Categorie: Dolce vita Spoleto

FESTIVAL: TUTTE LE GAFFE DI FERRARA “HO TROVATO SPOLETO DISPERATA, ORA MI SEMBRA CONTENTA. QUANDO MI PARLANO DEL PASSATO MI VIENE UN RIGURGITO DI VOMITO” OLLALA'! (Guarda il video – Foto)

Magari sarebbe lo zio ideale di ogni nipotino, di quelli che quando ti raccontano le cose mettono una parolaccia ogni tre parole. Tanto per farli sentire più grandi. E forse sarebbe anche il miglior amico di ogni adulto. Giorgio Ferrara è così, un uomo concreto, che dice ciò che pensa, senza troppi formalismi e ricami. Incurante di ciò che può catturare una telecamera o le orecchie dei passanti. Per lui la diplomazia, il bon ton, sembrano non esistere. Se non negli appuntamenti ufficiali. Ma quando è fra amici, si spoglia di tutto e mette a nudo il vero Ferrara, l’uomo.

Pane al pane, vino al vino. E nessun s’ingrugni.

Le sue collaboratrici lo adorano anche per questo. Verace. In primis Paola Macchi, la vera macchina da guerra di questa 51.ma edizione, la donna della stanza dei bottoni o, come l’hanno ribattezzata i più, la nuova “Elisa Greco del Festival”.

Ripetiamolo, non si sa mai. Sotto il profilo artistico questo Festival non è male, anzi. Lo stesso Carlo Pagnotta, patron di UJ, ha lodato Ferrara per aver portato stelle del calibro di Savion Globe: “lo inseguo da venti anni” ha detto alle telecamere di Tuttoggi.info, “Giorgio ci è riuscito”. La stessa critica, anche quella americana, ha esaltato la manifestazione festivaliera.

Ma punto e basta. Associazioni di categoria e cittadini si lamentano. Il botteghino piange. La politica, di sinistra e di destra, rumoreggia. Il vice presidente provinciale Giampiero Panfili ha annunciato una interrogazione sulla questione dei ‘biglietti a saldo’ e, visto che è anche consigliere comunale qui a Spoleto, ha messo a verbale che non intende usufruire “dei 2 biglietti che ogni consigliere può acquistare al prezzo di 2,5€”. Le maestranze possono averne a iosa e i rappresentanti della città solo 2? Un po’ di rispetto, per dirindindina!

Anche i rapporti con il primo cittadino non sarebbero più idiliaci come un tempo. E qualche scaramuccia, come fanno sapere i bene informati, ci sarebbe stata anche dentro il Teatro Nuovo. Ma sono chiacchiere di paese. Va a capire poi se è vero.

Non si può altrettanto dire per una serie di “perle” che il direttore artistico ha infilato negli ultimi giorni. In due serate distinte, per la precisione.

Al Pentagramma – è sempre disponibile con i giornalisti, Giorgio Ferrara. Lo sanno tutti i colleghi. Lo abbiamo incontrato al Pentagramma, ospite del papà di Sandy Muller, la cantante italobrasiliana che ha incantato la Rocca. Alle nostre telecamere (guarda il video) traccia un bilancio a 10 giorni dell’avvio. “E’ positivo, sono contento. La cosa che mi piace di più è che la città mi sembra contenta”. Ma, neanche un battito di ciglio ed eccolo aggiungere “quando ho accettato questo incarico ho trovato un città dimessa, disperata sono stato qui tanti mesi di inverno…”. Patapumfete!

Tesse le lodi della Muller che, gentile, ringrazia e presenta il suo ultimo cd “Linha”. E’ la volta di Carlo Pagnotta per quello che è un incontro storico fra il Festival e Umbra Jazz. Nega, Pagnotta, che ci siano stati mai dei problemi: “erano i Menotti che facevano l’organetto con il calendario, UJ è stata sempre fatta il secondo e terzo week end di luglio. “Faccio i complimenti a Ferrara che in quattro e quattr’otto è riuscito a fare questo Festival. Queste due manifestazioni sono un patrimonio del’Umbria, se le togliamo, torniamo a zappare la terra”. E ancora lodi al collega Ferrara. Sulla possibilità di collaborare con il Festival, Pagnotta preferisce rimanere più in punta di forchetta anche se spererebbe di avere magari la metà dei finanziamenti “che prende il Maestro Ferrara…”. Tanto basta per entusiasmare il collega ‘spoletino’: “riusciremo a trovare una linea di produzione culturale, di idee, utili a queste due città…”, aggiunge Ferrara. Tutto bene? Neanche per idea. “Troveremo un progetto da fare insieme, uniti per la cultura, Perugia e Spoleto, e forse sarà l’unica volta in cui queste due città si avvicineranno….alla faccia di Terni e di Foligno“. Aripatapumfete! Gelida la riposta di Pagnotta “No, non la mettiamo così – dice il patron di UJ – sinceramente l’Umbria ha bisogno di grandi manifestazioni. Manteniamo quelle che ci sono in attesa che se ne inventino delle altre”. “Bravo, bravo” gli dice Ferrara con tono di gratitudine per averlo tolto dall’empasse.

In piazza della Libertà – E’ di ieri sera l’ultimo show del direttore del Festival. Ancora una volta in compagnia di Carlo Pagnotta e della fedelissima Nora Guazzotti. Una serata fresca, di più. Freddina per la precisione. Tanto che gli spoletini rinunciano volentieri al gelato. Si beve tutti una cosa. Il ‘genio’ del Festival è arrabbiato. E parla a voce alta. Tanto da esser sentito fino all’ingresso di un locale. Ce l’ha un po’ con tutti. Qui non si può far vita, dice, “hanno approvato il bilancio e ora non vogliono mantenere gli impegni…va a finire che gli faccio causa e li mando tutti a f…… Questi il festival lo vogliono solo per le cene, ma io me ne sbatto e faccio tutto con l’Unicredit”. Ollallà!

Poi se la prende con un non meglio precisato presidente, che lo scatenato Ferrara bolla come “il Presidente rana”: “L’anno prossimo gli dò 50 biglietti e poi vediamo. Prima dice una cosa e poi ne fa un’altra”. La curiosità cresce fra tutti quelli che hanno orecchie per udire e che, a tal punto, non vogliono perdersi la macchietta.

Per l’imbarazzo di Pagnotta che forse avrebbe preferito rimanere a Perugia. Ferrara continua lo sfogo. “mi sono rotto, se mi gira prendo e porto tutto a Venezia. Anche le istituzioni, la Regione… ha dato ottantamila euro, una mancia. Mi sa che glieli restituisco”. Urka! Ma il bello deve ancora venire. “Qui mi parlano del passato, non mi frega un c…. del passato, quando me ne parlano mi viene un rigurgito di vomito!”. Venghino siori, la frittata è servita. Per lo stomaco di quanti stanno cenando o sorseggiando una bevanda. I toni restano accesi. Ma per pochi secondi. Come d’incanto ecco stagliarsi all’orizzonte il potente presidente della Banca Popolare, Giovanni Antonini. Prende una sedia e si siede al tavolo dei direttori artistici. “Carissimo” fa Ferrara. “Mrrrrggsssera” risponde il numero uno dell’istituto di credito, Che sia lui il presidente-rana? L’atroce dubbio cattura tutti i presenti.

Il Programma 2009 – il clima ora è più disteso, Ferrara è ancora su di giri e continua a parlare con la sua voce imponente. Non è difficile sapere cos’ha in mente per il prossimo anno. “L’anno prossimo il Festival lo faremo dal 26 giugno al 12 luglio. Magari con una anteprima di UJ. Eh Carlo, che ne dici?”. Pagnotta ammicca un sorriso. “Dobbiamo fare tante cose, eh Giovanni, mi devi aiutare, dammi una mano te, perchè questo Festival diventi sempre più grande. Mi piacerebbe portare Tom (Alan, n.d.r.) Waits”. Alle 1,15 il sipario si chiude. E’ buio a Spoleto. I riflettori dei teatri sono spenti e di gente in strada ce n’è più poca. Domani arriva il Ministro Bondi. E c’è già più di qualcuno che avrebbe chiesto un colloquio privato. Sine glossa.

(Carlo Ceraso)

A margine di una telecronaca che sappiamo da “90.mo minuto”, piace ricordare che questo non è un giornale contro il Festival. E’ un quotidiano a favore e rispettoso della Città di Spoleto. La Redazione