“Ritengo necessaria una premessa: credo nella laicità della cultura e nel pluralismo culturale; di conseguenza le motivazioni alla mia totale contrarietà al Festival dell'eros non sono di carattere religioso ma laico.
Da anni si tenta, con alterna fortuna, di lanciare Spoleto come città della cultura, puntando soprattutto sullo Spoleto Festival e sul Teatro Lirico Sperimentale, e di fare delle manifestazioni artistiche un volano per l'economia locale.
L'obiettivo non è stato sempre raggiunto. Talvolta i soldi pubblici sono stati impiegati per finanziare manifestazioni discutibili sia sul piano artistico, sia su quello di gradimento del pubblico.
Ma Spoleto non può ospitare il Festival dell'eros (ritengo non ci siano nemmeno idonei spazi): sarebbe uno svendere l'immagine della città, tutto quello che faticosamente è stato costruito in questi anni. Poco importa che il festival non sarà “hard”, rappresenta, comunque, una caduta di stile e di buon gusto che la città non si può permettere.
Inoltre: il Festival dell'eros può essere definito un evento artistico?
Credo nell'autonomia dell'arte, ma l'arte come tale, come manifestazione culturale, deve educare ed affinare il gusto estetico verso la comprensione del bello. Il Festival dell'eros risponde a tale requisito?
Certo anche Platone nel Simposio esalta Eros e la bellezza dei corpi, ma solo come primo momento per arrivare alla contemplazione della bellezza eterna; quale è, invece, il fine di questa manifestazione?
Né ritengo che il numero dei visitatori sia un parametro per giudicare la validità di un evento artistico. Potrà rendere felici i ristoratori e tutti coloro che operano nel settore della ricettività, ma i pur legittimi interessi di una categoria non possono essere contrabbandati per l'interesse di tutta la città. E allora cerchiamo altre manifestazioni che non sviliscano il nome di Spoleto e possano, nel contempo, attrarre turisti.
Inoltre, anche se la manifestazione – come esplicitamente affermato dai suoi promotori – è “privata”, ritengo che il Sindaco abbia il dovere non eludibile di far convocare quanto prima la Conferenza dei Capigruppo per un confronto chiaro e democratico sull'argomento.
Il Capogruppo consiliare UDC Pina Silvestri