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Fibra ottica in Umbria, Regione approva regolamento

La Regione Umbria stringe sui progetti di fibra ottica e banda larga di cui infrastrutture, vecchie e nuove, dovranno dotarsi su tutto il territorio regionale. Le opere, le condutture e i manufatti idonei ad ospitare la rete a fibra ottica per telecomunicazioni, infatti, dovranno essere previste fin dalla fase di progettazione, quando si costruiscono nuove opere stradali e altre opere civili. Lo prevede il nuovo Regolamento regionale che detta le indicazioni per realizzare le infrastrutture di posa (cavidotti) e che è stato definitivamente approvato dalla Giunta regionale dell’Umbria su proposta dell’assessore Stefano Vinti. Il regolamento prevede inoltre che, qualora si eseguano interventi di nuova costruzione o ristrutturazione, con demolizione e ricostruzione, di edifici pubblici, si dovrà prevedere la posa in opera di condotti, anche verticali, per il cablaggio della rete a banda larga e la realizzazione di locali per le apparecchiature telecomunicazioni. “La finalità di queste disposizioni – ha affermato Vinti -, è quella di dotare la pubblica amministrazione di reti di cavidotti orizzontali e verticali, che potrebbero anche rimanere temporaneamente vuoti, già nella fase di realizzazione di quelle opere pubbliche, ottenendo così un duplice effetto di risparmio di denaro pubblico. Da una parte, perchè inserire in nuovo cavidotto mentre si sta costruendo una strada o un edificio pubblico costa solo poche decine di euro e, dall’altra, di evitare successivi lavori di adattamento di quelle strutture, con notevoli risparmi circa una loro inevitabile risistemazione definitiva.

TUTTO SULLA BANDA LARGA

“Queste opere – ha spiegato l’assessore – andranno a costituire gradualmente la distribuzione capillare di infrastrutture in fibra ottica sia a livello urbano (dorsali cittadine) che dei singoli edifici pubblici (cablaggi interni e locali di servizio); inoltre, la legge regionale 31 del 2013 estende questi obblighi anche alle nuove costruzioni, o profonde ristrutturazioni, eseguite dai privati che, in tal senso, hanno anche la possibilità di utilizzare l’allegato tecnico del Regolamento regionale come concreto punto di riferimento per la realizzazione dei cablaggi negli edifici privati. Pur se la materia è già stata oggetto di molte riflessioni ed alcuni spunti progettuali da parte regionale – ha concluso Vinti – rimane ancora aperta la partita del catasto delle infrastrutture sottosuolo, per il quale lo Stato si è assunto l’onere di definirne i parametri tecnici ritenuti indispensabili, con uno specifico compito assegnato al ministero dello Sviluppo Economico. In attesa di questa definizione, comunque, l’attività di studio e ricerca da parte della Regione Umbria continuerà”.

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