Perugia in questi giorni sembra un'altra città. Aria di primavera e tante persone che, più o meno, educatamente si accalcano fuori dalle varie sale e teatri, creando un'atmosfera davvero particolare. Questa è solo una delle sensazioni che sta producendo la terza edizione del “Festival Internazionale del Giornalismo”. Centinaia sono i giovani e meno giovani, professionisti, bloggers, studenti e curiosi che stanno seguendo la serie di incontri previsti per l'evento. Siamo solo alla fine del secondo giorno e già il Festival ha giocato alcune delle sue carte migliori. Ezo Iacopino, Massimo Carlotto, Maso Notarianni, Bebo Storti e GianAntonio Stella, solo per il primo giorno. Sergio Romano, Jean Francois Julliard, Eric Ulken, Guido Piccoli, Javier Moreno ed Ezio Mauro per il secondo. Ovviamente, moltissimi altri giornalisti proveniente da mezzo mondo sono stati presenti e sono intervenuti nel corso di queste prime 48 ore.
Divertente ed originale la serata con Gian Antonio Stella ed il comico Bebo Storti che hanno – con l'ausilio musicale di Gualtiero Bertelli – ripercorso i vari crack finanziari della storia d'Italia. I tre hanno fatto scoprire alla numerosissima platea come il nostro Paese sia sempre stato incline alla creazione di buchi di bilancio e di come, mai nella storia, i responsabili siano stati puniti adeguatamente. Fatti datati, dunque, che risultano oggi di estrema attualità, a fronte della crisi mondiale provocata dall'incoscienza finanziaria di banche e brokers. Oggi sono le stock options, all'epoca era tra le altre la “Régia dei Tabacchi” a dare vita ad acrobatiche quanto rischiose operazioni di pseudo mercato – era solo il 1868. Di questa italica vicenda poco è scritto sui libri di testo, ma ironia della sorte vuole che, in realtà, gli effetti collaterali dello scandalo furono oggetto di una mossa di marketing piuttosto azzeccata. È simbolico ricordare brevemente la vicenda. Nel 1868 le finanze dell'Italia – recentemente quasi-unita – versavano in acque terribili, così il Parlamento decise di affidare per venti anni ad una società privata la Régia dei Tabacchi (il Monopolio di Stato), in cambio di un'ingente somma. Dopo un primo versamento la società in questione smise di trasferire il denaro ed iniziò ad emettere titoli di credito, che lo Stato decise di garantire. Insomma un circolo strano che difficilmente avrebbe dato i frutti sperati. Nessun deputato dell'epoca si oppose, eccezion fatta per Cristiano Lobbia. Il deputato questionò apertamente e lo fece con eccessiva decisione tanto che un giorno, a Firenze allora sede del Parlamento e capitale d'Italia, fu accoppato. Un colpo secco in testa lo stordì, e tre coltellate lo finirono. Lobbia indossava un cappello che al colpo in testa si piegò al centro e si alzò ai lati. La notizia che fece il giro d'Italia, suscitando clamore e scandalo, arrivò all'orecchio di un cappellaio che decise di creare i propri cappelli con una piega centrale simile ad una ammaccatura. I famosi cappelli alla foggia “Lobbia”. Poche righe per ricordare come uno scandalo finanziario di un secolo e mezzo fa si sia incredibilmente trasformato in un'azione di marketing piuttosto fruttuosa.
Questa è solo una delle chicche che Stella ha offerto alla platea della Sala dei Notari, forse la più ironica per come il ricordo di Lobbia è arrivato ad oggi, ma molti sono stati i crack finanziari nella storia dell'Italia. Non che questo significhi che esista una vera e propria propensione a fare esplodere bolle speculative nel nostro Paese. Piuttosto Stella e Storti hanno ironicamente voluto sottolineare la costante impunibilità di certi reati, a tutto danno della popolazione.
Se Stella ha inaugurato il Festival in maniera scoppiettante, Ezio Mauro e Javier Moreno – rispettivamente direttori di “la Repubblica” e “El Pais” – hanno celebrato il secondo giorno affrontando il tema “L'opinione pubblica esiste ancora?”. Probabilmente si, ma – secondo Ezio Mauro – il disorientamento politico dei cittadini è talmente latente da poter, in tempi brevissimi, far mutare quel si – detto a mezza bocca – in un “no” secco. Il responsabile principale? Mauro non ha dubbi a riguardo “è la sinistra. Ad ogni partito presente in Europa corrisponde un preciso e determinato portato culturale, soprattutto sulle questioni di attualità, che deriva da battaglie, analisi, azioni, informazioni. In Italia tutto questo non c'è. Se chiedi ad un parlamentare “cosa ne pensa del testamento biologico” ci sono altissime possibilità che ti risponda “te lo dico mercoledì”. Non c'è più tradizione nelle azioni dei soggetti politici. L'unico vero deposito di tradizione in Italia è la Chiesa ma, poi, in realtà nel vivere quotidiano ognuno di noi agisce al di fuori dei valori cristiani, producendo una declinazione autonoma, nonché un enorme paradosso”. Javier Moreno dal canto suo analizza la destra italiana, ripercorrendo la lunga lista delle obiezioni più recenti tra cui il conflitto di interessi e i numerosi inciampi nelle aule dei tribunali del Premier.
Parole forti e applausi scroscianti si alzano dal pubblico presente al Teatro Pavone, che alla fine dell'incontro si alza tristemente dalle poltrone per uscire fuori e rientrare in quel mondo in cui tutto questo rimarrà solo un dolce fermo immagine. Ma questo è niente considerato che domani arriva a Perugia il solito Marco Travaglio…
Da segnalare per la cronaca tra le altre, la presenza “tuonante” nel pomeriggio della voce di Antonio Di Pietro – recatosi a Perugia per ragioni di campagna elettorale ed intento in un comizio nella piazza antistante.
C.F.