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FI Terni “Rischio default economico”

di Forza Italia Terni

E’ più forte di loro. Anche quando i nostri amministratori sembrano imboccare la strada giusta alla fine si perdono. Sarà colpa di coordinate di viaggio mal inserite o di un’atavica sindrome tafazziana non lo sapremo mai, ma tant’è. Infatti, una volta scampati dal rischio di un esoso inasprimento fiscale da parte dell’amministrazione comunale, per compensare le voragini di bilancio accumulate nel corso del tempo, ecco che i ternani si sono visti depredare di una porzione di futuro. Proviamo a spiegarci meglio. Da sempre la posizione economica di Forza Italia si basa su pochi e semplici assunti: taglio della spesa pubblica, specie se corrente e improduttiva, parallela riduzione delle tasse e dimissione del patrimonio immobiliare per abbattere il debito. Ebbene, illusi che la giunta ternana apprendesse correttamente la nostra lezione ecco che invece i “nostri” sono incappati in un incidente non da poco in grado di evidenziare, se mai ce ne fosse stato ancora bisogno, la loro vacuità progettuale relativa al domani di Terni. Difatti, tra i plessi posti in vendita dal comune figura anche l’ex Centro Multimediale, ovvero quello che originariamente, assieme alla Bibliomedioteca e non solo, doveva fungere addirittura da riscatto culturale e sociale della città. Purtroppo sappiamo tutti come sono andate le cose: l’approssimazione gestionale condita con un pressapochismo manifesto hanno impedito il sorgere di una alternativa fattuale per il distretto economico ternano. Ed ora, a distanza di oltre vent’anni da quell’intuizione ricca di buone premesse e roboanti promesse, cos’è rimasto? Vogliamo dire: d’accordo la cessione dell’attuale USI. Ma quale altra opzione, quale altro cambio di rotta viene proposto per Terni? Possibile che si è talmente poveri di programmi, idee e, soprattutto, buon senso per non vedere come il destino della città non possa rimanere appiattito esclusivamente sulla siderurgia? Non sono bastate le numerose crisi che hanno infiacchito viale Brin, le incertezza dei piani industriali, le operazioni strategiche volte creare confusione più che ricchezza? Ecco, come Forza Italia Terni vorremmo delle risposte in tal senso. A qualcuno, dalle parti di Palazzo Spada, si è mai posto il problema di un piano B? Non siamo in Grecia e di conseguenza non vi sarà alcuna Troika pronta a metter mano al portafogli per salvataggi rossoverdi in caso – Dio non voglia – di un default economico locale.