Spoleto

Festival, Sisti vuol sfidare ministro Giuli? Crisi Cda | Esclusiva, la lettera del Ministro

Possibile mai che il sindaco di Spoleto Andrea Sisti voglia sfidare il Ministro della Cultura, Alessandro Giuli? Il dubbio, che quasi sfiora la certezza, sorge spontaneo, per dirla alla Antonio Lubrano, almeno a guardare quello che sta succedendo da una decina di giorni a questa parte, ovvero da quando il titolare del dicastero ha messo un “alt” alla gestione della Fondazione Festival dei 2 Mondi. Ma forse sarebbe più opportuno parlare di anni, almeno due, quelli in cui, prima Sangiuliano, poi Giuli, hanno chiesto di rimettere mano alla struttura portante di una kermesse ormai in debito di ossigeno (e di creatività) e che, proprio per i ritardi, rischia di compromettere la credibilità di un board che in realtà ha probabilmente la colpa di essersi troppo fidato di chi siede sullo scranno più alto. Il sindaco appunto. Che per tutto questo tempo ha voluto mantenere rapporti diretti con il dicastero, tanto da sfiorare l’incidente diplomatico al punto da spingere lo stesso vertice, Giuli, a firmare una lettera, già anticipata 10 giorni fa su queste colonne, e che Tuttoggi ha potuto leggere in queste ore.

Un testo che, tra diplomazia e burocrazia, rappresenta in ogni frase una scudisciata e una carezza, tanto per il board che per la direzione artistica di Monique Veaute. Ma indubbiamente Sisti deve sentire solo le carezze se è vero che è ormai a un passo dall’essere messo all’angolo dal Consiglio, i cui consiglieri sono stanchi dei troppi giochi di palazzo.

La lista degli “sgambetti” è lunga, specie quella registrata nell’ultimo anno: dal “va tutto bene” raccontato a ogni interlocuzione con il ministero, al documento da sottoscrivere per la nomina di un dg che in realtà nessun consigliere aveva mai deliberato, fino al più recente accordo con il Lirico Sperimentale, dal quale il board è stato tenuto debitamente a distanza. Scoprendolo solo grazie al doppio comunicato stampa (tante volte uno solo, magari con il logo delle due fondazioni, potesse sfuggire alle redazioni), emesso martedì scorso con sincronismo quasi svizzero.

Così sono alcuni degli stessi consiglieri, sentiti da Tuttoggi, a non far più mistero di un certo malessere, seppur con dichiarazioni off the record. Alcuni di loro dicono di aver già messo per iscritto la propria posizione in merito al nuovo Statuto che il dicastero si è visto costretto a riscrivere, visto che quelli portati a più riprese dal sindaco rispecchiavano l’impostazione data a suo tempo dall’ex Ministro Dario Franceschini. Se non fosse che sono passati tre anni e che al governo, almeno per il momento, non c’è il centrosinistra. Cosa che o è sfuggita al presidente-sindaco, o questi si dimentica chi sia l’azionista di maggioranza (che in questo è in buona compagnia con altri sindaci del passato) o forse è una precisa strategia per guadagnare tempo e sperare in chissà cosa. La corda però è al limite, con rischi non prevedibili per la stessa manifestazione e l’economia cittadina.

La lettera del ministro, tra carezze e pungiglioni

Eccola la lettera del Ministro Giuli che già nell’incipit rappresenta la calata della scure nei confronti quanto meno dell’ultima gestione artistica. Leggiamo: “…al fine del necessario rilancio della prestigiosa manifestazione che siete chiamati ad amministrare vogliamo da subito rassicurarvi della nostra intenzione di continuare a investire sulla stessa con ancora maggiore determinazione con l’intento di riportarla all’altezza del su prestigio”. Già questo dovrebbe portare, con un po’ di amor proprio, a rassegnare le dimissioni non godendo più della fiducia di chi finanzia annualmente il Festival con oltre il 70% dei fondi. Il documento continua assicurando un “aumento della contribuzione sin dall’anno in corso” specificando che sarà possibile “non appena il nuovo statuto sarà operativo”, e che saranno utilizzate le strutture del ministero “per assicurare un festival più ricco e articolato non solo nelle sezione che ne hanno segnato la storia” anche con il coinvolgimento della Direzione Regionale Musei.

Un passaggio che potrebbe fare pendant con quel progetto di creare un museo del Festival già ipotizzato dal compianto sindaco Fabrizio Cardarelli e che anche Sisti vede di buon occhio anche se per questo avrebbe pensato (il condizionale è d’obbligo) all’ex convitto femminile da destinare appunto al Due Mondi, contrariamente a quanto ipotizzato fino solo a poco tempo fa. Un’altra pratica di cui il cda sarebbe all’oscuro. Terminate le carezze, Alessandro Giuli ricorda che via del Collegio è il “maggior contribuente della Fondazione e quindi si ritiene che il nuovo statuto debba riconoscerne l’importanza….pur avendo di fatto una posizione dominante sulla manifestazione, intendiamo rispettare le richieste fatteci pervenire dal Cda e dal Presidente che prevedeva il mantenimento della presidenza nella persona del sindaco (o suo delegato) nonché della maggioranza dei consiglieri espressione della città”. Poi la stoccata che di fatto denuncia il tanto tempo buttato al vento. “Su queste basi e per chiudere definitivamente la lunga trattativa che ormai va avanti da anni, siamo a inoltrarvi la bozza finale della proposta di statuto predisposta dia nostri uffici” per la delibera del Cda e il successivo avallo dell’assemblea dei soci”.

Segue l’annuncio della prossima nomina del direttore artistico affidato al manager della danza, Daniele Cipriani, e la chiosa della “speranza che tutto l’iter potrà essere avviato nei tempi più brevi e comunque non prima della conferenza stampa del 18 marzo”.

Le proposte per il Soprintendente

Apparentemente come se fosse stata acqua fresca. Perché trascorsi 10 giorni, il Cda non è stato ancora convocato formalmente, anche se i consiglieri annunciano per il tardo pomeriggio di oggi un “consiglio informale” proprio per discutere la bozza dello Statuto. La maggioranza è compatta sul nuovo documento anche se con qualche distinguo e necessarie limature che andrebbero fatte per la figura del Soprintendente.

Quelli sentiti telefonicamente non hanno inteso chiarire se intendono prevedere una qualche forma di nomina condivisa tra Ministero e Cda o prevedere dei paletti sul ruolo e i poteri in capo a tale figura. Le proposte di almeno 3 dej 4 sarebbero, a quanto si intuisce, abbastanza convergenti e comporterebbero poche modifiche da sottoporre al Gabinetto del ministro. Resta solo da capire come il presidente sindaco intenderà gestire la riunione e se si farà in tempo per la conferenza stampa alla quale, tanto per inciso, lo stesso festival ha annunciato la presenza del titolare del dicastero.

Nervi a fior di pelle…e di conto

La lettera di Giuli ha comunque scatenato il panico nel ristretto cerchio magico della direzione festivaliera. Non solo per la fine dell’era artistica affidata nell’ultimo quinquennio a Monique Veaute, che inevitabilmente interromperà anche alcune collaborazioni, ma probabilmente anche quella amministrativa di Paola Macchi (per la quale dal palazzo si continua a non escludere un suo futuro coinvolgimento). Tanto che negli uffici, dalla scorsa settimana, si registra una accelerazione nel far di conto: non è dato sapere se per chiudere il bilancio del 2024 o per rivedere quelli degli anni passati; di certo si lavora alacremente.

Mentre i maligni, ma sono solo voci di corridoio, sostengono che si starebbe spulciando il curriculum del futuro direttore artistico, tante volte si riuscisse a trovare magari qualche incompatibilità: stavolta però difficilmente riuscirà l’operazione, già attuata con parziale successo due anni orsono con cui si riuscì a far fuori i soci “scomodi”. Una operazione che il sindaco portò avanti a testa bassa lasciando peraltro che il Festival rimanesse per quasi tre mesi senza una assemblea dei soci (verrà poi nominata a Festival concluso).

Lo storico accordo con il TLS annunciato in corsa

Ciliegina sulla torta è la firma dell’accordo di collaborazione tra la Fondazione Festival e il Teatro Lirico Sperimentale del presidente Roberto Calai, dinamico avvocato con la passione per l’arte che sta ristrutturando la benemerita istituzione. Queste colonne non hanno bisogno di ricordare come da anni si stia parlando di aprire una proficua collaborazione tra i due enti, che se Spoleto e l’Umbria hanno potuto apprezzare e visto crescere l’Opera lirica lo si deve proprio al Lirico Sperimentale. Ma firmare l’accordo, di durata triennale, nella settimana più delicata della storia recente della kermesse menottiana ha un sapore strano. Così mentre Calai conferma di aver tenuto sempre aggiornato il proprio consiglio, nella Fondazione Festival solo il presidente, a detta dei consiglieri sentiti, ne era informato. Tanto da averlo sottoscritto quale legale rappresentante. Non è poi sfuggito ai più che nel comunicato stampa, inviato con doppia mail, vi sia solo l’entusiastica dichiarazione della direttrice Veaute. Che magari, nei cinque anni di guida, ci avrebbe potuto pensare anche un cicino prima. Neanche una parola da parte del primo cittadino, che di solito non disdice commentare neanche “le foglie che son sospese”.

E a proposito di color che son sospesi – mentre la politica di destra e di sinistra vede favorevolmente il nuovo statuto (con il Pd spoletino pronto a imporre una chiusura veloce della pratica) e le associazioni di categoria brindano alle nuove risorse e a un nuovo assetto – forse non è il caso di tirare troppo la foglia, pardon il ministro Giuli. Per ulteriori informazioni basta guardare alla Fondazione Museo Richard Ginori alle porte di Firenze e suonare al citofono Governatore Eugenio Giani o a quello dell’ormai ex presidente Tommaso Montanari.

Confcommercio Spoleto “fare presto”

Arriva a breve giro di posta la presa di posizione della Confcommercio. “Apprendiamo con soddisfazione le decisioni del Ministero della Cultura il rilancio del Festival dei 2 Mondi” dichiara il presidente Tommaso Barbanera “per questo invitiamo il Presidente Sindaco e il Cda a non indugiare oltre e trovare una definitiva sintesi che tuteli gli interessi della manifestazione e di quanti vi operano direttamente e indirettamente. Spoleto ha bisogno di ritrovare una propria posizione nel panorama artistico internazionale e sviluppare il proprio tessuto economico da troppo tempo in profonda crisi. La proposta del Ministero ci sembra ragionevole e di assoluto rilievo per il bene di Spoleto”. (Aggiornamento delle 14.30)