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Fiera in centro: 17 anni tra promesse, flop e polemiche

Risale al millennio scorso, la proposta di riportare le tradizionali fiere di San Feliciano e Santo Manno in centro storico: tecnicamente e politicamente infatti, se ne parla dalla legislatura Marini, quando a farne un cavallo di battaglia fu l’allora capogruppo di Forza Italia, Paola De Bonis.

Nel 2004 la questione tornò sui banchi del Consiglio comunale con un’interrogazione del consigliere forzista Giuseppe Galligari, alla quale l’amministrazione rispose che si stavano mettendo a punto le necessarie misure per riportare le bancarelle all’interno delle mure urbiche.

Dopo altri sette anni, esattamente il 28 luglio 2011 ecco finalmente il via libera definitivo del Consiglio comunale, con l’approvazione a maggioranza di una proposta del Pd, che prevedeva però di ospitare nelle principali vie e piazze solo un’appendice, con merce di qualità.

Nel settembre del 2014 il capogruppo di Forza Italia, Riccardo Meloni presentò una specifica mozione per impegnare l’amministrazione a “programmare in maniera adeguata il trasferimento in centro storico della fiera di San Feliciano, in programma a gennaio”.

Ieri bastava fare un giro: cinque bancarelle in piazza della Repubblica, tra cui un venditore di custodie per cellulari ed un salumiere; altre sette in largo Carducci tra cui una di zucchero filato ed una di caldarroste. Alla faccia della qualità.

Questo il risultato, dopo diciassette anni di richieste, promessi ed impegni: la misura è colma, ed ora scende direttamente in campo lo stesso sindacato degli operatori su area pubblica, che ha promosso un’ampia raccolta firme a sostegno del trasferimento completo in centro e contro lo spezzettamento che vede quasi tutto nella zona sportiva.

“Questa scelta – commenta il presidente regionale della Fiva, Massimo Baccari – non è assolutamente in linea con quel che vogliono gli ambulanti, e la richiesta d’incontro al sindaco, dopo mesi è ancora in attesa di risposta”.