Un ritorno in grande stile, degno della celebrità che accompagna Alessandra Ferri, attesa venerdì prossimo al Festival dei Due Mondi che aprirà il sipario con “The piano upstairs”, spettacolo di prosa e danza ideato dalla stessa ballerina che ne ha curato anche la coreografia per la regia di Giorgio Ferrara. La pièce porta la firma di John Weidman.
Abbandonate le scene nel 2007, la Ferri ha trascorso questi sei anni sposando la ‘causa’ del Festival quale consulente del direttore artistico inanellando una serie di successi che hanno riportato la danza ai fasti di un tempo. Ora il ritorno con uno spettacolo innovativo, unico nel suo genere, che si preannuncia già un successo. Grazie anche alle scene firmate da Gianni Quaranta, ai costumi di Luisa Spinatelli e alle luci di Daniele Nannuzzi. Per non parlare delle musiche che accompagneranno lo spettacolo: i brani scelti sono di Giovanni Allevi, John Cage, George Crumb, Arvo Part, solo per citare alcuni degli autori scelti dagli autori.
Boyd Gaines sarà l’attore recitante che farà da contraltare ai passi di Alessandra Ferri e di altri tre noti ballerini (Attila Csiki, Stephen Hanna e Andrea Volpintesta). Questo pomeriggio, durante una pausa delle prove, il regista, l’autore e l’etoile della Scala hanno incontrato la stampa.
Ferrara ha annunciato che la Prima registra già il tutto esaurito: “In sala ci sarà il board del City Center, fra i teatri più importanti di New York, e autorità del mondo dello spettacolo di Amsterdam e Cracovia”. Insomma gli ingredienti necessari per lavorare su una prossima tournée internazionale di questo spettacolo che è già stato richiesto da più parti. “La cosa più difficile – ha detto Weidman – è stata combinare il testo con la danza”.
La storia tratta di un matrimonio fallito: lei se n’è andata, lui cerca di rimettere insieme i pezzi per capire cosa è successo. Fino a trovare la verità. “Questo viaggio interiore, dallo smarrimento alla comprensione – dice Ferrara – poteva essere narrato in forma di dialogo o di danza. Per raccontarlo nel modo più efficace si è deciso di utilizzare entrambi”.
«L’idea è nata diversi anni fa – ha svelato la Ferri -, quello che mi ha affascinato sempre nella danza è stata la parte del teatro, come trasformare il movimento in espressione. Strada facendo e maturando come ballerina, mi sono ritrovata sempre più vicina ad una espressività che si avvicinava quasi più alla prosa che alla danza. Ho sentito la necessità e la curiosità di unire queste due forme di linguaggio. In maniera un po’ confusa ho cominciato a pensare alla storia di queste due persone, che però parlano un linguaggio diverso, che sono in due realtà diverse».
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(Redazione online)