Spoleto

Festival Spoleto nel nome delle donne, ma senza opera | Il fenomeno Barbara Hannigan e la talentuosa Blanca Li

Se la cartella stampa inviata alle redazioni non maschera altri intenti, il claim di Spoleto65, “L’evoluzione delle forme”, non può che essere di grande attrattiva.

Un segno forte per condividere con gli addetti ai lavori una ricca anteprima della prossima kermesse festivaliera in programma a Spoleto dal 24 giugno al 10 luglio.

Come già si era potuto intuire dalla prima edizione targata Monique Veaute, lo spazio dedicato alla musica e alla danza farà infatti la parte del leone. Tuttoggi ne ha parlato in anteprima al momento della convocazione della conferenza stampa odierna alla quale peraltro ha partecipato per un rapido saluto il Ministro dei Beni Culturali, Dario Faranceschini al quale si è unito anche il saluto del Presidente della Fondazione Festival, e sindaco di Spoleto, Andrea Sisti.

Rimane tuttavia di grande qualità e proposta anche lo spazio dedicato al teatro, con produzioni sempre più “contaminate” e dal marcato accento sperimentale.

Dario Franceschini e Andrea Sisti

Sia il ministro Franceschini che il sindaco Sisti hanno sottolineato il significato di rinascita per l’edizione di Spoleto65, evidenziando il grande contributo nazionale e internazionale che il Festival offre nel panorama culturale nazionale. Gli eventi culturali ancora una volta ripartono e perchè questo sia possibile in completa sicurezza si programma con largo anticipo. La metafora della lunga attraversata del deserto usata dal ministro Franceschini ne ha ancora tutta la forza di comprensione. Ma la fiducia per le date di svolgimento all’inizio dell’estate fanno presagire un contesto meno pressante di quello attuale.

Franceschini sottolinea inoltre come la crescita contenutistica del Festival sia sempre in aumento e con un saldo positivo. “C’è voglia di cultura e ci sarà un grande consumo di cultura in un prossimo futuro e lo si vede già ora dai numeri delle vendite dei libri. I consumi culturali sono tornati ad essere determinanti nella vita frenetica e superficiale. Credo che ci sarà una esplosione e il Festival arriva sempre nel momento giusto.”

Spoleto 65: l’evoluzione delle forme

La 65a edizione del Festival dei Due Mondi di Spoleto si terrà dunque dal 24 giugno al 10 luglio 2022: l’annuncio questa mattina con la direttrice artistica Monique Veaute, nel corso di un incontro stampa con il Ministro Dario Franceschini e il Presidente della Fondazione Andrea Sisti, in cui sono intervenuti alcuni degli artisti ospiti del cartellone: dal soprano e direttrice d’orchestra Barbara Hannigan, dalla regista Jeanne Candel a Thomas Ostermeier. In programma anche gli interventi di Leonardo Lidi, e ancora le coreografe Anne Teresa De Keersmaeker e Blanca Li che purtroppo non hanno potuto collegarsi per problemi tecnici di connessione.

Per il secondo anno alla direzione artistica, Monique Veaute prosegue ed esalta la vocazione multidisciplinare e internazionale tipica del Festival e tesse una tela di relazioni trasversali alle singole arti che si condensano intorno a tre linee programmatiche: la musica dei due Mondi, la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica.

Musica dei Due Mondi

La programmazione musicale guarda alla relazione tra le due sponde dell’oceano, legame di cui da sempre Gian Carlo Menotti è stato promotore, e lo fa con una proposta artistica che abbraccia molteplici linguaggi grazie anche alla presenza delle due orchestre in residenza, la Budapest Festival Orchestra, accompagnata dal direttore principale Iván Fischer (24–26 giugno, Piazza Duomo e Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi), e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Antonio Pappano (2 e 10 luglio, Piazza Duomo e Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi).

Al centro del cartellone musicale c’è sicuramente il soprano e direttrice d’orchestra Barbara Hannigan, a Spoleto per tre concerti: in Piazza Duomo (2 luglio) è protagonista, nel suo duplice ruolo (e sarà la prima volta di una direttrice donna al Festival), della Voix Humaine di Francis Poulenc, che dirige insieme a Metamorphosen di Strauss con la compagine di Santa Cecilia. Al Teatro Romano (3 luglio) il soprano che ha dato voce a oltre cento nuove “premiere” del repertorio contemporaneo, molte delle quali scritte appositamente per lei, spinge ancora oltre il limite della sua maestria come interprete del ciclo Jumalattaret del prolifico musicista John Zorn, accompagnata dal pianista Stephen Gosling.

Infine, nel concerto sinfonico finale (10 luglio, Piazza Duomo) diretto da Sir Antonio Pappano, interpreta Knoxville: Summer of 1915, brano per voce e orchestra di Samuel Barber, compositore americano legato da un profondo sodalizio di amicizia con Menotti.

Nel concerto di apertura, Iván Fischer dirige un programma bipartito in cui accosta la musica di Bach a quella di Philip Glass, capofila dei compositori minimalisti dallo stile più propriamente volto al sinfonismo americano. Di Glass Fischer dirige il grande oratorio The Passion of Ramakrishna (per la prima volta eseguito in Italia). Pappano chiude il Festival con la Sinfonia n. 3 di Aaron Copland. I programmi completi, i cast e tutti gli altri appuntamenti musicali saranno annunciati prossimamente con una conferenza stampa dedicata.

La voce delle donne

La presenza di Barbara Hannigan al Festival si inserisce pienamente nel percorso che la sessantacinquesima edizione sviluppa con le figure femminili che hanno dato un nuovo corso alle arti performative, lavorando al confine tra danza, musica e teatro, per trovare in esso soluzioni artistiche sempre innovative.

Alle inesauribili possibilità della caleidoscopica voce di Barbara Hannigan fa eco la passione e la voce carica di vibrazioni che ha permesso alla cantante portoghese Mariza (30 giugno, Piazza Duomo)di portare il fado da fenomeno locale al grande pubblico. A Spoleto, l’artista che ha raccolto l’eredità della “regina del Fado” Amália Rodrigues festeggia i suoi venti anni di carriera con un concerto speciale e celebra orgoglio e malinconia di un genere musicale che è patrimonio intangibile dell’umanità.

Ma al Festival ci sarà anche la world music di Angelique Quidjo, molto nota tra gli appassionati del jazz e di Umbria Jazz e che oggi ha mandato un saluto a Spoleto con un contributo video. Il nome della Kidjo era già stato fatto lo scorso anno in occasione della prima collaborazione artistica con Umbria Jazz. Ma le scelte si indirizzarono su altro genere. E così Monique Veaute alla prima occasione non ha esitato a richiamare la cantante beninese che incarnerà il perfetto esempio di cosa la Veaute intende per “amare tutti i generi musicali”.

Danza, e non solo…

La coreografa Germaine Acogny reinterpreta The Rite of Spring, opera cardine dell’estetica di Pina Bausch (24–27 giugno, Teatro Romano), concepita nel 1975 per il Tanztheater Wuppertal, divenuta rivoluzionaria anche per la dura invettiva sulla condizione della donna nella società. La fondatrice dell’École des Sables, Leone d’oro alla Biennale di Venezia del 2021, nota per essere la “madre della danza africana contemporanea”, porta in scena trentotto ballerini africani, selezionati in un processo di audizione senza precedenti, provenienti da quattordici nazioni di tutto il continente.

…il vero evento di Spoleto 65

Ginnasta, ballerina, coreografa e regista, oggi la spagnola Blanca Li incarna come poche l’incontro di esperienze artistiche diverse e la capacità di indirizzare il cambiamento. Lo dimostra con l’ultima creazione in cui coesistono l’universo reale e quello virtuale: il suo Le Bal de Paris (24 giugno–10 luglio, Sala XVII Settembre, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti) è lo spettacolo immersivo in realtà aumentata la cui anticipazione alla 78a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia ha vinto il Leone d’Oro nella sezione “Venice VR Expanded”. Un’esperienza di trentacinque vertiginosi minuti che conduce lo spettatore (non più di 10 alla volta) a vivere fisicamente e virtualmente la storia ideata dalla stessa coreografa.

Una scelta anche molto coraggiosa vista la notevole difficoltà di contenere i rischi legati alla pandemia. Nello spettacolo della Li infatti sono necessarie tecnologie e contatti fisici tra ballerini e spettatori che impongono sanificazioni e certificazioni di estremo rigore. Ma Le Bal de Paris è nato proprio per sfidare la pandemia ed è anche una macchina perfettamente collaudata. Monique Veaute, ad una domanda specifica di Tuttoggi, infatti si sente tranquilla di poter offrire un evento di grande bellezza e sicurezza. E ne siamo convinti anche noi, conoscendo le collaborazioni stellari e la reputazione artistica che Blanca Li riscuote nel mondo dello showbiz.

Dimenticavamo: costumi di Chanel!!

I grandi nomi

A cinque anni dalla scomparsa, il Festival dei Due Mondi rende omaggio alla coreografa newyorkese Trisha Brown, icona della post-modern dance. Il côté intellettuale era tutt’uno con l’evidenza fisica del corpo per la capofila di una generazione di artisti che ha dato un notevole impulso ai sommovimenti in grado di cambiare il corso del Novecento. La creatività di Trisha Brown ha frequentato sperimentazione e avanguardia e, fin dagli esordi, “luoghi alternativi” al palcoscenico. A Spoleto, la Trisha Brown Dance Company riporta in scena Astral Converted e Working Title (1–2 luglio, Teatro Romano) insieme con gli abbacinanti Early Works (3 luglio, Palazzo Collicola).

Nuovi modi di raccontare la musica

Sempre più artisti si confrontano con l’esperienza musical-teatrale in un modo che ben difficilmente potrebbe essere considerato melodramma. Eppure il loro approccio sembra affermare che l’Opera vada cercata dappertutto. Mystery Sonatas / for Rosa (7–9 luglio, Teatro Romano) è il nuovo spettacolo di Anne Teresa De Keersmaeker coprodotto dal Festival di Spoleto con Rosas, De Munt/La Monnaie (Brussels), Concertgebouw (Bruges) e Dance Reflections by Van Cleef&Arpels. La rivoluzionaria coreografasi addentra nella ricchezza mistica e geometrica delle Sonate del Rosario del compositore Heinrich Ignaz Franz vonBiber – eseguite dall’ensemble barocco Gli Incogniti con la direzione musicale di Amandine Beyer – come era già successo con le Variazioni Goldberg di Johann Sebastian Bach o agli esordi di carriera con Fase, Four Movements to the Music of Steve Reich.

Jeanne Candel doppia…

Tratto dall’opera barocca Dido and Aeneas di Henry Purcell, lo spettacolo Le Crocodile trompeur (24–26 giugno, San Simone) dei registi Jeanne Candel e Samuel Achache intreccia il teatro shakespeariano e il dramma musicale; gli attori, che sono anche ottimi cantanti e musicisti di cultura jazz, passano continuamente da un genere all’altro. Lo spazio scenico, liberamente ispirato al dipinto di Brueghel L’allegoria dell’udito, è al contempo simbolico e reale, mentre la musica di Purcell è volontariamente destrutturata, eseguita con la direzione musicale di Florent Hubert che nel prologo-ouverture disvela, a guisa di personaggio menandreo, i temi sotterranei della rappresentazione.

Con la stessa attenzione per la musica, Jeanne Candel, con Caroline Darchen e Lionel Dra e la compagnia La vie brève, firma anche lo spettacolo Demi-Véronique(30 giugno–3 luglio, Auditorium della Stella), un’epopea musicale a partire dalla Sinfonia n. 5 di Gustav Mahler, attratta dalla umanità sconfinata e al tempo stesso dalla amara ironia che la pervadono. Mahler usa elementi appartenenti alla memoria collettiva come echi che evocano le profondità dell’anima. Tutto può rapidamente trasformarsi, come accade ai toreri con la figura della mezza veronica che dà il titolo allo spettacolo. Così, da una distruzione, un altro mondo in gestazione si ricompone.

Il Teatro di grande qualità

Del regista tedesco Thomas Ostermeier (già protagonista a Roma Europa Festival con altre prime) il Festival dei Due Mondi presenta lo spettacolo History of Violence (8–10 luglio, Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti), adattamento fatto con l’autore dell’autobiografico racconto di Édouard Louis. Un tentativo di comprensione delle forze sociali e politiche che plasmano e trasformano le biografie di coloro ai quali la società non dà spazio, da parte di uno dei massimi protagonisti teatrali del nuovo secolo che da sempre rifiuta l’omologazione culturale del teatro con la consapevolezza che del teatro non si possa fare a meno.

Lo sguardo sulla nuova generazione di drammaturghi italiani riporta Leonardo Lidi al Festival di Spoleto, dopo il successo della sua Signorina Giulia a Spoleto64. Il regista mette in scena Il gabbiano di Anton Čechov (7–9 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) e si confronta con un grande classico con la sensibilità volta al presente che da sempre contraddistingue i suoi lavori.

Drammaturgo, attore, regista e romanziere, Davide Enia ha vinto il Premio Maschere del Teatro 2019 come Miglior Interprete di Monologo per L’Abisso, spettacolo che ha contato centinaia di rappresentazioni. A Spoleto Enia arriva con Italia-Brasile 3 a 2 Il ritorno (1–3 luglio, Teatro Caio Melisso Spazio Carla Fendi) e festeggia venti anni di carriera con il monologo del suo debutto teatrale avvenuto nel 2002.

Il programma completo della 65a edizione del Festival dei due mondi sarà annunciato successivamente con una conferenza stampa dedicata. Tutti gli aggiornamenti su festivaldispoleto.com.

PROMOZIONI E INFORMAZIONI DI BIGLIETTERIA

Sarà possibile prenotare i biglietti per gli spettacoli a partire da martedì 11 gennaio alle ore 12:00 sul sito del Festival www.festivaldispoleto.com, tramite il Call Center al numero +39 0743 222 889 oppure presso i punti vendita autorizzati.

Tante le formule di accessibilità, con riduzioni dedicate ai giovani, agli ospiti delle strutture ricettive convenzionate e ai Residenti del Comune di Spoleto. Le modalità di acquisto, i prezzi e le riduzioni dei biglietti degli spettacoli sono consultabili sul sito del Festival.

Con la 65a edizione il Festival intende rendere sempre più stretti e interattivi i rapporti con la propria community. Quest’anno sarà disponibile la DueMondi Card, che darà diritto ai suoi possessori di godere di sconti e di altre esperienze esclusive. Per gli iscritti alla newsletter, per i nuovi iscritti e per chi acquisterà un biglietto entro il 31 marzo, la DueMondi Card sarà gratuita. Per scoprire e partecipare a tutte le iniziative riservate è possibile registrarsi alla newsletter del Festival sul sito www.festivaldispoleto.com

Il Festival di Spoleto è promosso dal Ministero della Cultura, con il patrocinio della Regione Umbria e del Comune di Spoleto. È realizzato con il sostegno di Fondazione Carla Fendi, Fondazione Cassa di Risparmio di Spoleto, Banco Desio e molti altri partner e sponsor tecnici.