbalah il problema, che è una macchina matematico-simbolica e mistica che opera gli infiniti mondi e le infinite epoche di cui parlava uno che la Kabbalah la conosceva bene, Giordano Bruno.
Nella macchina cabbalistica Dio ha lasciato al Sapiente, che è anche e soprattutto un mistico, il cifrario per il passaggio al mondo perfetto, che è anche un dato politico, lo vedremo. Il Messia è di là da venire, nell'Ebraismo, e riguarda la fine dei tempi.
Ma il testo cabbalistico crea la correlazione tra il Tempo storico, che l'Ebraismo non può comandare perché il Messia non è ancora venuto, e la volontà di Dio, che è invece conoscibile da chi detenga, come direbbe Dante, altro lettore di Cabbala tramite Brunetto Latini e i “Fedeli d'Amore” ambo le chiavi del testo, il passaggio segreto da testo visibile a testo invisibile e quindi capace di indicazione storico-politica. Il Messia, quando arriverà, sarà sia capo politico che mistico riformatore, un Figlio dell'Uomo che siede davanti all'”Antico dei Giorni”.

Allora la stessa fondazione dello stato di Israele ha un rilievo sapienziale, a parte l'esplicito “laicismo” di Ben Gurion e dei primi dirigenti di Eretz Israel?

Certamente. Non è affatto un caso che tutti i rabbini esplicitamente sionisti, tra Otto- e Novecento, siano stati tutti esperti cabbalisti e che, d'altra parte, come ci rivela un giornalista esperto di cose iraniane, molti degli Ayatollah di Teheran siano attenti lettori e probabilmente “praticanti”, nel segreto delle loro case, delle simbologie e delle tecniche di lettura testuale della Cabbala ebraica. In tutti e due i casi c'è da definire un Messia che arriva e definisce la fine dei tempi.

Due esoterismi politici, quello ebraico e israeliano, e quello sciita a confronto, quindi?

Nella filosofia sciita, legata alla costante presenza dell'Imam Nascosto e Dodicesimo in arrivo nel mondo Visibile, magari uscendo dal pozzo della Moschea di Yamkaran, si tratta di collegare uno Stato politico alla legge dell'Attesa, alla regola dell'adattamento di tutte le leggi del Majlis, il Parlamento iraniano, alla “velayat-e-faqih” la tutela del giurisperito. Dato che i tempi sono stretti, lo ha sancito Khomeini, il Dodicesimo sta per venire, e lo Stato politico si deve adattare all'interpretazione khomeinista della “fine dei tempi” sciita, che legge l'Occidente come ormai “morto” e quindi attende da un momento all'altro l'arrivo del Dodicesimo Imam che compirà la conversione del mondo all'Islam, distruggerà il Dajjal, il diavolo, l'Anticristo, e accetterà la conversione di Cristo, ritornato sulla terra per accettare la Terza Profezia musulmana nella sua forma sciita. Il Dodicesimo Imam, nell'Iran contemporaneo, è un esoterismo dello Stato, e qtesto lo depotenzia fortemente. Lo vedremo presto.

Quindi, il Messia politico-esoterico dell'Ebraismo, in che cosa è diverso dal Dodicesimo Imam in arrivo predicato da Khomeini dal 1979 in poi?

Nel caso dello Stato di Israele, nato dalla tentazione cabbalistica di alcuni dei migliori sapienti ebrei europei, Dio non si fa comandare il Tempo dalla Legge degli uomini, né accetta che vi sia un controllo, che non sia di carattere liberale, per l'esercizio della religione ebraica nello Stato. Dio rimane libero, nel Suo Stato. E' per questo che, esotericamente, Israele vincerà.
Il misticismo ebraico-israeliano è legato al fatto che solo Dio conosce la fine dei Tempi e il modo in cui arriverà, mentre quello sciita-iraniano si compone di un essoterismo, l'Avvento certo dei Tempi della Fine politica, e di un Esoterismo, la conoscenza delle leggi che Allah ha lasciato per la regolazione degli Ultimi Tempi.
Se, nel Cristianesimo, sia nella sua versione protestante che cattolica, l'esoterismo è sempre stato un potente elemento di rinnovamento culturale e politico in senso, per così dire, “liberale”, nella tradizione sciita attuale l'esoterismo diviene puro instrumentum regni, tecnica di comando delle leggi statuali in relazione ai Tempi della Fine.

Dov'è la “conoscenza occulta” nell'Ebraismo attuale?

Nell'Ebraismo liberale o ortodosso la sapienza occulta non è consentita se non a chi, dopo anni di studio e di esperienza sapienziale, non abbia dimostrato una capacità di lettura insieme originale e tradizionale del testo biblico; mentre nell'Islam, sia esso sciita o sunnita, la legge visibile, il tegumento del seme, fa premio sul potere riproduttivo del singolo seme nel pensiero del Mistico e del Sapiente.
Se vogliamo fare un paragone con il Cattolicesimo romano, vediamo che Roma ha messo da parte da tempo i temi più esoterici delle sue dottrine: l'interpretazione dell'Apocalisse è spesso superficiale ed “estetica”, perché nella Chiesa Cattolica il misticismo si è chiuso nel Rito, nella accettazione del miracolo, sempre uguale e straordinario, della presenza di Cristo nella Particola Consacrata.
Il misticismo della ripetizione, del cerchio del Rito, mentre il mondo ha bisogno, oggi più di ieri, di una Parola di Rivelazione non sociologica, non politica, ma sapienziale, mistica, apertamente occulta, per dirla con un evidente paradosso, che vada incontro, da Roma, alla fame di Sapienza mistica che il potere lascia sempre più scoperta nelle anime della contemporaneità.

La Chiesa Cattolica è quindi, tra il grandi monoteismi contemporanei, quello in cui il nesso tra Esoterismo e essoterismo politico è più debole.

Oggi il Mondo contemporaneo è costretto ad una cattiva infinità, per usare la terminologia di Hegel, e geme nelle doglie del parto di un nuovo futuro che sarà certamente sia spirituale che politico, ma che prima verificherà la Renovatio dello Spirito e successivamente darà ad essa la forma politica che le spetterà.E sarà una renovatio di tutte e tre le grandi religioni monoteiste.

Perché, in effetti, la ormai troppo famosa “morte delle ideologie” ha rivelato un paesaggio di rovine che sembra un carcere “d'invenzione” del Piranesi.

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La seconda parte dell'intervista al Professor Giancarlo Elia Valori :

FILOSOFIA E UMANESIMO NEL PENSIERO DEL PROFESSOR GIANCARLO ELIA VALORI / ESCLUSIVA TUTTOGGI.INFO – 2^ PARTE