Altra medaglia di riconoscimento al valore da custodire ed esibire per l’Istituto Omnicomprensivo De Gasperi – Battaglia che, il 27 maggio, si è recato a San Lazzaro di Savena (Bologna) per ritirare il premio speciale “Fabio Trentini”, a seguito della partecipazione di Norcia al Festival delle Scuole.
Un concorso teatrale che ha coinvolto oltre 5 mila studenti e studentesse di tutta Italia tra i 3 e i 18 anni, 235 gruppi di teatro e 177 spettacoli. A gareggiare per il podio erano solo gli istituti superiori valutati da una commissione di ragazzi della medesima età che ha selezionato le migliori tre presentazioni.
In aggiunta ai giovani giudici una giuria composta dagli organizzatori del progetto che ha assegnato diversi riconoscimenti alle scuole che si sono distinte per valori particolari. L’istituto di Norcia è stato premiato per la coesione e il numero elevato dei partecipanti, per la creatività e per gli effetti scenici del loro spettacolo “Il malato immaginario 2.0”. Il lavoro, diretto da Arduino Speranza, si ispirava al “Malato immaginario” di Molière, riletto in chiave moderna. In Francia nel XVII secolo il termine ” immaginario” significava pazzo. La parola si è evoluta e, ad oggi, è possibile associarla alle fobie e manie delle nuove generazioni le quali modificano la percezione della realtà.
Una volta saliti sul palco per ritirare la targa e le pergamene destinate a ciascun ragazzo, consegnate dal vicesindaco di San Lazzaro Marina Malpensa, che ha descritto il teatro come “una palestra di vita meravigliosa e divertente“, una volta lì di fronte al pubblico di coetanei, ha preso la parola uno studente nursino che dopo aver ringraziato gli ideatori del Festival e il suo istituto ha tenuto a sottolineare che “la nostra generazione non è vero che non porta nulla di buono, a dimostrazione di ciò noi tutti siamo qui oggi“.
L’iniziativa, indetta dal Teatro dell’Argine attivo nell’ambito sociale e supportata dal Comune, dalla città metropolitana di Bologna e dalla regione Emilia Romagna, ha avuto come obiettivo quello di far partecipare i giovani non per la competizione in sé, bensì per stimolare le loro menti portandole a ragionare sul teatro, la condivisione, l’impegno e il sacrificio.