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Fidem, un grande Suq a Perugia / Comunicare le crisi

Il mare dovrebbe unire, non dividere. Eppure il Mediterraneo, il Mare Nostrum, brodo primordiale di culture e civiltà (scontri inclusi) ad oggi allontana. Le guerre che dilaniano i nostri vicini di casa, proprio al di là del mare, sono poco conosciute al di qua dell’Europa, per tempestività di notizie, circolazione di informazione, o ancora per fruibilità e accesso alle risorse. C’era la Tunisia, poi l’Egitto, e ancora la Libia. Oggi la Siria resta una guerra civile in parte dimenticata, in parte confusa con i dissidi religiosi che animano da sempre il Medio Oriente. Ma la Siria è un’altra cosa, più difficile da spiegare dalle cosiddette “Primavere arabe”, oltre che una chiave di volta per la risoluzione di altri conflitti nella regione. Oggi la guerra in Ucraina, un’altra volta alle porte di un’Europa emblema di pace e libertà, ha in parte offuscato la situazione siriana.

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“Quest’anno si (s)cambia” – C’è però voglia di cambiare, partendo dall’Umbria, una regione che il mare ce l’ha dentro. Fidem in questo senso è, ed è stato nei giorni del suo Festival, con presidio alla Rocca Paolina e sotto al loggiato del palazzo della provincia, un mercato di idee. La manifestazione è stata creata con l’intento di unire pensieri, idee, professionalità, volontà e contributi, di cooperanti, di esperti, di cittadini. Si scambiano dunque informazioni, esperienze, progetti. Si parla di come fare a comunicare questo cambiamento, con l’immediatezza degli strumenti che il web mette a disposizione, nonostante le difficoltà legate alla sua fruibilità, specie a fronte di dittature o del famoso digital divide a volte dimenticato, seppur assottigliatosi negli ultimi anni. Il loggiato della Prefettura è divenuto così un vero e proprio suq, un mercato. Chiunque abbia visitato Istanbul, o ciò che era Aleppo una volta, conosce la validità del mercato come luogo di incontro nella civiltà mediorientale. Bere un the o un caffè, in compagnia di un commerciante venditore di tappeti o di spezie, e lasciarsi inebriare non solo dai suoi profumi, ma anche dalla cultura di popoli che furono fondamentali, a loro volta, per l’arricchimento delle altre civiltà del Mediterraneo. Così a Perugia la cultura dell’incontro sfocia nei piatti della cucina tunisina preparati fino a mezzanotte, nei banchetti dei produttori locali, nei workshop di cooperanti, ricercatori e attivisti che a loro modo portano un contributo tramite la condivisione.

E poi c’è la comunicazione, di certo non ultima per importanza in questa catena umana, nel crogiolo di idee che gridano a gran voce la voglia di essere veicolate. Eppure comunicare, provando a farlo nel modo più neutrale e tempestivo possibile, è un compito arduo. Di fronte allo straordinario strumento delle piazze del web, riuscire a gestire le nuove ondate (di popoli, di eventi, di idee) è la vera sfida che ci attende al varco: con le sue reazioni a catena, con le crisi che ne derivano, con i movimenti e le mode che ne scaturiscono. Superando confini fisici prestabiliti e materiali, l’esempio dell’editoria digitale iperlocale può essere considerato come un modello replicabile in ogni parte del mondo, e diventare a sua volta uno strumento fondamentale per la divulgazione delle informazioni soprattutto in aree “calde”, oltre che fungere da strumento per onlus e associazioni che prestano i propri servizi in quelle stesse zone. Proprio come quel Mediterraneo che unisce.

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Foto Facebook Nati Nudi