“Mi chiedete di parlare…” non è uno spettacolo facile da digerire, né qualcosa che si va a vedere al Festival dei Due Mondi, così, tanto perché bisogna esserci. Non è routine, ma nemmeno profonda innovazione, dirompente strappo artistico, che fa gridare allo scandalo. Definirlo prodotto ben confezionato sa troppo di “supermercato” del palcoscenico. Non resta che scorgerci la passione, l’amore per la ricerca del personaggio e sul personaggio, la rifinitura introspettiva che spinge Monica Guerritore ad assumere il male fisico degli ultimi sprazzi di vita della Fallaci. Un respiro pesante, strozzato, la voce che a tratti svanisce, e l’annullamento del proprio aspetto fisico per trasformarsi nell’immaginario in figura scheletrica, malferma, dolente. Un dolore solo a tratti mitigato con sprazzi di civetteria, dall’aiuto della sua assistente (interpretata da Lucilla Mininno), che tra un colpo di tosse ed un altro, trova il modo di bistrargli gli occhi con il pesante eyeliner tipico della Fallaci.
Una prova d’attrice per la Guerritore notevolissima, e bella da vedere a teatro…
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(Carlo Vantaggioli)
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