Debutta stasera alle ore 21.15 al Teatro Romano di Spoleto, per il prestigioso Festival dei due mondi, il nuovo spettacolo di Corrado Augias “O Patria mia…Leopardi e l’Italia” prodotto dalla bolognese Promo Music. Diversamente da quanto annunciato sarà assente invece Arnaldo Foa, che doveva leggere l’Infinito di Leopardi, per indisposizione.
Per molti anni Giacomo Leopardi è stato solo l’immenso poeta che tutti conosciamo. Solo in tempi relativamente più recenti si è cominciata ad apprezzare anche la sua attività saggistica che, secondo autorevoli giudizi, toccherebbe il livello di una vera organica filosofia. Lo spettacolo, scritto e interpretato da Corrado Augias, getta una luce sul suo pensiero, in particolar modo sulla sua visione politica dell’Italia.
I giudizi che il poeta dà sull’Italia e sugli italiani sono diversi e variano con il passare degli anni. Ma non c’è dubbio che negli anni giovanili e soprattutto in alcune opere si senta forte in lui un vivo amor di patria. Ne sono esempio la due famose composizioni patriottiche ‘All’Italia’ e ‘Per il monumento di Dante’. Ma altrettanto dura, lucida e incredibilmente attuale è l’analisi verso il proprio popolo che traspare nel ‘Discorso sopra lo stato presente dei costumi degl’italiani’. Nel ‘Discorso’ si descrive un paese privo non solo di abitudini, ma anche di quell’insieme di norme, mentalità e usi che danno forma alla cultura di un popolo. La mancanza di società, di valori laici condivisi come male eterno che affligge gli italiani ieri come oggi.
Partendo da questi versi ma inserendo anche considerazioni prese dallo Zibaldone e versi estratti da alcuni dei ‘Canti’ più belli, Corrado Augias costruisce un testo capace di restituirci un ritratto sorprendente del poeta, il suo rapporto con l’Italia, con la vita, con gli amori. Il senso forte di un’immaginazione che fu per molti anni la sua sola vera realtà.
Ad accompagnare gli spettatori in questo viaggio dentro una delle mente più brillanti e vive di tutti i tempi, le arie e romanze da camera, originali del tempo, eseguite da Stefano Albarello. Il musicista proporrà uno spaccato realistico di quello che si ascoltava nelle case “patrizie” della prima metà dell’800. Brani che spaziano da Rossini a Donizetti cantati e suonati con chitarra, com’era in voga all’epoca e che hanno, probabilmente, influenzato il labor limae di Leopardi.