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Filice (Cisal), “Pronti alla mobilitazione se bloccano contratti pubblico impiego”

”Una decisione inaccettabile che  non può essere giustificata con la solita mancanza di risorse. I soldi per il rinnovo del contratto del pubblico impiego devono essere reperiti o sarà scontro aperto”. E’ la posizione di Vincenzo Filice, Segretario Provinciale della CISAL, sul blocco della contrattazione e degli automatismi stipendiali per i pubblici dipendenti fino al 2015 annunciato dal ministro Madia.

”I dipendenti pubblici attendono da sei anni il rinnovo di un contratto che non è possibile rinviare ancora perché gli stipendi non reggono più il passo con l’ aumento vertiginoso del costo della vita. Non comprendiamo la razionalità per cui si continua a prorogare il blocco dei contratti. La percezione è che si continui a chiedere ai soliti noti per non toccare altri interessi che invece fornirebbero molte risorse ovvero tagliando le ruberie che ci sono negli Enti pubblici e nelle municipalizzate”, sostiene Filice, in merito alla decisione annunciata ieri dal Ministro della Funzione pubblica, Marianna Madia, di bloccare ancora il rinnovo dei salari degli statali che in Umbria riguarda circa 48mila lavoratori.

“Bisogna decidere che cosa si vuol fare. Invitiamo Il Presidente del consiglio a voler fare le Riforme tanto decantate anziché continuare a esaltare lo sgravio degli 80 euro – in media in realtà 50 perché variano in base al reddito – mentre le addizionali regionali e comunali sono raddoppiate. Risultato: la riduzione delle tasse non c’è e quella degli sprechi nemmeno, i dati economici dell’Italia sono i peggiori dell’Ocse, siamo ritornati al 2011. Occorre dare un segno di riconoscimento al lavoro, soprattutto perché non si esce dalla crisi abbassando i salari e peggiorando le condizioni dei lavoratori. Ecco perché vorremmo che si chiuda una stagione lunga sei anni che ha portato all’ impoverimento delle retribuzioni e delle pensioni.  Se il Governo non cambierà strada – conclude Filice – stia pur certo che troverà nei sindacati un fronte compatto di lotta”.