Daniele Cipriani si presenta e con lui la squadra (in formato ridotto) che lo affiancherà nella direzione artistica quinquennale che il Ministro Alessandro Giuli gli ha affidato per rilanciare il Festival dei 2 Mondi, la kermesse ideata dall’indimenticato Maestro Gian Carlo Menotti.
L’occasione, il neo direttore artistico, l’ha voluta al Caio Melisso realizzando una sorta di appuntamento che non era né una conferenza stampa, pur con i giornalisti invitati ma senza poter fare domande, né un evento, atteso che nulla è stato anticipato: resta comunque l’attenzione ad aver voluto incontrare la Città, nella più bella cornice dei teatri spoletini, cercando così di ritrovare quella inclusione che aveva contraddistinto l’eleganza e la sobrietà del Duca di Spoleto.
E’ stata quindi più una presentazione di sé stessi – al cospetto delle autorità civili e militari della città e della regione – utile per comunicare quale linea si intende tracciare per il rilancio del Festival: tanto che ai lati della poltrona del d.a. sedevano i due più stretti consulenti, la pianista Beatrice Rana (per musica classica) e il regista Leo Muscato (Opera e prosa).
Poco più in là il sindaco e presidente della Fondazione, Andrea Sisti, la Presidente dei mecenati Maria Teresa Venturini Fendi (esponente del cda della Fondazione in quota al Mic) e, sul versante opposto, la moderatrice Leonetta Bentivoglio, giornalista e scrittrice.
Al settore della danza, e non potrebbe essere scelta migliore, penserà lo stesso Cipriani, manager a livello internazionale di questa arte che lo ha formarsi all’Accademia nazionale di danza di Roma.
Per il resto in molti all’uscita si sono chiesti il motivo dell’invito, non fosse che nessuna anticipazione è stata fatta, né sono emersi spunti degni di rilievo: già più volte ribadito di voler tornare alle “radici” del Festival, e di voler considerare il “Due Mondi” come uno spazio senza confini tra Spoleto e il resto del Pianeta delle discipline artistiche, Cipriani si è limitato ad annunciare l’arrivo di 1.000 artisti per la prossima edizione (numero simile a quelli di alcune edizioni di Giorgio Ferrara, ricordato per il proprio lavoro, sicuramente più alto di quelli della Veaute, mai citata dal palco se non per un breve accenno del sindaco).
Alla moderatrice che chiedeva qualche anticipazione e la conferma del Concerto finale (e ci mancherebbe altro), il d.a. si è limitato a dire che pur con il programma “definito al 99%” sarà svelato nella conferenza della prossima primavera, che il Concerto finale “non si tocca”, che ad inaugurare la 69ma edizione sarà l’Opera e smentisce le voci che sarà “un festival della danza…la danza avrà il suo ruolo ma rimane la multidisciplinarietà delle rappresentazioni” annunciando l’arrivo di compagnie dall’America e Africa.
Resta da capire perché con il “programma al 99%” – senza dimenticare che Cipriani si è insediato solo lo scorso settembre – si rimandi a primavera l’annuncio delle aperture di sipario, quando è risaputo che tour operator e pubblico prima vengono informati sugli eventi, meglio è.
Due gli intenti che rappresentano altrettante notizie degne di essere menzionate: il diktat dato da Cipriani di ospitare gli artisti in centro storico, preferibilmente nelle abitazioni (come avveniva negli anni d’oro del Festival e che solo il compianto sindaco Cardarelli impose al Festival nella sua breve sindacatura), puntare sul talent scouting e concludere i contratti artistici (l’organizzazione è nuovamente affidata a Nora Guazzotti, già braccio destro di Giorgio Ferrara) con esclusiva di almeno 5 mesi. In pratica quello che si vedrà a Spoleto dal 26 giugno al 12 luglio saranno Prime italiane, europee e mondiali, senza possibilità che vengano replicate nei 150 giorni successivi. Bene.
Un accenno, che ha fatto sobbalzare la Rana dalla sedia per paura che si svelasse il nome, è stato fatto per un “grande evento che si terrà il 3 luglio, con un direttore che forse è stato una sola volta in Italia”. Blindato il nome, anche se a margine della conferenza è circolato quello di Gianandrea Noseda, il celebre direttore milanese che dal 2011 guida la National Symphony Orchestra di Washington.
Siparietto simpatico quello tra la moderatrice Bentivoglio che, avendo ricordato le tre impegnative settimane del festival, dopo aver sentito il sindaco-presidente Sisti riferirsi a “a due settimane”, si è premurata di correggere il tiro non sapendo che il primo cittadino non è proprio forte con i numeri (bilancio municipale a parte, già in passato ha confuso l’anno di fondazione del Festival).
Nessun riferimento alla situazione di stallo che la Fondazione vive sul rinnovo dello Statuto fortemente voluto dallo stesso Ministro Giuli ma su cui il board continua a nicchiare con varie ripercussioni, a cominciare dallo stesso presidente chiamato da aprile scorso a svolgere le funzioni di direttore amministrativo (figura per la quale è stata bandita una selezione pubblica su cui si rincorrono in città vari rumor) pur coadiuvato dalla dirigente finanziaria del municipio in qualità di consulente.
“La Linea” che traccia questo Festival
L’incontro al Caio Melisso è stato aperto con la proiezione di un video che mette da subito in risalto la figura di Gian Carlo Menotti: un messaggio chiaro e forte circa il ruolo che gli è dovuto e che ci si auspica continui anche in modo più concreto (come prevedere un evento in occasione del compleanno, il 7 luglio).
Non è sfuggita la grafica che ha accompagnato l’evento e la stessa cartellonistica del Concerto tenutosi a seguire nella Cattedrale di Spoleto (qui la critica musicale di Carlo Vantaggioli).
Una semplice linea rossa che ritrae proprio il Duomo di Spoleto, fortemente evocativa de “La linea” del compianto regista e fumettista Osvaldo Cavandoli che nel 1969 la creò per una serie di spot pubblicitari dell’azienda Lagostina, divenuta l’anno dopo una serie cartoon per il “Carosello” della Rai con il personaggio che alternava grammelot a frasi in dialetto lombardo.
Per dirla come la ditta delle pentole, a vedere i primi passi, sembra che queste siano fatte, aspettiamo ora i coperchi.
(Carlo Ceraso e Sara Cipriani)
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