Tutti pazzi per Fernando Botero. Spoleto e il Festival sono andati letteralmente in delirio per l’arrivo sabato pomeriggio dell’artista colombiano, già definito dal New York Times “il più famoso di tutto il Sud America”. Tanto da far saltare il rigido protocollo che era stato preparato per l’occasione dal curatore della Mostra: già la conferenza stampa a palazzo Mauri era stata presa d’assalto da diversi curiosi, ma è stato a palazzo comunale (sede della mostra fino al 20 settembre prossimo) che si è temuto il peggio quando, senza un minimo servizio di vigilanza per il controllo degli inviti, un fiume di gente si è riversata nelle sale per ammirare le sculture dell’artista. Ma andiamo con ordine per la lunga giornata boteriana, culminata con la cena di gala offerta dagli sponsor alla Terrazza Frau.
Ad attendere l’arrivo del Maestro c’erano il sindaco Fabrizio Cardarelli (che aveva convinto Botero anche a realizzare il manifesto della 58ma edizione del Festival), il presidente del Consiglio comunale Giampiero Panfili e il direttore artistico del Festival Giorgio Ferrara. Tra gli ospiti di lustro l’ambasciatore della Colombia in Italia, Juan Sebastiàn Betancourt Escobar, che ha voluto presenziare alla giornata daedicata al celebre connazionale. Botero era accompagnato dalla moglie, la nota scultrice greca Sophia Vari, cui è legato ormai da quasi 40 anni.
Il saluto delle Autorità. Botero “Ispirato da Giotto e Masaccio”
La conferenza – a dispetto dell’età (ha 83 anni), il pittore e scultore è sembrato in gran forma fisica e di spirito. Visibilmente emozionato il primo cittadino che ha ringraziato l’artista per la sua presenza “che onora la nostra città”. Entusiasta anche Ferrara: “personalmente ritengo che tra i 58 manifesti realizzati per il Festival quello di Botero è quello che meglio coglie lo spirito della kermesse”. Poi è stata la volta dell’artista che ai giornalisti ha ricordato i suoi studi giovanili a Firenze e che la sua produzione pittorica “è stata influenzata dalle opere di Giotto, Masaccio e Piero della Francesca”. Subito dopo la conferenza si è concesso agli invitati di Repubblica e a quelli di Euro News, la tv paneuropea che trasmette simultaneamente in 13 lingue in 155 Paesi raggiungendo più di 350 milioni di case, presente per la prima volta a Spoleto. E solo questo può bastare a capire quale operazione è stata messa in piedi dal Comune e dal Festival, che spazza via anche le polemiche seguite alla decisione di far realizzare il manifesto festivaliero a Botero piuttosto che riprendere una del Leoncillo di cui cade quest’anno il centenario dalla nascita. Un lavoro, quello legato all’esposizione delle sculture boteriane, tessuto per mesi dal vertice politico come pure dai dirigenti Sandro Frontalini e Antonella Quondam e dalla funzionaria Luana Piccioni. Grazie anche al contributo degli sponsor, quasi tutte aziende del comprensorio, che hanno sostenuto concretamente il progetto.
La banda di Spoleto suona gli Inni nazionali
Il taglio del nastro – al termine delle interviste Fernando Botero ha tagliato il nastro della Mostra. Poco prima la banda musicale cittadina aveva intonato l’inno nazionale della Colombia e quello dell’Italia. Giunta schierata al gran completo e sindaco con la mano sul cuore durate l’esecuzione. Una curiosità: il taglio del nastro ha subito un brevissimo ritardo a causa della processione religiosa partita dalla sede dell’Arcivescovado e che si è trovata a sfilare davanti all’imponente scultura di una donna nuda. Come dire, tra sacro e profano. Intanto davanti all’ingresso comunale si era ritrovata molta gente che è entrata a seguito dell’artista. Dopo aver visionato la Mostra, Botero è stato accompagnato nella Sala del Consiglio comunale per firmare autografi a tutti.
I doni – è stato a questo punto che il presidente del Consiglio Panfili (il sindaco aveva dovuto raggiungere Campello sul Clitunno per l’inaugurazione della Mostra di Leoncillo) ha consegnato a Fernando Botero un volume sulla città e un piatto in ceramica, realizzato a titolo gratuito dall’artista Mara Roscini: un piatto in ceramica che raffigura al centro il Duomo di Spoleto e, intorno, le figure di una donna (simbolo della Natura), una colomba della pace e una mano in segno di amicizia tutte in stile doverosamente boteriano.
La cena – alla Terrazza Frau si è tenuta la cena offerta dagli sponsor e realizzata dagli chef del ristorante San Lorenzo con menu a base di prodotti tipici locali. E’ l’unico appuntamento che Botero ha dovuto saltare, per dover raggiungere la Toscana. Ma il suo spirito era ancora presente tra gli invitati. E a ricordarlo ci ha pensato comunque Rita Politi, l’artista della pasticceria, che ha realizzato una splenda torta con sopra riprodotta una scultura del Maestro.
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