Nella giornata del D-Day con cui il Festival dei Due Mondi invade di proposte la città di Spoleto, dopo le corpose anticipazioni dello scorso 10 gennaio, si registrano una serie di coincidenze molto interessanti anche nella “geografia strategica culturale” della manifestazione.
Intanto, la prima è più evidente è che alle 11 di questa mattina viene data in contemporanea alle redazioni la nota stampa sulla definizione del cartellone dell’Arena Santa Giuliana di Umbria Jazz22, proprio mentre il patron Carlo Pagnotta solca il Teatro Nuovo per prendersi l’abbraccio della Veaute che lo chiama “compagno di viaggio”.
La seconda, curiosa quanto sfiziosa, è l’arrivo sulla scena dei sostenitori del Festival della nuovissima Associazione “Spoleto friends of Festival”, promotrice e artefice della quale è Ada Spadoni Urbani.
Terza sorpresa nella sagra delle novità, la resuscitata candidatura di Spoleto a Capitale Europea della Cultura per il 2025, annunciata durante il saluto del Sindaco Andrea Sisti, quasi come una forma di naturale continuazione tra nuovo corso artistico del Due Mondi, nuova Amministrazione cittadina e forse nuova intesa regionale? Insomma si riciccia dopo il tentativo del 2016 (per Capitale del 2018)
E infine, visti i mugugni sul fatto che al Festival manca da due anni quella che è considerata la “regina” delle messe in scena artistiche del Due Mondi, l‘Opera Lirica, è Monique Veaute in persona che spiega al Tg3 Regione la nuovissima forma di Opera ideata a bella posta, “Avremo spettacoli che utilizzano la musica come fondo (fonte) della loro ispirazione e questa è una versione molto nuova direi dell’Opera Lirica”. La curiosità, lo confessiamo, è tanta.
Ma in un D-Day che si rispetti occorre aspettare la fine dello sbarco e dunque si vedrà: se son rose…sbocceranno tra applausi e botteghino.
Al Teatro Nuovo Gian Carlo Menotti di Spoleto gremito di addetti ai lavori, allestito per l’occasione con un fondale della Sonnambula del 1979, (Uno scorcio di abetaia innevata, quasi alla foggia di Vacanze di Natale dei Vanzina) la direttrice artistica Monique Veaute ha così raccontato il programma della sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi, alla presenza del Presidente della Fondazione Andrea Sisti, dell’Assessore alla Cultura e al Turismo di Regione Umbria, Paola Agabiti e della direttrice amministrativa e organizzativa del Festival, Paola Macchi.
La sessantacinquesima edizione del Festival dei Due Mondi è in programma dal 24 giugno al 10 luglio 2022 e ospita un congruo numero di esperienze performative a livello internazionale, valorizzando teatri, spazi all’aperto e luoghi non convenzionali, di cui Spoleto, come è ormai noto, offre una concentrazione unica in Italia: più di 60 spettacoli in 17 giorni, tutti in prima italiana, con più di 500 artisti da 36 paesi in 15 sedi.
Per il secondo anno alla direzione artistica, Monique Veaute segue la sua vocazione multidisciplinare e internazionale, tessendo una tela di relazioni trasversali alle singole arti che si condensa intorno a tre linee programmatiche: la musica dei due Mondi, la voce delle donne e i nuovi modi di raccontare la musica.
La programmazione musicale guarda alla relazione tra le due sponde dell’oceano, legame di cui da sempre Gian Carlo Menotti è stato promotore, e abbraccia molteplici linguaggi grazie anche alla presenza delle due orchestre in residenza, la Budapest Festival Orchestra accompagnata dal direttore principale Iván Fischer e l’Orchestra dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia con Antonio Pappano. Barbara Hannigan, soprano e direttrice d’orchestra, arriva al Festival di Spoleto con una “carta bianca” e la sua presenza per quattro diversi concerti si inserisce nel percorso che la nuova edizione sviluppa con le figure femminili che hanno dato un nuovo corso alle arti performative. La proposta musicale include jazz ed elettronica, barocco e contemporanea, dalla rassegna di musica americana dell’ensemble Sentieri selvaggi alla performance di Tovel, tra sculture di pianoforti preparati ed elaborazione elettronica.
Da non perdere le voci di Mariza, regina del Fado, in Piazza Duomo. E poi di Angelique Kidjo e Dianne Reeves, artiste ben note ai frequentatori di Umbria Jazz e frutto della collaborazione con il “compagno di viaggio “ Carlo Pagnotta che prosegue senza sbandamenti. Qualche dubbio sulla “comprensione” del lavoro di Angelique Kidjo per il target del pubblico festivaliero, ma in generale il livello di qualità internazionale è tale e quale a quello dello scorso anno e dunque, evviva!
Tra le artiste coinvolte per la forza rivoluzionaria del loro lavoro al confine tra danza, musica e teatro ci sono le coreografe Germaine Acogny, fondatrice dell’École des Sables, Blanca Li, Anne Teresa De Keersmaeker e la regista Jeanne Candel – che presenta per la prima volta in Italia una nuova esperienza di teatro musicale ideata con Samuel Achache. Si tratta di Le crocodile trompeur tratto da Didone ed Enea di Henry Purcell e probabilmente la nuova forma di Opera Lirica a cui si riferiva la Veaute nella sua dichiarazione al Tg3.
A cinque anni dalla scomparsa il Festival rende omaggio a Trisha Brown, icona della danza contemporanea e ultimo grande nome della danza che mancava all’appello di Spoleto65. Appartengono alla nuova generazione di coreografe e coreografi Alexander Vantournhout, Ayelen Parolin, Luz Arcas con la sua compagnia La Phármaco e Yoann Bourgeois.
La sezione Teatro porta a Spoleto il regista tedesco Thomas Ostermeier e presenta gli ultimi lavori di drammaturghi italiani quali Fabio Cherstich, Leonardo Lidi (già presente a Spoleto64), Davide Enia e del duo Rezza-Mastrella.
Intorno al cartellone ufficiale gli appuntamenti collaterali e gli eventi speciali fanno di Spoleto un luogo vivo della creazione artistica dei nostri giorni: incontri con gli artisti, premi, istallazioni d’arte, rassegne cinematografiche e mostre. L’artista Anselm Kiefer firma il manifesto ufficiale della 65ma edizione che con grande soddisfazione dei puristi fa tornare la tradizione iconografica nella mano dei pittori, abbandonando per il momento le foto glamour o le tende della cucina come per Spoleto64.
A breve anche il programma parallelo di La MaMa Spoleto che da molti anni arricchisce l’offerta di spettacolo del Festival con novità sempre di grande interesse e qualità. E la grande famiglia dell’Accademia Nazionale di Arte Drammatica “Silvio D’Amico” che da quest’anno prende residenza alla Rocca Albornoziana trasformando il luogo suggestivo in uno straordinario laboratorio performativo di arte recitativa. E non mancherà nemmeno un omaggio corposo a Pier Paolo Pasolini nel centenario della nascita alla Sala Pegasus.
Prosegue, con un impulso sempre più incisivo, il progetto avviato nel 2021 per rendere la macchina organizzativa del Festival aderente ai principi dello sviluppo sostenibile, perseguendo, con azioni concrete e mirate, alcuni degli obiettivi dell’Agenda 2030. Sarà infatti una simpatica novità il Green Corner in centro storico gestito dagli studenti delle Secondarie di secondo grado della città. Quegli stessi studenti, questa volta di ogni ordine e grado, che parteciperanno anche ai progetti formativi che intendono avvicinare i giovani al Festival: Il Festival siamo noi, Festival Piedibus, Dietro le quinte del Festival, Spoleto Tour etc.
Tra le novità di questa edizione del Festival e per la prima volta a Spoleto, l’Agenzia delle Accise, Dogane e Monopoli organizzerà alcuni eventi per far conoscere le proprie attività: da una mostra sui prodotti contraffatti (alcuni dei quali saranno delle vere rarità) alle attività anche laboratoriali in difesa del Made in Italy e del consumatore. “Ringrazio per questo importante impegno il Direttore Generale professor Marcello Minenna e il Direttore Interregionale di Toscana e Umbria Roberto Chiara che oggi è presente qui con noi” ha detto il Direttore organizzativo della kermesse.
E infine gli immancabili saluti e ringraziamenti a tutti coloro che rendono vivo (e solido) il Festival da molti anni come la famiglia Monini, la Fondazione Carla Fendi, tra le più longeve insieme a Fondazione CaRiSpo e Banca Popolare (oggi Desio) e le varie associazioni cittadine dedicate alla cultura e non.
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Foto: Tuttoggi,info (Sara Cipriani e Carlo Vantaggioli)